Albano – Il Partito Comunista sul permesso a costruire dei “56 appartamenti in zona artigianale, riscaldati da 2 inceneritori”

Zona Artigianale 1

Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa del Partito Comunista che, come già Luca Nardi (M5S) nei giorni scorsi, mette nel mirino il permesso di costruire due palazzine in zona Miramare per 56 appartamenti in housing sociale. 


“Il 21 settembre 2020, mentre i seggi per le elezioni comunali di Albano Laziale erano ancora aperti, alle ore 9,50 veniva firmato il permesso a costruire per 56 appartamenti nella zona artigianale di Albano. La tempistica di questa operazione è stata pianificata nei minimi dettagli.

Il permesso a costruire non doveva essere rilasciato prima delle elezioni per evitare “mal di pancia” e “defezioni” nell’elettorato di centro-sinistra.

Zona Artigianale 1

Il permesso a costruire non poteva essere rilasciato dopo le elezioni comunali, perché il tutto sarebbe dovuto essere sottoposto all’attenzione della nuova amministrazione, che sembra più una torre di Babele, un mostro a nove teste.

Per questi motivi hanno accuratamente pianificato di rilasciare il permesso a costruire nella mattinata del 21 settembre 2020, ad urne quasi chiuse.

Passata la festa, gabbato lo santo!!!!

Un altro pezzo del territorio comunale viene consumato e cementificato con un’operazione che fa a pezzi il piano regolatore generale e permette di costruire case ed appartamenti in zona artigianale/industriale, venendo meno ai principi urbanistici basilari di separazione tra le zone produttive e le aree abitative.

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Zona Artigianale 2

L’esperienza della Zincal a Pavona avrebbe dovuto far riflettere gli amministratori comunali sulla totale incompatibilità tra attività produttive ed insediamenti abitativi.

Le trasformazioni edilizie che prevedono la modifica della vocazione non residenziale a residenziale, all’interno delle aree industriali – artigianali del territorio comunale, potrebbero comportare una promiscuità di destinazioni che risulterebbero essere incompatibili con le attività proprie delle aree menzionate dal punto di vista sia igienico – sanitario che ambientale.

Seguendo questa ratio, in data 31 gennaio 2012 il Consiglio Comunale con delibera n° 4 ha imposto delle limitazioni all’applicabilità del cosiddetto “Piano Casa” nelle zone industriali vietando la trasformazione dei fabbricati esistenti da non residenziale a residenziale.

Invece, successivamente, con delibera n° 62 del 25-10-2016 lo stesso Consiglio Comunale con un’ampia maggioranza (centro-sinistra + centro-destra) ha ridotto detta limitazione solo alle zone artigianali ed industriali superiori a 10 ettari.

Zona Artigianale 3

Sulla base di questa delibera quasi tutti i terreni artigianali e industriali di Albano e di Pavona potrebbero essere trasformati in zone residenziali, distruggendo ogni pianificazione territoriale e scatenando una grande speculazione edilizia.

Il Partito Comunista chiede al nuovo Consiglio Comunale di cancellare la delibera n° 62 e di approvare una nuova delibera che vieti tutte le trasformazioni dei fabbricati esistenti da non residenziale a residenziale.

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In questo caso non stiamo nemmeno parlando della riqualificazione di un vecchio capannone abbandonato in un nuovo insediamento abitativo.

Il permesso a costruire n° 122/07-B del 19-11-2009 prevedeva la costruzione di un insediamento industriale per 11.886 metri cubi su un terreno di 5.967 metri quadri. In data 29-10-2010 veniva comunicato l’inizio dei lavori, ma già in data 09-09-2013 è stata richiesta la proroga di ulteriori due anni e in data 22-10-2015 è stata richiesta un’ulteriore proroga di un anno.

Quindi, l’insediamento industriale non è mai stato realizzato e la IRMA srl ha chiesto in data 02-01-2017 la trasformazione della cubatura da artigianale (insediamento industriale) a residenziale (56 appartamenti).

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Non comprendiamo il silenzio dei comitati di quartiere, degli artigiani, delle associazioni di categoria che hanno appoggiato il centro-sinistra e il neo-sindaco Borelli nel “continuare” a consumare territorio e a costruire housing sociale nelle aree artigianali ed industriali, a ridosso dell’Appia Bis.

Ridicolo che il vecchio Sindaco Marini e il neo Sindaco Borelli siano corsi a firmare appelli contro la costruzione dell’housing sociale a Santa Palomba, mentre era pronto nel cassetto il permesso a costruire per 56 appartamenti in housing sociale proprio nel centro di Albano.

E cosa dire dei comitati così attenti e precisi nel criticare le nuove costruzioni della Raggi (forse perché a 5 stelle?) e così disattenti e distratti nel valutare le nuove cementificazioni del tandem Marini-Borelli (forse perché targati PD?).

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Ciliegina sulla torta, i due nuovi edifici “saranno dotati di impianti per la produzione di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili. In particolare, si prevede l’installazione di due gruppi di cogenerazione (uno per ogni edificio) alimentati da grasso animale della potenza unitaria di 99 kw e complessiva di 198 kw”.

In pratica, verranno installati due inceneritori nel centro di Albano, che insieme alla riapertura della discarica di Roncigliano aumenteranno il livello di inquinamento sul territorio.

Questi sono i primi frutti avvelenati del cosiddetto voto “utile”.

Partito Comunista (PC) di Albano

https://www.castellinotizie.it/2020/09/30/albano-due-nuove-palazzine-in-zona-miramare-m5-stelle-ma-non-era-zona-artigianale-con-il-centro-del-riuso/
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