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Mostarda sconfessa se stesso: “Il Punto Nascita di Velletri riaprirà a fine Pandemia”. Righini (Fdi) furente: “Scelte che uccidono gli Ospedali, rabbrividisco”

Velletri Ospedale ottobre 2020

“I Punti Nascita degli Ospedali di Anzio e Velletri riapriranno solo al termine di questa feroce Pandemia”. A dichiararlo, nel corso dell’odierna audizione della Commissione Sanità della Regione Lazio, richiesta dal gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, con Giancarlo Righini primo firmatario, è stato il Direttore Generale della ASL Roma 6, Narciso Mostarda, che ha quindi spostato ancora una volta in un futuro indeterminato una riapertura che lui stesso, a giugno, aveva assicurato sarebbe arrivata entro la fine dell’estate trascorsa. Un Mostarda che ha nuovamente smentito se stesso, quello che una volta preso tempo nel mese di giugno ha trovato nella prevedibile nuova ondata dei contagi l’assist per spostare ancora più in là una riapertura che rischia di diventare una chimera, proprio come è stato coi reparti chiusi negli ultimi anni e mai più riaperti.

Parole, quelle di Mostarda, alternate a dati e considerazioni che lasciano quindi un enorme punto interrogativo sulla volontà di riaprire quei reparti, visto che lo stesso DG ha fatto accenno al lapalissiano calo delle natalità su scala nazionale.

“Quei reparti vanno riaperti, ora, visto che ci sono tutte le condizioni per farlo!” è stato il “grido” che si è levato forte e chiaro dalle parole di Giancarlo Righini primo firmatario della richiesta dell’audizione, che è stata presieduta da Giuseppe Simeone, ed ha visto intervenire, tra gli altri, Orlando Pocci e Candido De Angelis, sindaci di Velletri di Anzio.

Presenti alla stessa anche il Direttore Sanitario degli Ospedali di Anzio e Velletri, dott. Ciriaco Consolante, il Direttore Amministrativo della Asl, Tommaso Antenucci, e il Direttore facente funzione, Marco Mattei.

E’ stato proprio Giancarlo Righini ad introdurre il tema, chiedendo una “riapertura immediata di entrambi i Punti Nascita, la cui chiusura non ha più ragion d’essere. Questa audizione – ha premesso – era stata richiesta dal nostro gruppo consiliare nel mese di giugno e alla luce delle rassicurazioni avute avevamo concordato di rallentare la sua convocazione, visto che erano stati assunti degli impegni ben precisi per la riapertura. Da allora, però, nulla è avvenuto, e anzi l’Ospedale dei Castelli è stato recentemente trasformato in Ospedale Covid, cosa che mette in discussione l’intera ragione che aveva motivato la chiusura, visto si era chiuso adducendo la volontà di voler mitigare i rischi di contagio. Una scelta sconsiderata, che ha determinato un ulteriore impoverimento di nascite in questa parte di territorio. Nel 2019 ci sono stati poco meno di 1500 parti nei 3 Ospedali, mentre la scelta di accorpare tutto sul NOC ha comportato un crollo verticale delle nascite, visto che in tante hanno propeso per altre soluzioni, come Aprilia e il Policlinico Casilino, e la stima, a fine anno, si attesta sulle 800 nascite per il 2020. Dati che certificano il fallimento totale della scelta, che aveva però un fondamento che ora va del tutto riconsiderato, viste le difficoltà che si stanno vivendo al Nuovo Ospedale dei Castelli.

La richiesta, forte, del territorio è quella di ripristinare questi due Punti Nascita e rendo pubblico l’episodio increscioso, avvenuto ad inizio settimana, quando una donna che proveniva dalla Valle del Sacco è arrivata a Velletri col parto in prossimità, dichiarando di non sapere dove doveva andare a partorire.

Non si può non tener conto che per ciascuno dei due Ospedali afferisce una popolazione non inferiore a 150mila cittadini, andando anche oltre la competenza territoriale della ASL Roma 6. Negli anni – ha ricordato Righini – è stato formato del personale per poter adempiere a tutte le opportunità, come il parto in analgesia, che non ha mai visto la luce nell’ospedale di Velletri”.

“Se davvero si è trattato di una soluzione temporanea e su questi ospedali si vuole investire, passiamo dalle parole ai fatti. Dimostrate sin da domani che avete una volontà concreta di voler tornare ad investire con scelte amministrative e sanitarie su presidi importanti, dimostrando più considerazione per il personale e avviando il parto in analgesia e la cura delle patologie neonatali”.

“Spero che tutto questo accada in maniera repentina – ha aggiunto il consigliere regionale di FdI -, altrimenti prenderemo atto che la narrazione di questi mesi era solo un moto per tacitare le polemiche ed affievolire il dibattito. Su questa questione andremo fino in fondo e nessuno pensi che rassicurando i sindaci finisca qui, perchè si tratta di ospedali storici – ha ribadito Giancarlo Righini – che hanno offerto un servizio di qualità ed è ora di dimostrare coi fatti che su questi Ospedali si vuole davvero investire. Se la scelta è di chiuderli in favore dei grandi HUB lo si dica chiaramente, perché quello che non è consentito a nessuno è di far morire di asfissia gli ospedali, prendendo in giro i cittadini”.

“Condivido e sottoscrivo la cronistoria molto lucida ed efficace di Righini”, ha dichiarato il Sindaco di Anzio, Candido De Angelis: “Fateci capire quello che deve diventare il nostro Ospedale”, ha esclamato, prima di annunciare “proteste fortissime” in caso di un protrarsi della chiusura”.

E’ poi intervenuto anche il Sindaco di Velletri, Orlando Pocci, che ha esordito “ringraziando la Commissione Sanità e il Consigliere Righini per l’opportunità che ci hanno dato di parlare con la Commissione. Non sono mancate le discussioni in privato con Mostarda e D’Amato – ha ammesso Pocci – e non solo per il Punto Nascita, che manca da marzo 2020. In città ci sono state anche due manifestazioni a favore della riapertura, a testimonianza di quanto il tema sia sentito. Abbiamo rassicurato la popolazione e il personale medico in continuazione, circa una riapertura in tempi brevi, o comunque un lasso di tempo meno lungo di quello che è poi diventato. Dobbiamo però essere chiari coi cittadini – ha evidenziato il Sindaco di Velletri -: se dobbiamo diventare un punto di Primo Soccorso ditelo, così eviteremo di fare figure pessime, a partire da me, in qualità di sindaco”.

Nella sua replica il Direttore Generale della Asl Roma 6, Narciso Mostarda, ha spostato al termine della pandemia la riapertura. “Le motivazioni della disattivazione delle due unità di pediatria ed ostetricia ginecologia di Velletri ed Anzio – ha esordito – sono state diverse, a partire dalle difficoltà di reclutamento di alcune figure professionali. I pediatri neonatologi sono merce rara, come i medici anestetisti e i medici di Pronto Soccorso, a differenza dei ginecologi”, ha evidenziato il Dg della ASL. “Questa feroce pandemia ci sta costringendo a rivisitare tutti i setting ospedalieri, specie dopo l’ordinanza del Presidente della Regione, con l’apertura di 225 posti letto Covid. Una situazione che impone uno sforzo tremendo. Abbiamo però intenzione di riaprire quei reparti non appena verrà conclusa od arginata questa situazione pandemica. Sarà così per il Punto Nascita di Velletri, che ha fatto meno di 500 parti negli ultimi 3 anni, e anche per quello di Anzio, che viaggia purtroppo sugli stessi numeri”, ha aggiunto Mostarda, tirando fuori numeri che potessero dar manforte alla sua scelta, avvalorando però il pensiero di chi vede in quelle chiusure una precisa strategia aziendale.

Ed anche in questo contesto s’inserisce un successivo passaggio di Mostarda, che ha chiamato in causa il calo della natalità in tutta Italia: “Nascono circa 20mila bambini in meno ogni anno – ha detto – e questo ci genera un punto di riflessione”…

“La criticità enorme di pediatri neonatologi siamo finalmente in grado di superarla dopo il concorso. Al momento attuale – ha aggiunto – crediamo che l’Ospedale dei Castelli possa assolvere benissimo il compito, essendo quello più dotato e tecnologicamente avanzato, con spazi che garantiscono l’impossibilità del contagio. La stessa garanzia non siamo in grado di poterla assicurare negli altri due Ospedali”, ha aggiunto Mostarda.

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“Il Punto Nascita è strategico, ma dobbiamo far tornare i conti, in un momento difficile. Al termine della pandemia – ha concluso – istituiremo un tavolo tecnico con le due amministrazioni e insieme stileremo un crono programma per ripartire e costruire una vera rete della natalità sul nostro territorio”.

Ha infine ripreso la parola un Giancarlo Righini furente e per nulla soddisfatto per le nuove promesse arrivate dalla ASL, che fanno il paio con quelle che negli anni hanno accompagnato le chiusure di tanti altri reparti, mai riaperti (a Velletri, prima di Pediatria ed Ostetricia Ginecologia ricordiamo Otorino, Chirurgia Vascolare, il Laboratorio Analisi, Urologia, Neonatologia, Elettrofisiologia ed Endoscopia).

“Rabbrividisco rispetto alle considerazioni addotte da Mostarda – ha replicato Righini -. Si tratta di un’ingiustizia perpetrata ai danni dei cittadini di questi territori. Tutto quello che ho ascoltato è in parte falso, come dimostrano i dati sui parti, difformi dalla realtà. La scelta del NOC come polo unico per le nascite è una scelta sbagliata, di cui dover prendere atto. E’ una scelta politica e se questo serve ad uccidere gli altri ospedali che venga detto chiaramente”, ha aggiunto il consigliere di Fratelli d’Italia. “Nei due Ospedali ci sono già le professionalità che occorrono e speriamo che aumentino ancora, per garantire un servizio migliore. Ma si dica chiaramente che questi Ospedali li si sta indebolendo a vantaggio del NOC! Ditelo chiaramente ai cittadini”, ha aggiunto Righini. “Noi siamo per un modello della territorialità che voi state vanificando, senza neppure avere il coraggio di dirlo”.

“Io non ci sto, sono stanco di rassicurazioni che non trovano corrispondenza con la realtà. Sono stati presentati dei numeri falsati, a dimostrazione della volontà politica di privilegiare la crescita del NOC a discapito degli altri ospedali. E’ una vergogna e per perpetrarla si mistifica la verità. Ma alla fine oggi è stato fugato ogni dubbio e si è scoperta la verità: ci sono tutti i numeri, a livello di personale, per poter riaprire immediatamente, solo che non lo si vuole fare”.

“Non c’è più spazio per le prese in giro – ha concluso Righini – e da domani saremo in mobilitazione permanente fino a che non verrà salvaguardato il diritto alle cure di centinaia di migliaia di persone”.

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