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Nemi, solenne cerimonia per il monumento ai Paracadutisti della Folgore. “Una preghiera di pietra”

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E’ stato tolto ieri il velo sul monumento dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia, sezione Colline Romane, installato in via Nemorense a Nemi, all’ingresso della città da Genzano, in località “Il Faro”. Una stele imponente, in marmo, che si erge squadrato verso l’alto, alla cui sommità è stata posta una piramide, il cui vertice sorregge un melograno.

monumento paracadutisti nemi

“Un’opera voluta per commemorare i paracadutisti che hanno perso la vita, sia in tempi di guerra che di pace – è stato detto dallo speaker mentre il sindaco di Nemi, Alberto Bertucci, ed il Generale Marco Bertolini, presidente dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia, hanno tolto il velo alla stele, per poi proseguire con la benedizione di Padre Vincenzo.

“Sulla facciata est del monumento, rivolta al fronte strada, compare lo stemma araldico della città di Nemi con i gigli che affermano il titolo dei città dei fiori, con la scritta “Benvenuti a Nemi” rivolto a chiunque percorra la via Nemorense, ma anche, vista l’esposizione, ad ogni nuovo giorno.
Sulla facciata nord sono scolpiti i due simboli del Nucleo Paracadutisti delle Colline Romane e dell’Associazione Assopar, che hanno realizzato l’opera.
Sulla facciata ovest, l’eterna lotta tra il bene e il male, è raffigurato l’Arcangelo Michele mentre con il suo piede schiaccia Lucifero e nella mano sinistra tiene la Bilancia, simbolo universale di giustizia. Vi sono anche: la nuvola a simboleggiare lo sguardo dell’uomo rivolto alla volta celeste; il paracadute, dall’idea di Leonardo Da Vinci, che per la Folgore è un’estensione della persone stessa; l’aero, il Vagone Volante, che ha portato in alto tantissimi paracadutisti, ed il Castello, che rappresenta il fulcro dello sviluppo della civiltà e della cultura.
Il lato Sud è stato riservato al ricordo della battaglia di El Alamein , dove i giovani della Folgore hanno scritto indelebili pagine di storia, conquistando anche il rispetto degli avversari.
Sulla base delle quattro facciate è scolpita la parola “Presenti”, un messaggio di memoria, di ricordo e di rispetto, verso le generazioni passate delle quali siamo onorati di essere eredi.
In alto, nella piramide si conservano il basco amaranto, il fregio, le mostrine della brigata paracadutisti, la foto ricordo di Santo Pelliccia, paracadutista della Folgore che ha combattuto ad El Alamein, la preghiera del paracadutista ed un’ampolla contenente la sabbia di El Alamein.
Sulla punta, il melograno che rappresenta l’energia vitale, l’amore ardente, la fecondità, l’abbondanza, la carità, l’umiltà, e l’unione, e ben sintetizza l’amore e il senso del dovere della brigata folgore”.

monumento paracadutisti nemi
monumento paracadutisti nemi

In tanti hanno preso parte alla cerimonia di inaugurazione della stele, ieri, non a caso nel giorno del compleanno del paracadutista della Folgore Santo Pelliccia, reduce della Seconda Guerra Mondiale e deceduto lo scorso anno. Schierati, sulle note della banda Musicale Mario Mecheri di Genzano, c’erano i volontari dell’Associazione Paracadutisti sezione “Colline Romane”, fautori dell’opera in travertino ideata dall’artista Giuliano Grigati, insieme a tante associazioni civili e militari e le Forze dell’Ordine, tra cui Polizia di Stato, Carabinieri e Polizie Locali di Nemi e del territorio.

Tra i presenti il Generale di Brigata Par. Enrico Celentano, Gen. di Brigata Par. Franco Monticone, il Consigliere Nazionale e presidente ANPdI Roma Par. Adriano Tocchi, il dott. Maurizio Capogrossi, Pres. BCC Colli Albani, sponsor dell’iniziativa, il prof. Augusto Sinagra, l’associazione nazionale Incursori Esercito, l’associazione nazionale medagliere nazionale, l’associazione nazionale San Marco e le sezioni ANPdI di Roma, Latina e Anzio Nettuno.

“Questa stele lancia un preciso messaggio attraverso i simboli scolpiti sul marmo – ha detto il Sindaco Bertucci nel suo intervento -, dai significati chiari di benvenuto e di riconoscimento della gloriosa storia dell’esercito italiano e di tutte le forze armate. L’Arcangelo San Michele, poi, ha uno stretto legame con Nemi, poichè a lui è dedicato un eremo che oggi molto spesso è sconosciuto dal momento che si trova lungo un sentiero naturalistico inaccessibile, ma che è oggetto di recupero e valorizzazione”.

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“Voglio ringraziare i volontari dell’associazione paracadutisti Colli Romane – ha aggiunto il Primo Cittadino – perchè sono stai sempre disponibili a rimboccarsi le maniche per qualsiasi esigenza della comunità. Questo monumento – ha ribadito allontanando le polemiche sorte negli ultimi giorni da parte dell’Anpi – ha l’obiettivo di dare il benvenuto, accogliere e testimoniare la storia della nostra Nazione”.

A prendere la parola è stato poi il Generale di Corpo di Armata, presidente dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia, Marco Bertolini, il quale ha ringraziato il Sindaco Bertucci per l’ospitalità concessa al monumento, passando poi a porre l’attenzione su alcune simbologie presenti su di esso. “San Michele Arcangelo è il protettore dei paracadutisti e della polizia di stato, ma soprattutto è il principe della milizia celeste invocato nella liturgia cattolica contro il maligno. E’ ben augurante, dunque, posizionare un santo come questo all’ingresso del paese, soprattutto nel periodo che stiamo attraversando”.

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“I paracadutisti sono nati nel Lazio – ha aggiunto il generale -, son partiti da qui per andare in Africa Settentrionale per combattere la gloriosa e sfortunata battaglia di El Alamein ricordata sulla stele. E’ necessario avere la schiena diritta e tanto coraggio per affermare i nostri valori, il nostro amore per la patria e per i caduti. Non è una cosa scontata – ha concluso – per questo ringrazio il Sindaco e tutta l’Amministrazione di Nemi per questa realizzazione che è estremamente rincuorante. Se qualche sciagurato vuole prendersela con questa preghiera di pietra – così ha definito il monumento rispondendo alle critiche -, non farà altro che ricordare ancora di più i valori per il quale è stato posizionato”.

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A seguire, sulle note del “Silenzio” è stata deposta la corona d’alloro e recitata la preghiera del paracadutista, che ha unito tutti i presenti in un corale raccoglimento.

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