Lettera al direttore

Attualità

Covid-19 – Ariccia, la testimonianza della dott.ssa Luana Mannocci: “La salute dei miei pazienti non vale 18 euro”

Luana Mannocci

Riceviamo e pubblichiamo una lettera della dottoressa Luana Mannocci, stimata medico di famiglia, che da anni opera nel suo studio ad Ariccia, con piena soddisfazione dei suoi pazienti. La dottoressa Mannocci ha scelto di rendere pubblico il suo disappunto per la scelta di coinvolgere gli ambulatori per l’esecuzioni di tamponi, articolando il suo pensiero con la lettera che segue.

Luana Mannocci

“Caro paziente, attenzione!!! É necessario che io chiarisca le ragioni per cui non sono d’accordo con l’esecuzione dei tamponi per COVID all’interno delle strutture ambulatoriali della ASL cui afferisco. Le ragioni per cui non sono concorde sono scientifiche e motivate. Certamente in questo momento fare i tamponi è cosa importante e utile per la collettività, ma le modalità di esecuzione, i luoghi, i tempi, ecc. sono estremamente importanti!

L’esecuzione dei tamponi e quindi l’esecuzione di esame diagnostico su persone con sospetta infezione da COVID non può e non deve avvenire dove i cittadini si recano per farsi visitare o per sottoporsi a trattamenti preventivi come le vaccinazioni. É facile comprendere come in una situazione in cui l’intero Sistema Sanitario Nazionale è sotto stress sia necessario continuare ad assistere e a curare le persone affette da patologie non COVID, queste non possono e non dovrebbero recarsi nelle medesime strutture ove soggetti infetti o sospetti tali vengono testati.

Dove transitano persone che presentano una sospetta infezione da COVID non possono e non devono transitare i cittadini che si recano a prendere ricette, ad essere visitati o vaccinati.

L’esecuzione di tamponi negli ambulatori è pratica errata e rischiosa e ciò perché nei medesimi ambienti si recano per cure e/o prevenzione soggetti a rischio di infezione ovvero i pazienti “ordinari”, dopo ogni tampone dovrebbe essere effettuata una sanificazione degli ambienti e il cambio dei DPI degli operatori (guanti, tute, visiere, ecc.).

Ulteriormente nell’ipotesi dell’utilizzo degli ambienti ambulatoriali per l’esecuzione dei tamponi gli ambienti dovrebbero essere sanificati regolarmente e in maniera intensiva con applicazione di specifici protocolli di sanificazione degli ambienti e controlli degli stessi.

In questo momento si sta parlando della categoria dei Medici di Famiglia, cui appartengo, con estrema severità, ma è bene fare qualche distinguo. Molti tra i miei colleghi, me compresa, stanno lavorando con dedizione ed umiltà mettendo al centro dei propri interessi la salute e la sicurezza dei propri pazienti. Altri colgono l’occasione della pandemia per monetizzare.

La FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale) sindacato nazionale cui io NON appartengo ha spiegato con semplicità quali interessi ha a cuore difendere. Il segretario nazionale della FIMMG ha infatti candidamente ammesso come siano necessari “…7 secondi per una narice, 7 secondi per l’altra, 10 secondi per le provette e avanti un altro … in un’ora anche il più lento di noi riesce a farne 10-12 … a 18 euro a tampone … avete idea di che paga oraria sia?”.

Caro segretario, ho ben chiaro che tipo di paga oraria sia, ma sinceramente non penso che i miei pazienti siano un prodotto da monetizzare, non valgono due narici 18 euro … In scienza e coscienza non penso vi siano, nelle strutture pubbliche in cui opero, le condizioni di sicurezza tali da permettermi di effettuare i tamponi pur se profumatamente pagati. La salute dei miei pazienti non vale 18 euro!!!

La mia priorità è la salute e la sicurezza dei miei pazienti che hanno tutto il diritto di essere testati in ambienti sicuri ove non rischino di infettarsi o di infettare altri, in cui non vi sia una commistione infetti/non infetti e in cui – tra l’altro – vengano rispettati con regolarità i protocolli di sanificazione, areazione, ecc.

Il virus si trasmette in maniera subdola ed insidiosa, le attenzioni non sono mai abbastanza, serve l’attenzione di tutti! Mi opporrò con tutte le mie forze all’esecuzione di tamponi per COVID in ambienti inadeguati e non sanificati con regolarità soprattutto se ciò deve avvenire sulla base di un “mercato delle vacche” che vede un paziente fatto da due narici e con un valore ben definito di 18 euro.

Penso che voi, i miei pazienti, meritate molto di più, meritate di essere tutelati e che siano prese delle scelte finalizzate alla salvaguardia della vostra salute. Per me non siete e non sarete mai merce di scambio. Riflettete su quanto ho scritto quando altri medici di famiglia offriranno il tampone a soggetti sospetti positivi negli stessi ambienti in cui magari curano la vostra nonna o il vostro parente immunodepresso senza che vi sia alcuna procedura di sanificazione degli ambienti e ben più grave senza che tutto ciò gli interessi o considerando ben più importante ricevere 18 euro a tampone piuttosto che tutelare la salute dei propri pazienti”.

dr.ssa Luana Mannocci

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