GENZANO – La tragedia di Jacopo Silvestri. Il padre, Luigi, chiede verità e giustizia: “Il tir era senza paratia di sicurezza”

Verità e giustizia. Questo quanto un padre chiede per suo figlio, scomparso in un tragico incidente stradale. E’ il 10 aprile 2019, quando Jacopo Silvestri, 25enne di Genzano, perde la vita in un terribile incidente sull’autostrada A1, durante il tamponamento di un tir, nel comune di Castiglione dei Pepoli.

Il giovane, che da qualche tempo viveva insieme alla mamma a San Candido, nell’Alta Pusteria, in provincia di Bolzano, stava tornando nella sua amata cittadina ai Castelli Romani, come faceva di consueto e dove vive il padre, proprietario di una nota autofficina a Genzano di Roma. 

Una tragedia che sconvolse l’intera comunità di Genzano e per cui oggi i familiari continuano non darsi pace, perché molte sono le cose ancora non chiarite sulla dinamica del tragico incidente.

Più di tutti è suo padre, Luigi Silvestri, che con determinazione e fatica sta cercando di far luce su alcuni punti oscuri. Dapprima ha analizzato con cura i verbali e le dichiarazioni di quel giorno e poi, con l’avvocato di famiglia, Antonio Franzè, ha già depositato due Istanze – una nell’agosto 2019 e un’altra nel mese di agosto 2020 – al Tribunale di Bologna.

Terribile l’incidente in cui é rimasto vittima Jacopo Silvestri

Istanze con le quali si chiede di valutare che il tir coinvolto nell’incidente presumibilmente non fosse a norma. Una conclusione cui arrivare attraverso una perizia erogonometrica e cinematica, tramite l’acquisizione delle immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza nel tratto di autostrada in cui avvenne l’impatto, fatale per il giovane, che perse la vita sul colpo. 

Un padre che dolorosamente chiede giustizia, perché diversi sono ancora i lati oscuri di quel maledetto giorno, e perché lo stesso è convinto che il mezzo pesante coinvolto fosse sprovvisto della barra di paratia di protezione omologata, come dalle immagini già a disposizione, così come lo stesso ha dichiarato a Castelli Notizie: 

“Jacopo quella mattina percorreva l’Autostrada del Sole con la sua macchina, come faceva quasi ogni due settimane. Era un itinerario che ben conosceva, la sua utilitaria, una Peugeot 206, era in buone condizioni, seppure datata qualche anno, grazie ai controlli che io stesso era solito fare rigorosamente e regolarmente. Jacopo era un ragazzo responsabile e ligio alle regole. L’incidente con il tir avvenne nel tratto che da Badia va verso Firenze, sulla Direttissima Bologna – Firenze, all’altezza della seconda galleria, al kilometro 22.300, e al momento dell’impatto erano le 8.26 del mattino e la sua macchina viaggiava in autostrada a circa 90 km/h, come è stato dimostrato dal contachilometri della vettura”.

“Purtroppo quella mattina, sullo stesso tratto – ha rivelato Luigi Silvestric’era stato un altro incidente di cui nessuno all’epoca parlò. Un primo incidente, accaduto verso le 7.45, che causò 11 chilometri di fila proprio sotto la seconda galleria, fila nella quale c’era anche il tir contro il quale mio figlio si schiantò. Lo stesso tir, che era fermo sotto la galleria, non aveva nessuna segnalazione di fermata ed era l’ultima vettura della fila, fila che non era stata indicata né in autostrada, né all’ingresso della stessa galleria. Mio figlio, quindi, si è trovato dinanzi all’improvviso il tir fermo, tamponandolo così posteriormente.

La sua vettura si è infilata sotto il mezzo pesante e la cappotta è stata tagliata trasversalmente. Questo è accaduto perché il tir non aveva la paratia di sicurezza che avrebbe impedito alla vettura di Jacopo di finire sotto il rimorchio”.

Per mio figlio – ricorda con mestizia il padre – non ci fu nulla da fare, e la morte arrivò a causa dei traumi e delle ferite causate dall’impatto. I soccorsi, giunti sul posto, non fecero altro che attestarne il decesso, mentre a rimanere illeso fu il suo inseparabile amico, il suo labrador, che viaggiava insieme con lui nella vettura”. 

“Io ho rivisto e rivisto le foto di quel giorno – ha aggiunto Luigi Silvestri – e mi sono accorto di questa grave mancanza. Spesso questi mezzi pesanti sono in circolazione senza rispettare le norme base sulla sicurezza, passando revisioni all’acqua di rose. Oggi combatto perché questo non avvenga ad altre persone e perché voglio giustizia per mio figlio, che magari si sarebbe potuto salvare. Voglio chiarimenti perché quel giorno dopo il primo incidente delle 7.45, il tratto autostradale si presume non fosse stato messo in sicurezza dopo il primo impatto e non fosse stata segnalata la fila formatasi in galleria, quando, invece, dopo qualsiasi incidente chi di competenza dovrebbe intervenire sul luogo del sinistro entro tempi prestabiliti”.

Oggi questo padre rivolge un appello disperato attraverso la nostra testata affinché sia fatta chiarezza sull’incidente e affinché sia riconosciuta la responsabilità delle persone coinvolte nella morte di Jacopo, così che altri non possano provare l’immenso dolore che lui e i suoi familiari da quel giorno stanno vivendo.

E noi siamo con lui, nel cercare di far luce su quanto realmente accaduto in quella tragica mattinata d’aprile, che ha spento per sempre i sogni di un ragazzo che meritava ben altra sorte.

Eliana Lucarini

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