POLITICA

Ciampino, Porchetta (DiC): “Spazi pubblici in pericolo. Cambio nomi, zero progettazione e svendita ai privati”

alessandro porchetta diritti in comune


“Grazie al Comitato Attivo per la Biblioteca veniamo a sapere che, tra una bella promessa e l’altra, l’amministrazione comunale ha intenzione, innanzitutto, di cambiare nome alla Sala Consiliare Pietro Nenni e alla biblioteca P.P. Pasolini. Sono decisioni ideologiche, ignoranti che sfidano la città e la sua storia, ma noi non permetteremo a nessun nostalgico di tempi andati di riscrivere l’identità di questa comunità! Ciampino ha una storia, questa città esiste da prima del loro arrivo e continuerà ad esistere anche dopo”. Lo spiega in una nota il Consigliere comunale Alessandro Porchetta di Diritti in Comune. 


“Ma questo fa parte di un disegno ben più grande. Sembra infatti che la Giunta abbia intenzione di barattare l’arredamento delle futura biblioteca con la dismissione di uno dei pochi spazi pubblici a disposizione, la Galleria d’Arte Contemporanea, che attualmente ospita la biblioteca e che sarà convertita in uffici bancari. Gli spazi pubblici in questa città non ci sono – spiega ancora Porchetta – e questi signori li barattano per un piatto di lenticchie. Vi diranno che i soldi per la biblioteca non ci sono. Questa è una bugia, se c’è volontà i soldi si trovano e ne abbiamo avuto alcuni recenti esempi con le ‘iniziative culturali’ finanziate in variazione di bilancio. Se le risorse non bastano si attivi una progettualità seria in grado di rimettere al centro il rilancio della città pubblica! Se non si è in grado di farlo, si vada a casa”. 
“È facile amministrare pensando di mercanteggiare col privato di turno. Quando avranno barattato tutto, cosa resterà alla collettività? Un pugno di mosche e una città più povera. In tutto questo – prosegue il rappresentante di Diritti in Comune – i problemi seri non vengono affrontati: gli spazi della biblioteca sono attualmente limitati per le norme anti-Covid e nessuno ha pensato di adibire uno spazio aggiuntivo che permetta agli utenti di usufruire del servizio. È qualcosa da fare subito! Dovrebbe essere una priorità ma nulla è ancora stato messo in piedi”. 
“Queste prospettive – conclude la nota -necessitano di una riflessione collettiva su dove sta andando la nostra città. AdR nelle scuole, le banche nella gestione degli spazi culturali, Schiaffini ha comprato l’IGDO, il mercato del mattone continua a gestire l’assetto urbano a suon di varianti al piano regolatore. La progettualità della nostra città è completamente delegata e subordinata all’indirizzo e agli interessi di questi soggetti privati. Non ne usciremo migliori se non ci opporremo con tutte le nostre forze”. 

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