POLITICA

Lariano – Verri torna a presentare una mozione sul Codice di Condotta contro discriminazioni e molestie

L'intervento della consigliera comunale Sabrina Verri


La mozione protocollata per la prima volta il 23 novembre scorso, a firma della consigliera di Lariano, Sabrina Verri, sul Codice di Condotta, non a caso a ridosso della giornata internazionale della lotta contro le violenze sulle donne, non era stata inserita, come avrebbe dovuto essere, nell’Ordine del giorno dell’ultimo consiglio comunale del 29 dicembre.

La mozione è stata nuovamente protocollata ed è uno dei tre punti del Consiglio Comunale previsto per, domani, 21 gennaio.

“La motivazione è stata quella di una svista, da parte di
chi avrebbe dovuto provvedere, affiancata da un commento inappropriato sul fatto che non esistono situazioni nella realtà comunale larianese tali da rendere necessario l’adozione di questo Codice – ha riferito Verri -. Ritengo che codificare un regolamento che anticipi e/o tuteli situazioni esistenti o future è innanzitutto un dovere etico e civico dovuto, non solo al cittadino in quanto tale ma al suo essere umano”.

La proposta della consigliera di minoranza è quella di affiancare al codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni, visibile sul portale del Comune di Lariano, un Codice di condotta per contrastare ogni possibile forma di molestia, sessuale, morale o psicologica e di discriminazione.

Tematiche purtroppo ancora molto attuali specialmente se si analizzano nelle sfaccettature in cui possono presentarsi. Nello specifico “le molestie possono essere di tipo sessuale, ed hanno luogo quando si verifica un atto e/o comportamento a connotazione sessuale o comunque basato sul sesso, espresso in forma verbale, non verbale o fisica, che sia indesiderato e che arrechi offesa alla dignità e alla libertà della persona che lo subisce ; le molestie morali hanno luogo quando si verificano ripetuti comportamenti ostili con intento fisicamente o psicologicamente persecutorio, suscettibili di creare un ambiente non rispettoso , umiliante o lesivo dell’integrità psicofisica della persona e della sua dignità” (Direttive comunitarie n.54/2006, 43/2000, 78/2000), tra queste rientra secondo l’attuale orientamento legislativo il mobbing.

Le stesse Direttive si sono espresse anche per le diverse tipologie di discriminazione: “ la discriminazione diretta ha luogo quando una persona è trattata meno favorevolmente di quanto sia, sia stata o sarebbe trattata un’altra in una situazione analoga, in ragione del genere, della razza e origine etnica, della
religione o delle convinzioni personali, della disabilita, dell’età o dell’orientamento sessuale; la discriminazione indiretta è una situazione nella quale una disposizione, una prassi, un criterio, un atto o un comportamento apparentemente neutri mettano o possano mettere le lavoratrici e i lavoratori appartenenti alle categorie precedentemente elencate, in una posizione di particolare svantaggio.”


Molti Comuni italiani lo hanno già redatto e adottato, utilizzando i numerosi riferimenti normativi sia
in ambito comunitario, come le già citate Direttive 200/78/CE, per la parità di occupazione e di
condizioni di lavoro, Dir. n. 54/2006/CE, sul principio della pari opportunità e parita’ di trattamento tra donne e uomini in materia di occupazione e impiego, Dir. n. 43/2000/CE e n. 78/2000/CE relative alle molestie sessuali e morali e alle discriminazioni dirette e indirette, che italiano come il Codice delle pari opportunità approvato con D.Lgs. n. 198/2006, e la Direttiva 4 marzo 2011 del Ministero della Pubblica Amministrazione e Innovazione e del Ministero per le Pari Opportunità.

Doriana Beranzoli

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