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VELLETRI – Ospedale, il tempo delle promesse disattese dalla ASL è finito: domenica 4 ottobre, la mobilitazione generale

manifetazione ospedale 4 ottobre

Il mese di ottobre, anno 2020, è arrivato. Questo l’ultimo mese messo in agenda, a suon di promesse, per la riapertura del Punto Nascita e del reparto di Pediatria dell’Ospedale “Paolo Colombo” di Velletri, chiuso nel mese di marzo, nelle prime battute del ciclone pandemico.

Il vaso è colmo, e a quasi 7 mesi dalla loro chiusura la popolazione veliterna si attende risposte concrete dai vertici regionali e dalla ASL Roma 6, che ancora una volta hanno tradito quanto promesso, visto che avevano garantito le riaperture entro la fine dell’estate (nelle promesse, disattese, di Mostarda & co, anche che sarebbero partiti i lavori di ristrutturazione del Pronto Soccorso e d’immissione della fantomatica Camera Calda).

manifestazione ospedale

Nelle promesse c’era l’annuncio che entrambe i reparti sarebbero stati riaperti ad emergenza sanitaria alle spalle e poi entro la fine della stagione estiva; ma mentre il presidio ospedaliero veliterno ha fronteggiato al meglio la battaglia contro il Covid-19, della sospirata riapertura non c’è stata traccia. Fermo restando che ancora oggi resta un mistero il motivo che ha spinto a questa soluzione, a tutto vantaggio dell’Ospedale dei Castelli, che da mesi fagocita tutto quello che era ospitato presso gli ospedali di Velletri e in quello di Anzio e Nettuno.

Di tutto questo, e tanto altro ancora, si parlerà domenica 4 ottobre, alle ore 11, durante la manifestazione indetta proprio per dare un segnale, forte, della volontà degli stessi operatori di avere risposte.

E’ un vero e proprio appello alle forze politiche, alle organizzazioni sindacali, alle associazioni e ai cittadini di Velletri, quindi, quello che proviene dai lavoratori dell’Ospedale di Velletri, che dal 2011, con manifestazioni, convegni e sollecitazioni stanno chiedendo inutilmente la riorganizzazione della rete ospedaliera della ASL Roma 6 e l’adeguamento dell’Ospedale al ruolo di Dipartimento di Emergenza (DEA) di Primo livello.

“Adesso – hanno fatto sapere in un volantino – è tempo che l’Ospedale di Velletri riapra i reparti e i servizi sottratti, che vengano effettuati i lavori strutturati programmati da anni e che venga dotato del personale necessario”.

Non un mistero, per nessuno, che nella Programmazione Sanitaria Regionale approvata in estate, nella quale sono stati stanziati 110 milioni di investimenti, non un euro finirà a Velletri.

Se su scala regionale, in difesa dell’Ospedale, tra i più costanti e battaglieri va annoverato il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Giancarlo Righini, che all’inizio del 2019 chiese ed ottenne che venisse ospitata in Ospedale l’audizione della Commissione regionale sulla sanità, in Consiglio comunale è toccato a Maria Paola De Marchis, capogruppo di Italia Viva, tenere alta l’attenzione sul tema; tema peraltro rientrato costantemente nell’agenda anche del consigliere Giorgio Greci.

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Maria Paola De Marchis

In un suo intervento De Marchis ha ripercorso proprio tutti i tagli di cui è stato vittima il nosocomio veliterno: “In principio fu Otorino e tutto sommato non interessava tutti, tanto che passò quasi sotto silenzio e in pochi ci fecero caso. Poi venne la Chirurgia vascolare, reparto di eccellenza per un Ospedale che serve un bacino di 150mila persone. Anche questa chiusura passò quasi sotto silenzio. Arrivò poi il Laboratorio Analisi, con le provette portate a Roma, ed anche questo si giustificò nell’ottica di ristrettezze economiche, dovute ad esigenze nel piano di rientro…Ma poi venne chiusa anche Urologia e in questo caso in qualcuno, me compresa, si attivò un sistema di allarme, anche perché, nel frattempo, anche NeonatologiaElettrofisiologia ed Endoscopia, hanno fatto una brutta fine.

Infine è arrivato il Covid-19, che nella mente dei più ha giustificato la chiusura di Pediatria ed Ostetricia“.

Utile, nella sensibilizzazione cittadina, anche l’impegno del Coordinamento cittadino per la Sanità Pubblica.

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