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Velletri commemora il giorno più tragico (22 gennaio 1944): le bombe uccisero centinaia di persone

Piazza Cairoli bombardata Velletri

In questo 22 gennaio uggioso, in cui le condizioni atmosferiche, tra pioggia e nebbia, non lasceranno spazio ad alcun raggio di sole, la Città di Velletri commemora una delle pagine più tragiche e tetre della sua storia, quella del bombardamento che rase al suolo interi edifici, ne cambiò per sempre i connotati e, soprattutto, causò centinaia di morti e tantissimi feriti.

Piazza Cairoli bombardata Velletri

“77 anni Velletri colpita al cuore da un carico di bombe “amiche” ferita cadeva pietra su pietra e sul suo millenario centro storico si abbatteva la coltre nera della morte. Era l’ inizio di un calvario destinato a durare ancora per molto…”, scrive oggi Alessandro Filippi nelle sue Polveri Veliterne.

A seguito dello Sbarco angloamericano su Anzio la città di Velletri venne ripetutamente bombardata, così come tutto il territorio. Il primo bombardamento si avvertì alle ore 0,40; il secondo delle 13,40, il terzo alle 14,50 e il quarto alle ore 15,30. Nei sotterranei, dove erano stati ricavati dei rifugi anti-aerei e si erano rifugiati molti cittadini, furono in tanti a trovare la salvezza e tanti la morte.

Per commemorare una pagina così triste, per la quale a Velletri fu concessa anche la Medaglia d’argento al valore civile, nel 1961, verrà celebrata una Santa Messa nella Basilica di San Clemente, officiata alle ore 10 dal Vescovo Vincenzo Apicella, cui seguirà, da parte del Sindaco, Orlando Pocci, la deposizione di una corona d’alloro presso il vicino Monumento ai Caduti Civili, non distante da Porta Napoletana.

Anche in questo gennaio condizionato dalle restrizioni legate al Covid-19 Velletri renderà pertanto omaggio alle vittime dei bombardamenti delle forze alleate, che pagarono pegno sulla strada per la successiva Liberazione.

Per Velletri quella del 22 gennaio 1944, ben riassunta dal diario di Padre Italo Laracca, fu in assoluto la pagina peggiore, in termini di vite umane, persino più del tragico 8 settembre del ’43, quando la ritirata dei nazisti provocò devastazione e morte.

VElletri Porta Napoletana

Di seguito un estratto del racconto di quel 22 gennaio da parte di padre Italo Laracca, tratto dal libro “Tra le rovine di Velletri”: “Ad un tratto e precisamente alle ore 7,35 la sirena urla come belva ferita e getta l’allarme. I fedeli dalla chiesa fuggono nella grotta; vengono tanti altri in previsione di cose gravi.Subito sentiamo un rombare pesante di motori: debbono essere centinaia gli aerei, tanto è il fragore.In grotta siamo circa 200, attendiamo in preghiera il cessato allarme. Il posto è stretto ma ci sentiamo così piccoli da poter far luogo a mille persone ancora. Non sperando così presto il cessato allarme, corro in sagrestia a prendere l’occorrente per celebrare in grotta, non volendo nessuno tornare in chiesa. Strano questo presentimento oggi! Mentre altre volte si ritornava quasi subito alle proprie case, oggi nessuno si vuol muovere da questo nostro rifugio che non dà davvero sicurezza.Su un tavolino preparo per la celebrazione. Sono circa le ore 9. Inizio la Santa Messa mentre i presenti recitano preghiere con accenti di commozione e di speranza.Quasi al momento della Comunione, alle ore 9,20, si sentono i boati delle bombe. Il fragore è potente. La grotta si scuote paurosamente e sembra crollare. Le preghiere si alternano alle grida. Senza porre indugio mi rivolgo verso il popolo, faccio recitare l’atto di dolore e assolvo tutti in articulo mortis, e distribuisco a tutti le sacre particole consacrate. Continuo il Santo Sacrificio. I fedeli pregano con fervore. Gli aerei volteggiano ancora su Velletri dopo aver colpito alcuni punti della città”.

https://www.castellinotizie.it/2016/06/20/lintervista-comera-veramente-velletri-prima-della-guerra-scopriamolo-con-massimo-fabi/
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