POLITICA

Lanuvio – Tra cultura, turismo e tradizioni, il PD guarda a un nuovo modello di sviluppo per i Castelli Romani

Lanuvio 9 ottobre 2020

I Castelli Romani ed un nuovo modello di sviluppo rispetto a Cultura, Turismo e recupero di luoghi e tradizioni, sono stati i temi al centro del dibattito che si è tenuto a Lanuvio, organizzato dai Circoli PD di Lanuvio e Campoleone, cui hanno preso parte l’Assessora al Turismo ed alle Pari Opportunità della Regione Lazio Giovanna Pugliese, le Consigliere Regionali Marta Leonori e Marta Bonafoni, l’A.D. di ATCL Luca Fornari e l’Assessore alla Cultura del Comune di Cassino, Danilo Grossi, davanti ad una platea nutrita e ordinata, nel pieno rispetto delle misure anti covid, che ha visto anche la presenza di diverse associazioni e realtà del territorio e del neo sindaco di Genzano, Carlo Zoccolotti.

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Il confronto non poteva che partire dalla situazione emergenziale che il Paese vive da mesi e dalle ricadute sul sistema economico produttivo: “Il Lazio ha reagito bene alla pandemia, cercando da subito di rimettere in moto i territori. Sono stati investiti oltre 20mln a fondo perduto sulla ricettività, per compensare il fortissimo calo di turismo – ha detto Giovanna Pugliese – e grazie ad una forte promozione abbiamo stimolato un turismo diverso, che ha portato più del 42% dei turisti nelle aree interne, nei borghi del Lazio, che può e deve fare un salto di qualità, anche attraverso un tavolo di coordinamento tra vari Assessorati Regionali, coordinando sviluppo economico, formazione, agricoltura ed infrastrutture, e garantendo una promozione seria del territorio, trasversale, con forti investimenti, trasformando il turismo e cambiando la narrazione della proposta regionale. I Castelli Romani sono una rete importante, i Comuni devono fare sistema tra loro e la Regione Lazio investirà molto su questo, promuovendo nuovi prodotti turistici fondati sulla riscoperta archeologica, culturale ed enogastronomica. Però – ha concluso l’Assessora Pugliese – occorre la determinazione da parte dei Sindaci nel portare avanti una visione innovativa, non possiamo più essere quelli che lasciano passare le opportunità senza coglierle, si deve investire sulle strutture ricettive diffuse e promuovere Arte Bellezza e Cultura del nostro territorio.

Senza dubbio dobbiamo cominciare a ragionare su un percorso futuro differente, oltre l’emergenza – le ha fatto eco Fornari – perché il covid è stato un acceleratore potentissimo di cose che già non funzionavano. In realtà in Italia al di là delle parole che si spendono, sulla Cultura si fa troppo poco e lo stato di crisi del sistema era già in atto. Il nostro Paese è ricco di Arte e Storia ed ha una capacità di produzione culturale importantissima e un patrimonio di eccellenze invidiabile, ed il nostro compito, in prospettiva, deve essere quello di ripartire dalle piccole comunità. Un Sindaco che pensa che il suo territorio possa fare un percorso di crescita e sviluppo, deve andare a cercare risorse ed essere stimolo verso le istituzioni superiori con idee e proposte, ascoltando i cittadini e ripartendo dalle peculiarità del territorio, perché la Cultura è crescita della comunità stessa. Lanuvio ha la Festa della Musica che ATCL ha sempre sostenuto – ha concluso Fornari – che può diventare un volano importante per tutti i Castelli Romani. La Cultura ha un valore assoluto in se, ed è normale che vi siano investimenti in perdita dal punto di vista strettamente economico, perché anche quando portiamo nei comuni spettacoli che non si ripagano economicamente nell’immediato, si mette in moto comunque un meccanismo di valore per chi ne può fruire, si risveglia la socialità e sono investimenti che in prospettiva possono avere una ricaduta anche economica positiva, che deve essere sostenuta.

Occorre fare rete tra le diverse discipline del settore, tra gli attori in campo e tra i diversi Comuni valorizzando le eccellenze territoriali – ha detto la Consigliera Leonori – ed i Castelli Romani possono essere una alternativa ad un centro di Roma che in questo periodo di covid ha mostrato le sue criticità, con la crisi di attività improvvisate o fortemente speculative, di basso livello qualitativo e destinate ad un turismo di transito. E’ un modello che va ripensato, perché oggi il centro di Roma è vuoto e i romani scelgono altre mete. Inoltre, sarà importante non tornare indietro rispetto allo snellimento ed alla digitalizzazione delle pratiche burocratiche, che le misure emergenziali e lo smart working ci hanno imposto, perché se riusciamo a ottenere che una associazione culturale possa avere il 50% in anticipo senza dover ricorrere a prestiti bancari, se riusciamo a far si che i progetti si possano presentare attraverso strumenti elettronici, è un patrimonio positivo acquisito da non disperdere. Abbiamo davanti enormi opportunità, perché oltre alle risorse ordinarie di Comuni e Regioni, attraverso il Recovery Fund potremo e dovremo lavorare sulle infrastrutture necessarie a rendere più semplici i collegamenti, non solo per i turisti, ma anche per chi sceglie di vivere nei territori attorno alle grandi città. E poi – ha concluso Leonori – abbiamo uno strumento importante a disposizione, che è quello delle Reti di impresa. Dobbiamo fare in modo che le reti territoriali e le reti di filiera, come quella enogastronomica, si intreccino tra loro, e come Regione stiamo lavorando su dei bandi in questa direzione, così come stiamo lavorando sulla legge sul Turismo e dobbiamo puntare sugli alberghi diffusi e sull’ospitalità extra alberghiera.

Noi qui presenti siamo una squadra – ha detto Marta Bonafoni – La seconda legislatura Zingaretti ha creato un gruppo di lavoro coeso, che prova a lavorare fuori dai “palazzi della politica”. La politica deve tornare ad essere porosa, avere l’orecchio a terra, macchiarsi i vestiti andando in giro, rimboccarsi le maniche, respirare quello che sta succedendo in questo Paese. Dobbiamo fare squadra con i territori, perché arriveranno tante risorse. Qui c’è una potenzialità fortissima di attrazione turistica ed allo stesso tempo una identità forte capace di far affezionare il visitatore, che si innamora, torna e porta altri visitatori. Il Recovery Fund ci da due indicazioni chiave: Green New Deal, con il 37% delle risorse che devono andare a creare ambienti sani, salubri, capaci di farci vivere una vita degna di essere vissuta, e Next Generation. Anziché sulle prossime elezioni, dobbiamo lavorare sulle prossime generazioni, e se noi vogliamo quelle risorse, dobbiamo saper rispettare queste linee guida, attraverso transizione ecologica, ridistribuzione delle opportunità e lotta alle diseguaglianze e dobbiamo scommettere su un modello di sviluppo che guardi lontano. Qui ci sono realtà comunitarie fortissime, innamorate del proprio territorio, che vogliono restituire quell’amore in termini di economia come motore di sviluppo sano, da ridistribuire dentro le comunità locali. In questi ultimi mesi sono venuti meno alcuni luoghi comuni: la città non è meglio della campagna, e grande non è meglio di piccolo. Lo smart working richiede ovviamente un potenziamento delle reti tecnologiche, ma molti stanno riscoprendo il bello dei nostri territori, con l’agricoltura tornata ad essere settore primario, che non è soltanto il cibo che arriva a tavola, ma la qualità del cibo che arriva a tavola. L’agricoltura è quel pezzo di turismo enogastronomico che ti da l’opportunità di avere memoria del cibo che hai mangiato e di quello che hai bevuto, e può diventare una eccezionale leva di welfare di comunità. Siamo una società che può ripartire da qui, con il turismo enogastronomico, lo sviluppo delle piste ciclabili, il recupero degli spazi da destinare alla comunità, perché il covid ci ha insegnato che concentrare tutto in strutture totalizzanti è sbagliato. E infine la Vita piena. Noi ci siamo disabituati a pensare che la politica ha a che fare con i destini delle persone, ma la liberazione dai bisogni significa anche poter agganciare il desiderio di cultura, partendo dalle nuove generazioni e coinvolgendo gli anziani, perché vivere meglio aumenta il desiderio di cose belle. Io penso che Lanuvio – ha concluso Bonafoni – con le premesse che stiamo mettendo qui stasera, e grazie ad un lavoro quotidiano, abbia tutte le carte in regola e possa fare squadra, per costruire una alternativa che questo posto merita.

È importante ritrovarsi oggi su questo palco tra persone che hanno fatto percorsi professionali importanti e che conoscono questi settori produttivi – ha detto Danilo Grossi – perché significa che la politica è ancora capace di creare l’incontro tra professionalità che trovano positivo mettersi a disposizione degli altri. La nostra regione è ricca di bellezze che non sono valorizzate al meglio. Oggi abbiamo visto quanto può potenzialmente cambiare un territorio. Chi fa amministrazione locale si assume un compito importante, e deve essere al servizio dei cittadini. Come amministratori in passato abbiamo vissuto anni complicatissimi, in cui tutto era fermo sul fronte delle risorse in ambito culturale, ma l’amministrazione Zingaretti ha dato una svolta rispetto a questo, mettendo a disposizione risorse mai viste prima, con una ricaduta importante sui territori. La percezione che la cultura sia “spreco di risorse” – ha concluso Grossi – è una concezione sbagliata, perché significa investimenti sul territorio, significa lavoro, significa economie che possono vivere di bellezza e di cultura. Occorre visione politica e dobbiamo credere che un percorso diverso sia possibile, ed oggi abbiamo dato un segnale forte.

Un’ultima annotazione è arrivata dall’Assessora Pugliese sul futuro della politica: “C’è un mondo di donne che lavorano nella società, che fanno volontariato, che sono nelle università, abbiamo una energia femminile fortissima e dobbiamo avere il coraggio di puntare su gente nuova, sui giovani, sulle donne. Solo mettendo insieme la competenza di chi ha fatto politica ed esperienza sul campo con le idee e le risorse giovani potremo cambiare il modo di fare politica”.

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