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Racconti enologici – Vini e successi dell’azienda Merumalia, a Frascati una storia di donne en(er)oiche

Copertina Merumalia

Per l’undicesimo appuntamento con i racconti enologici di Castelli Notizie, raccontiamo una storia di donne coraggiose, ambiziose, e dei loro successi che impreziosiscono il territorio e le produzioni laziali. La storia di un cambio generazionale che non è andato a modificare il valore su cui da subito si è eretta l’azienda Merumalia di Frascati.

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Un’azienda giovane – e giovanile – che punta molto alla rivalutazione e alla qualità di questo territorio, non sempre riconosciuto come potenzialmente atto a produrre vini di qualità. A guidarci sarà Giulia Fusco: una super donna, mamma ed imprenditrice, che a soli 36 anni, con il supporto della madre e delle sorelle, dirige l’azienda.

di Veronica Falcone

L’azienda: l’idea e i valori di Merumalia

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L’azienda è stata fondata dai genitori di Giulia, Luigi e Maria Teresa Fusco, circa vent’anni fa quando decisero di acquistare la tenuta composta dai vigneti e da un casale. Di origini Pugliesi, i genitori di Giulia hanno avuto esperienze in diverse parti del mondo. Un bagaglio culturale che ha donato ad entrambi un’apertura mentale che si è rivelata poi uno degli elementi chiave del successo della loro azienda.  Per 20 anni il casale ha avuto solo la funzione di residenza privata per la famiglia, e l’azienda quella di produrre uva da vendere. Nel corso di quel ventennio, c’è stata però un’attività di studio, di rinnovamento e di rimpianto (è stato per esempio tolto l’allevamento a tendono e ridotta la quantità di vitigni che producevano malvasia di Candia), nei quali si sono quindi gettate a piccoli passi le basi dell’azienda così come la conosciamo oggi. Nel corso del tempo Luigi si è affiancato, non avendo mai avuto a che fare con questo settore, ad agronomi, enologi e professionisti, collaborando con loro nella gestione del vigneto. Nel 2012, una volta in pensione, decide di espandere l’azienda e realizzare la cantina. Nel 2013 è stata vinificata la prima vendemmia in azienda, adottando da subito una gestione del lavoro a filiera corta ed una produzione con metodi biologici, affiancando il tutto ad un’innovazione costante ma consapevole, simbolo della loro attenzione al tema della sostenibilità ambientale. “Quello che cerchiamo di fare è spiegare come dietro ad ogni bottiglia ci sia una grande storia, fatta da tante persone, che non siamo solo noi della famiglia, ma un intero team di collaboratori che ci aiutano nella gestione quotidiana del vigneto e della cantina. È una squadra coesa di persone totalmente provenienti dal territorio. Ma il personale è anche giovane, ci sono tante generazioni di collaboratori che ci aiutano nella produzione dei nostri vini – racconta Giulia –. Il vino non è un prodotto che viene fatto in un giorno, c’è un grande lavoro dietro, e in questo anno di chiusura e pandemia la natura non si è fermata. Quindi siamo qui a sperimentare e a cercare di trovare sempre il modo migliore per produrre vini in un’ottica di miglioramento, cercando di proteggere al meglio quello che di base è un prodotto naturale”.

WEB-Merumalia_ingresso cantina

L’edificio principale della tenuta, che ospita la cantina, è anche uno spazio eventi, nato dall’idea che in una cantina si potesse creare un poetico connubio con la cultura.

Merumalia infatti, è un nome composto dai termini latini “Merum” – vino – “Alia” – altre cose.  Perché Merumalia, oltre a produrre vino, produce olio, si occupo di ospitalità, nella sua struttura ricettiva, ed organizza eventi culturali in questo edificio, mossi dall’idea che in questo spazio di possa godere di cultura, degustando un buon bicchiere di vino. Dal teatro alla musica, l’idea è quella che in questo luogo si possa condividere bellezza, sorseggiando del buon vino.

“Anche questa idea è un’eredità che ci ha lasciato mio padre – racconta Giulia – la nostra impostazione familiare orientata alla condivisione di uno spazio che per tanto tempo è stato privato. Da quando dal 2012 abbiamo aperto al pubblico, abbiamo voluto che chi goda di questo spazio percepisca questo desiderio di condivisione e di bellezza. Una bellezza che può essere espressa in un vigneto, in un bicchiere di vino, in una canzone, in un’opera teatrale, senza però nessun tipo di ostentazione. Un’idea di approccio al cliente che viene apprezzata e che non sempre è evidente. L’intento è quello di comunicare eleganza, nel modo migliore possibile, in linea con il territorio a cui apparteniamo. Non siamo nel Barbaresco, quindi l’eleganza è relativa ad un prodotto che nasce per essere più semplice. È un lavoro lungo ma la risposta dei clienti porta soddisfazione. Questo ragionamento racchiude perfettamente tutta la nostra filosofia: un impegno quotidiano per condividere un territorio che parli di bellezza: la vista, la tradizione, la storia di questo territorio importantissimo. Ed il vino deve raccontare anche questo. Il punto distintivo dell’azienda, è sicuramente il fatto di essere nata da una fortissima dedizione alla promozione territoriale, da due persone, i miei genitori, che non erano frascatani di origine. Un non frascatano, mio padre, diventato negli anni un ambasciatore del territorio. Ed è questo che noi continuiamo a fare, pur non essendo tradizionalmente una famiglia frascatana”.  La struttura si sviluppa su tre livelli: il piano principale a cui si accede dall’ingresso, un piccolo semi interrato a vista a cui si accede con degli scalini, ed un soppalco, permettendo agli ospiti di spaziare e di goderne al 100%.

La parete dell’accesso principale si compone interamente di vetrate, a garantire un affaccio sulla vallata di cui è possibile godere in ogni tipo di stagione, un ambiente pieno di luce di giorno ed uno splendido affaccio sulle luci di Roma di sera. Ciliegina sulla torta, l’esposizione al tramonto.

Architettura sostenibile

La cantina e la struttura vetrata che la ospita, sono state realizzate nel 2012. La sostenibilità su cui si fonda l’azienda è stata anche la base dell’architettura con la quale è stata costruita.  Al posto di essa sorgeva una collina, per questo l’idea di base è stata quella, dal punto di vista architettonico, di ridurre ai minimi termini l’impatto ambientale, avendo una serie di accortezze: si è utilizzato lo stesso ingombro della collina, per non costruire in eccesso; sul tetto è stato piantato un giardino pensile, ricreando il verde tolto dai lavori; il materiale di risulta del cantiere, composto interamente da roccia, data l’origine vulcanica del terreno, è stato tutto riutilizzato nei cassoni di contenimento dei terrazzamenti sui quali sorgono i vigneti; è presente un sistema di trigenerazione di energia solare, geotermia e biomassa. Inoltre, lo sbancamento della collina, ha fatto si che la cantina venisse costruita sotto terra, con i vigneti sopra di essa, mantenendo la temperatura naturale e costante tutto l’anno.

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Il cambiamento generazionale

Il cambiamento, che rappresenta una delle caratteristiche principali dell’azienda, è stato necessario ma abbastanza graduale. L’entrata in azienda di Giulia, avvenuta tra il 2015 e il 2016, ha fatto si che non si trattasse di un cambiamento netto. È stato invece un processo guidato dall’estrema curiosità e dall’estrema volontà di innovarsi e migliorare. Non si può parlare di un passaggio da un’impostazione vecchio stile ad un’impostazione nuova. Grazie a Luigi, l’energia e lo stimolo di rinnovamento e di crescita erano sempre alle stelle. È infatti questa l’impostazione che l’azienda ha avuto dall’inizio, essendo stato lui sempre disponibile ad accettare nuove idee e a capire quale fosse la cosa migliore, in un’ottica di cambiamento, mai statico. Questo sicuramente è stato l’elemento principale che ha facilitato la crescita dell’azienda. La componente giovane dell’azienda è stata fondamentale anche per facilitare il convincimento nella creazione di un e-commerce, che in tempi di pandemia è tornato molto utile.

Donne

Luigi Fusco ha avuto la lungimiranza di scorgere in questo territorio grandi potenzialità per la vinificazione di vini di qualità. Una visione che con passione e dedizione viene portata avanti in quella che ormai è un’azienda totalmente al femminile. Un’azienda woman only, in un settore da sempre man only. La donna è al pari dell’uomo, in qualsiasi settore: che si tratti di giornalismo, di enologie ecc. Che quello enologico sia un mondo prettamente maschile, è un dato di fatto. Ed il fatto di trovare una produttrice, giovane, alla guida di un’azienda, suscita ancora stupore nell’immaginario collettivo. Per gli uomini di questo mondo è ancora molto strano trovarsi ad interagire con una donna, e questa è una difficoltà reale per le donne che si ritrovano a ricoprire determinate posizioni. “Quello che vorremmo – dice Giulia – è parità. L’essere donna in questo settore non deve essere né un valore aggiunto, né uno svantaggio”. Un problema, questo, che assolutamente non si pone nei rapporti con il mercato estero. Il momento di sorpresa che il cliente Italiano dimostra alla scoperta di una donna, non si manifesta nei clienti esteri, rendendo l’interazione completamente diversa. In termini di attitudine aziendale invece, la presenza femminile è la normalità. Nel lavoro stesso, in azienda, la presenza femminile è sempre stata importante. Le donne lavorano in campagna, svolgendo dei lavori molto importanti, come accadeva anche nella tradizione frascatana. Questo rientra anche in un discorso, iniziato al tempo dal padre di Giulia, di promozione della tradizione locale, utilizzando le esperienze e le professionalità legate al lavoro in campagna, come era tradizione a Frascati. Sono quindi le donne, in questa dinamica, ad essere responsabili della scacchiatura o della legatura, come anche in vendemmia. Per questioni naturali e fisiologiche, le donne sono più portate a delle attività di dettaglio e di selezione ad esempio. Nell’immaginario comune il contadino è uomo, ma in realtà ci sono molte donne che svolgono delle attività importanti. Tuttavia, è bello scoprire come tra le eccellenze enologiche sempre più donne vi prendano parte. Tantissime anche le Sommelier, come sono tante anche le donne che lavorano nelle grandi associazioni di settore come l’Ais – Associazione Italiana Sommelier. Per esempio nel Lazio, è una donna la presidente della delegazione. 

Vino, vitigni e cantina

Merumalia 4

Sin dal principio, l’impostazione dell’azienda è stata quella di raccontare un territorio che ha delle potenzialità enormi. Questo è stato fatto anche mantenendo vitigno autoctoni, come bombino, fiano e una piccola parte di filari vecchi di malvasia di Candia, necessari alla produzione di vino bianco che in azienda è la preminente. Per la piccola parte di vino rosso prodotto dall’azienda, i vitigni che sono stati selezionati non sono proprio autoctoni ma comunque impiantati in questo territorio da moltissimi anni, e sono il Montepulciano e il Syrah. Ad oggi, vengono quindi prodotti 7 bianchi, e 2 rossi. Per quanto riguarda la filosofia che l’azienda adatta per l’approccio alla campagna, si sviluppa all’insegna di un profondo rispetto per quello che è l’ecosistema intorno al vigneto, che è il punto da cui si genera tutto il resto.  La degustazione della bottiglia è solo l’ultimo passaggio di un processo molto più complesso, quanto affascinante. La nascita del vino avviene con l’impianto delle barbatelle, con l’importantissimo ruolo svolto dal terreno sul quale vengono impiantate, e sul quale quindi cresceranno le piante, che ha bisogno di molte cure e attenzione. L’azienda lavora in completo regime biologico, praticando ad esempio la tecnica dell’inerbimento, cercando anche di stare sempre al di sotto delle quantità previste dal disciplinare, per cercare di rispettare al massimo quello che è il ciclo della pianta ed il lavoro spontaneo e naturale in cantina.

Il vino in cantina per lo più viene affinato in acciaio, controllati con domotica per garantire un’attenta gestione dalla temperatura, che permette di compiere poche attività invasive sul vino. Le barrique sono riservate al rosso e al cannellino. Ogni anno si cerca di studiare e quindi affinare e migliorare la tecnica utilizzata l’anno prima. Il perito agrario che supporta l’azienda è giovane e questo fa si che ci sia sempre un orientamento alla sperimentazione e allo studio per la ricerca di tecniche sempre migliori ed innovative. L’attitudine aziendale non si concretizza nella staticità, bensì nell’evoluzione continua, sempre alla ricerca della soluzione migliore, mantenendo costantemente un’impostazione orientata ad una filosofia di attenzione all’ecosistema, sostenibilità. Il filo conduttore rimane l’obbiettivo di produrre un vino di qualità. La ricerca che ogni anno si svolge porta l’azienda a capire anche come esprimere al meglio un certo tipo di vitigno, sia in blend che in purezza. L’azienda sorge su un terreno vulcanico.

HR-Merumalia_vista vigneti

Tutto il vigneto si estende intorno alla cantina, che si trova appunto al centro di una tenuta estesa più o meno per dieci ettari. L’esposizione collinare ed i vari terrazzamenti hanno permesso di selezionare l’esposizione migliore per ogni tipologia di vitigno, piantati tutti in monovitigno. La stratificazione rocciosa permette poi che le piante si nutrano di questo terreno estremamente vulcanico, minerale. Tutto questo viene raccontato nel bicchiere, ritrovando caratteristiche di freschezza, mineralità ed acidità. Ma il Frascati può anche essere invecchiato, e quindi migliore nel tempo. Di questo Merumalia è fortemente convinta, proponendo la riserva del Frascati doc, con il quale comunica che se viene effettuato un buon lavoro in campo, rispettato il vitigno e le sue potenzialità sia in vigna che in cantina, la bottiglia racconterà negli anni tutto questo. La filosofia dell’azienda è quella di produrre un vino che racconti il territorio in modo elegante, che sia ogni anno diverso, perché ogni annata ha le sue caratteristiche, rendendo poi interessante una degustazione in verticale – ovvero l’assaggio di una stessa bottiglia ma di diverse annate – in cui si potranno ritrovare delle costanti ma con una diversità dovuta dall’annata. Il Frascati riserva, in particolare, rispetto ad un Frascati giovane – immaginato dall’azienda come un vino da tutto pasto, per un consumo più semplice, sposandosi bene con una cucina familiare del territorio che abbia sapori della cucina tradizionale romana, quindi di formaggi, di carne ma anche di verdure. Un vino più semplice e più facile da apprezzare, per un assaggio quotidiano. La riserva fa parte di una stessa gradazione, accrescendo la complessità. La differenza la fa sicuramente il blend utilizzato: il blend per il Frascati base è composto da Malvasia, Greco e Fiano, che conferisce freschezza, mentre quello del Frascati superiore, si compone di Malvasia, Greco e Bombino. A chiudere il cerchio vi è la riserva, ovvero un Frascati superiore caratterizzato da un affinamento più lungo, che va a creare un vino sicuramente più rotondo, elegante ma anche più strutturato, con una gradazione anche più alta e che necessita di un abbinamento più puntuale.

Il Tastevin

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Una cantina giovane che dall’esterno è subito stata riconosciuta come produttrice di qualità. Tra i bianchi, rientra anche il vincitore del noto Tastevin, il loro Primo Frascati superiore riserva. Dai riconoscimenti che arrivano da un ampio mondo, non solo dalle più ristrette associazioni di sommellerie. La nuova guida 2021 dell’AIS − Associazione Italiana Sommelier, che in totale recensisce 2014 aziende in tutta Italia, quest’anno ha riservato per il territorio dei Castelli Romani una grandissima soddisfazione. Un segnale che dimostra la sempre crescente dedizione dei produttori al valore della qualità, che guida ormai il lavoro di molti di loro. Il prestigioso premio “Tastevin”, definito “l’olimpo del vino italiano”, quest’anno è stato consegnato a 22 aziende italiane. Nel Lazio, a riceverlo è stata Merumalia, azienda che produce vino (e non solo, il nome “Merumalia” dal latino significa infatti “vino e altre cose”) nell’enoregione dei Castelli Romani, per il loro Frascati superiore “Primo” riserva 2019.

“A Luigi Fusco di Merumalia da poco scomparso, alla sua capacità di intuire la vocazione della zona del Frascati e al suo Frascati Superiore Primo Riserva 2019 va il prestigioso Tastevin AIS Italia del Lazio” ha annunciato AIS Lazio lo scorso 5 dicembre.

Un premio conferito ad una visione lungimirante, alla storia di un uomo che, pur non essendo frascatano di origine, è riuscito a raccontare al meglio il potenziale di questo territorio tutto da riscoprire. Uomo coraggioso lui, donne coraggiose la moglie e le figlie, che oggi gestiscono l’azienda. Nello specifico il Tastevin è un riconoscimento che già nella sua motivazione ci inorgoglisce moltissimo, perché viene conferito a chi ha saputo raccontare un territorio, promuoverlo, esaltandone tutte le potenzialità di quello che un territorio vinicolo può rappresentare. “Questo è il nostro lavoro quotidiano ma il fatto che venga riconosciuto da associazioni così importanti come l’AIS porta molta soddisfazione. L’orgoglio è tanto, a maggior ragione in un anno cosi emotivamente difficile, di dolore e di tristezza. Promuovere un territorio significa promuovere tutto il tessuto imprenditoriale, tutto quello che c’è attorno ad un produttore di vino. Tanto è anche l’orgoglio di portare avanti la bandiera del Lazio come prodotto di eccellenza. Alcune volte si dimentica che il vino di qualità viene prodotto anche nel Lazio. Soprattutto cerchiamo di far sì che anche i Laziali riescano a promuovere i prodotti locali, che a volte si dimenticano di avere. Speriamo che questo riconoscimento serva anche a diffondere la cultura e la conoscenza del vino locale, che è importante sostenere. Il cammino intrapreso è molto difficile ma sicuramente e quello giusto! Sta nascendo una rete di aziende improntate alla cooperazione, in controtendenza rispetto a quello che è accaduto fino ad oggi su questo territorio. Noi stessi facciamo parte di diverse associazioni. Un grazie anche a tutto il lavoro di comunicazione che fate, perché ci aiuta ad arrivare ad un pubblico che non è abituato ad immaginare questo come un territorio produttore di qualità”.

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