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Covid-19, l’OSPEDALE DEI CASTELLI ha cambiato pelle. Mostarda si coccola la sua creatura: “Basso tasso di contagio tra gli operatori”

Mostarda Ospedale Velletri

In attesa di capire se il Direttore Generale Narciso Mostarda diventerà il nuovo Commissario alla Sanità in Calabria (c’è il via libera del suo Pd, mentre il M5S fa muro, ndr), la ASL Roma6 continua a muovere i tasselli per razionalizzare l’offerta ospedaliera del territorio.

Come è notto in atto un’azione di riconversione dei servizi che ha portato ad una rimodulazione dell’offerta sanitaria dell’Ospedale dei Castelli e degli altri Presidi Ospedalieri aziendali per far fronte al crescente numero di pazienti con sintomatologia Covid.

Il tutto sta avvenendo su impulso della Regione Lazio, per garantire il potenziamento delle competenze assistenziali e la salvaguardia della salute dei cittadini, di tutti i cittadini, partendo dai più fragili.

Il ridimensionamento sta avvenendo salvaguardando le patologie oncologiche e le fragilità. L’Ospedale dei Castelli (ODC) è stato riconvertito per pazienti Covid, ma restano in piedi anche alcuni reparti no-Covid, con percorsi in sicurezza e separati. A disposizione dei cittadini restano Ostetricia/Ginecologia, Pediatria, Patologia neonatale, Psichiatria, Nefrologia e Dialisi, Radiodiagnostica, Endoscopia e il Poliambulatorio.

Al miele, al solito, le dichiarazioni dei vertici aziendali, che presto dovranno però rispondere anche ai solleciti che arriveranno da Genzano, dove tutte le forze politiche spingeranno per portare l’ODC dei Castelli ai 342 posti letto per cui è stato concepito (al momento sono poco più di 200, con un gap incomprensibile rispetto alle sue potenzialità).

Ciononostante la propaganda al servizio di Mostarda, sembra rassicurare tutti, col virgolettato che segue, in cui ancora una volta il DG con un piede in Calabria si coccola la sua “creatura” (per la quale ha dato persino alle stampe un libro): “Una struttura nuova di 60mila mq coperti dotata di tecnologie all’avanguardia, personale specializzato e formato fin dall’inizio della pandemia per affrontare un’emergenza imprevista. Un’esperienza di oltre 8 mesi sul campo che, grazie al rispetto scrupoloso delle rigorose norme di sicurezza, ha visto un basso tasso di contagio tra gli operatori. Un’organizzazione che ha consentito di far vivere separati ma paralleli servizi dedicati ai pazienti Covid e non Covid. Queste sono le motivazioni che hanno portato la dirigenza della Asl Roma 6 ad individuare anche in occasione di questa seconda ondata l’Ospedale dei Castelli (ODC) di Ariccia come COVID Hospital.

 “Rispetto al mese di marzo – spiega il Direttore Generale della ASL Roma 6, Narciso Mostarda – possiamo dire che siamo decisamente più preparati, sappiamo meglio ora cosa dobbiamo aspettarci e cosa serve. Riconvertire, temporaneamente, l’ODC dove ci sono tecnologie, personale formato e con oltre 8 mesi di esperienza, è stata una decisione quasi naturale per garantire qualità dell’assistenza a cittadini che ne hanno bisogno e che non toglie il diritto alla salute dei cittadini no-Covid che saranno assistiti anche presso gli altri Presidi Ospedalieri del territorio (Anzio, Frascati e Velletri, ndr).

Metteremo a disposizione della rete regionale 225 Posti Letto Covid (in tutta l’azienda), 10 PL di Terapia Intensiva (TI) e 6 PL di Terapia sub intensiva. Un lavoro enorme che non sarebbe stato possibile portare avanti senza il grande senso di responsabilità, la professionalità e l’abnegazione di tutto il nostro personale! In questi mesi non ci siamo fermati – continua Mostarda -, abbiamo continuato ad investire in risorse umane e nuove tecnologie, anche in pieno periodo Covid.

Da febbraio ad oggi abbiamo portato a termine le procedure di acquisizione, e collaudato in piena pandemia, apparecchiature destinate all’intera rete aziendale per un valore che ha superato i 3 milioni di euro. Il lavoro dei nostri uffici è stato notevole”.

Resta incomprensibile, agli occhi di tanti, la scelta di non riaprire i Punti Nascita e i reparti di Pediatria negli Ospedali di Velletri ed Anzio e costringere tante mamme a macinare chilometri, con la conseguenza che, spesso e volentieri, si dirigono verso la Capitale (se ne è parlato diffusamente nella recente Audizione della Commissione Sanità).

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