POLITICA

Genzano – L’amarezza di Borri sui…tiri Mancini post voto: “Abbiamo vinto le elezioni ma saremo in minoranza”

borri _ primo consiglio genzano

Nel corso della prima seduta della nuova consiliatura genzanese, al momento di procedere alla votazione del Presidente del Consiglio comunale (e del suo vice), ha preso la parola l’ex candidato sindaco Roberto Borri, che ha messo a tacere settimane di voci ed indiscrezioni, raccontando la sua versione dello strappo con la coalizione del neo Sindaco Zoccolotti.

Nel suo intervento ha esordito svelando la scelta di chiamare il proprio gruppo “Rinascita Comunista”, in omaggio alle due liste che hanno sostenuto la sua candidatura. Borri, che è stato a lungo la figura in predicato di ricoprire la carica di Presidente del Consiglio comunale (poi finita a Patrizia Mancini), ha ripercorso quanto accaduto, addossando precise responsabilità alla segreteria regionale del Partito Democratico, che avrebbe portato alla frattura e al disconoscimento dell’accordo elettorale, precedentemente sancito dalla stretta di mano con Zoccolotti.

borri _ primo consiglio genzano

Lei, Sindaco, ha già un primato – ha esordito l’ex consigliere provinciale -: ha vinto le elezioni con una coalizione che non è più quella che oggi esprime la sua maggioranza, cosa mai accaduta a Genzano. Tutto questo, prima di procedere all’elezione del Presidente del Consiglio, ha bisogno di una spiegazione. Il 29 settembre – ha dichiarato Borri – non eravamo seduti in un caffè e non eravamo neppure 4 amici al bar. Quel giorno lei, Carlo Zoccolotti, ed io, Roberto Borri, in vista del turno di ballottaggio firmammo un documento in cui condividevamo la necessità di dare a Genzano una nuova e più ampia coalizione. Insieme ci siamo impegnati a definire l’armonizzazione dei programmi e l’assetto di governo. L’accordo verbale, su vostra proposta, è stato quello di non aprire una pagina sulla Giunta altrimenti la vostra coalizione sarebbe andata in fibrillazione. Abbiamo quindi deciso di utilizzare quella formula, che sottintendeva che avremmo chiesto la Presidenza del Consiglio e il Vicesindaco e voi avreste proposto la Presidenza del Consiglio e un assessorato. Ci siamo fatti una fotografia, un brindisi e siamo andati avanti.

E a testimonianza di quell’accordo all’indomani abbiamo fatto un manifesto comune, abbiamo partecipato al comizio ai Landi e a quello in Piazza Tommaso Frasconi. Nel frattempo da Torino qualcuno (Rizzo, ndr) chiedeva la nostra espulsione, pur non essendo neppure del nostro partito. Poi è arrivato un comunicato della segreteria regionale del partito che sconfessava l’accordo, ma noi abbiamo continuato a sostenere la candidatura e insieme abbiamo festeggiato la vittoria.

Martedì 20 ottobre – ha aggiunto Borri nella sua cronistoria dei fatti -, abbiamo fatto un incontro presso la sezione di via Garibaldi in cui coloro che hanno partecipato hanno detto di non conoscere i termini dell’accordo. A quel punto abbiamo richiesto la presenza del vostro segretario provinciale (quello del Pd, ndr), insieme al quale avevamo scritto l’accordo. Il segretario provinciale è arrivato a sostenere che era vero quanto dicevamo, aggiunge che il documento della segretaria regionale aveva però annullato l’accordo, sulla base del fatto che dai conti effettuati dopo il voto non risultava esserci stato” un apporto concreto da parte nostra.

Roberto Borri e Carlo Zoccolotti
La stretta di mano Borri – Zoccolotti

“La sua coalizione le lezioni non le ha vinte, Sindaco. Non c’è la controprova, è vero, ma l’unica certezza è che avete vinto con noi e se siete 10 consiglieri oggi in maggioranza è perché c’eravamo noi, altrimenti molti di voi oggi sarebbero stati assenti e i restanti all’opposizione. La scusa che utilizzate è che una parte del partito non ha riconosciuto l’accordo, ma insieme abbiamo portato il carretto e ci siamo messi a disposizione e invece di ringraziarci ci dite che non vale. Ma vogliamo scherzare? Abbiamo inoltre proposto di sanare la frattura e chiesto di ragionare anche sulla Presidenza del Consiglio alla minoranza, come avvenuto in passato con Flavio Gabbarini durante una delle Amministrazioni Cesaroni. A me non serve una poltrona – ha ribadito Borri – ed è bene che si sappia che dal 22 ottobre non ci è mai giunta una risposta alle nostre richieste”.

“Annuncio che non voteremo contro ma ci asteniamo, nel rispetto del ruolo, ma per il futuro faccio una proposta, quella di istituire una commissione bilaterale, coi consiglieri e i rappresentanti dei partiti, per vedere se ci sono le condizioni per armonizzare i programmi”, ha concluso il consigliere di Rinascita Comunista, che ha di fatto aperto nuovamente la porta alla coalizione di maggioranza, tendendo una mano che è stata subito ben accolta dal Primo cittadino, che anche se brevemente non ha mancato di replicare.

Pur nel rammarico delle parole proferite dal consigliere di Rinascita Comuista, Zoccoltotti ha infatti sposato il “desiderio di collaborazione per ricostruire l’unità di centrosinistra che abbiamo cercato di trovare”.

“Esprimo rammarico per la frattura all’interno del tuo partito, che ha condizionato quello che è avvenuto dopo”, ha aggiunto il Sindaco, provando in qualche modo a rispedire la palla all’altro lato del campo.

“La nostra disponibilità ad accogliervi non è venuta meno fino all’ultimo momento e ci tengo a sottolinearlo. Rispetto il tuo giudizio – ha concluso Zoccolotti rivolgendosi a Roberto Borri – e mi assumo tutte le responsabilità politiche di una scelta che non è evidentemente solo la mia”, quasi ad avallare le parole dello stesso esponente comunista, e a conferma di quanto siano stati proprio i vertici regionali del Pd a venire meno all’accordo.

Cinque posti in Giunta erano evidentemente pochi per poter soddisfare anche le pretese della coalizione comunista…ed è così che si è arrivati all’epilogo e a quel tiro mancino, nei confronti di chi ha comunque dato il suo contributo alla vittoria contro il centrodestra di Piergiuseppe Rosatelli.

Tiri Mancini, ci si consenta la battuta, visto che a prendere il posto di Presidente del Consiglio, cui l’ex consigliere provinciale sembrava avviato, è stata proprio l’ex assessora ai servizi sociali, Patrizia Mancini, cui agli auguri di buon lavoro dell’intero consesso aggiungiamo anche quelli della nostra testata giornalistica.

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