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A Roma guerra tra Centri Commerciali: sull’apertura di Maximo deciderà il Tar il 14 dicembre. Euroma2 in “finestra”

maximo

A Roma, nonostante le limitatezze legate all’emergenza pandemica, continua la guerra tra centri commerciali. Da un lato Euroma2, attivo da diversi anni sulla via Cristoforo Colombo nei pressi del Palazzo dello sport, e dall’altro Maximo, il nuovo megastore che attende di essere inaugurato a breve, distanti l’uno dall’altro poco più di 2 km. La miccia che ha dato fuoco alle polveri – come fatto sapere a “Castelli Notizie” dall’Agenzia DIRE – è proprio la prossima apertura della nuova super galleria commerciale sulla Laurentina, accusata dai legali della Police&Partners, che rappresentano i vicini concorrenti di Euroma2, di non avere tutte le carte in regola. Con tanto di diffida e minaccia di portare tutti in Tribunale.

centro commerciale maximo

Il centro commerciale Maximo, immaginato nel 1997, attende, dopo 23 anni, un’inaugurazione prevista inizialmente il 28 ottobre. A pesare il fatto che delle opere pubbliche che i proponenti avrebbero dovuto realizzare – una piazza, il palazzo del Municipio e un collegamento pedonale verso il quartiere – non c’è ancora traccia. Intanto, nel ventennio intercorso tra la prima idea e la realizzazione di Maximo, a poco più di due chilometri in linea d’aria è nato un altro centro commerciale, Euroma2, cuore del nuovo centro direzionale della Capitale, l’Europarco, con le torri della Città metropolitana e gli uffici di Eni e del
ministero della Salute.

In questi giorni i proprietari del centro commerciale Maximo hanno ottenuto una prima mezza vittoria in sede giuridica. Il Tar del Lazio – come sintetizzato da DIRE – ha accolto ricorso della Parsec 6 spa, la società che gestisce il centro commerciale, con cui si chiedeva la sospensione di una serie di atti attraverso i quali il Comune di Roma, imputando le responsabilità agli stessi ricorrenti, annunciava la mancata concessione dei permessi ad aprire, necessari all’inaugurazione della nuova struttura, a causa della mancata realizzazione delle opere pubbliche accessorie. A partire dalla nuova piazza pubblica.

Nell’ordinanza del Tar, nello specifico, si legge che la seconda sezione bis del Tribunale amministrativo del Lazio “accoglie la domanda cautelare nei limiti e nei termini di cui la parte motiva e rinvia le parti per il proseguo del giudizio alla camera di consiglio del 14 dicembre 2020, con riserva di ogni altra decisione in rito, come nel merito e sulle spese anche della presente fase cautelare”.

Il ricorso è stato accolto sulla base di alcune considerazioni a partire dalla richiesta della società di non imputabilità a carico della Parsec 6 per la mancata realizzazione della piazza. Secondo i ricorrenti, infatti, la mancata conclusione della piazza e di altre opere sarebbe da imputare ad una società partner, la quale non avrebbe neanche realizzato parte dei parcheggi.

Parsec 6, dopo aver ricordato la conclusione dei lavori di sua competenza (il 60% della piazza) ha poi ricordato al Tar di “aver chiesto al Comune di Roma una rimodulazione delle fasi allo scopo di consentire la soggezione della certificazione di agibilita’ del centro commerciale, non avendo alcuno strumento per ottenere da Immobilidici il completamento dell’opera della parte di sua spettanza” ricevendo, pero’, risposte negative.

Il Tar, inoltre, ha ritenuto che “pur con riserva di ogni migliore valutazione nel proseguo appaia evidente come l’apertura del centro commerciale, nelle more dell’esecuzione della maggiore quota delle infrastrutture necessarie, comporti il minor sacrificio dei contrapposti interessi perche’ previene ragionevolmente possibile rilevanti istanze risarcitorie di notevole entita’” da parte dei 170 negozi sul punto di aprire, “lasciando al contempo del tutto impregiudicato l’effettivo completamento della convenzione”.
Ed ancora. Il Tar ha ritenuto che il conseguimento dell’apertura del centro commerciale, nelle more del completamento delle opere generali ancora ‘in fieri’, se unito ad adeguate garanzie procedimentali e finanziarie circa l’integrale assorbimento delle obbligazioni relative, si risolverebbe essenzialmente in nulla piu’ che in una inversione dei tempi di esecuzione e del cronoprogramma delle fasi della convenzione, circostanza quest’ultima del tutto compatibile con una misura cautelare”.

Parsec 6 si è quindi impegnata ad assumere a proprio carico finanziario, tecnico e amministrativo la realizzazione integrale della piazza e delle opere è strettamente connessa. Il Tar, infine, stabilisce che Roma Capitale dovrà adottare tempestivamente ogni provvedimento utile, anche nei confronti della Immobilidieci, per consentire a Parsec 6 di acquisire la disponibilità dell’area funzionale per completare le opere, attraverso l’immediata convocazione di una conferenza dei servizi. Il tutto entro 30 giorni.

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