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Nemi – Dopo il vino anche formaggi, olio e prodotti di norcineria immersi nel Lago per la conservazione

Le anfore

Il progetto, ideato dallo chef Josè Amici, istruttore sub dell’Underwater Team, è frutto della collaborazione tra l’associazione Castelli Romani food and wine e Frascati scienza, coadiuvati da uno studio condotto in collaborazione con il prof. Simone Bozzato, dal dipartimento di storia e Patrimonio culturale di Tor Vergata

di Veronica Falcone

Tra le iniziative degne di nota che sempre di più hanno il territorio dei Castelli Romani come protagonista, vi è sicuramente la recentissima immersione delle anfore, contenenti alcuni prodotti alimentari dei produttori dell’associazione Castelli Romani food and wine, nel lago di Nemi.

L’esperimento – atto a dimostrare come il lago, grazie alla sua temperatura e all’assenza di luce e di ossigeno sia un perfetto conservatore di cibo – aveva già conosciuto un grande successo grazie allo chef ed istruttore di sub Josè Amici e alla sua idea di far affinare il vino all’interno di queste anfore posizionate nel lago, grazie alla quale sono state immerse due anni fa 500 bottiglie di un Roma doc Bio da lui prodotto.

Preparativi per l'immersione


“Una nuova specialità enologica è pronta a imbandire le tavole dei Castelli Romani e soprattutto del piccolo borgo di Nemi: dalle profondità del Lago di Diana è stato riportato alla luce il vino di Caligola, invecchiato un anno sui fondali lacustri in totale assenza di ossigeno e di luce. Questa tecnica di maturazione per i vini viene già effettuata negli abissi marini, ma mai nei fondali di un lago di acqua dolce.

José Amici ha pensato di utilizzare alimenti come miele, formaggi, olio extravergine, norcineria, oltre che il vino, per conservarli con lo stesso metodo, dando l’opportunità ai produttori locali che fanno parte di Castelli Romani Food and Wine.

Un’iniziativa innovativa e biologica che unisce sport, turismo, territorio ed enogastronomia ed è valsa ad Amici la conquista dell’oscar GReen 2020, il riconoscimento più ambito della Coldiretti ideato per giovani imprenditori di agriturismi o attività agricole”, si legge nella presentazione del progetto.

L'immersione

Il progetto, ideato dallo chef Josè Amici, istruttore sub dell’Underwater Team, è frutto della collaborazione tra l’associazione Castelli Romani food and wine e Frascati Scienza, coadiuvati da uno studio condotto in collaborazione con il prof. Simone Bozzato, dal dipartimento di storia e Patrimonio culturale di Tor Vergata.

Con il macro obiettivo di valorizzare il territorio, l’esperimento si propone infatti di andare ed evidenziare quelle che sono le profonde connessioni tra cibo e scienza, mantenendo sempre un profondo legame con la storia, come lo stesso uso delle anfore, utilizzate fin da epoca romana per la conservazione di cibo e vino, testimonia.

In particolare, le aziende che hanno partecipato, riempiendo le anfore con i loro prodotti, sono: le aziende vitivinicole Gabriele magno e Merumalia con il loro vino e olio, Il norcino Bernabei con i suoi prodotti di norcineria, l’azienda Depau con i suoi formaggi.

“Lo specchio d’acqua ed il bosco che sorge sulle sue sponde sono luoghi di culto molto antichi che i romani dedicarono a Diana Nemorense. L’imperatore Caligola scelse questo luogo per la sua residenza imperiale e
vi fece allestire due grandi navi-palazzo. Misuravano rispettivamente 71×20 metri e 75×29 metri. Vi si trovavano statue, opere in muratura e marmo, mosaici, ricche decorazioni, bagni e sistemi di riscaldamento.

preparazione della cassa per l'immersione

Non è ancora certo quale fosse la loro funzione: l’ipotesi prevalente ne fa delle navi cerimoniali dedicate al culto di Iside, caro a Caligola. Alla sua morte, contro di lui fu decretata la “damnatio memoriae“, a seguito della quale le opere che lo ricordavano furono sistematicamente distrutte. Le due imbarcazioni furono probabilmente affondate per questo motivo. Le fonti antiche non parlano delle navi di Caligola. La loro esistenza, però, già in epoca tardo imperiale e nel Medioevo, non era un mistero.

Occasionalmente venivano raccolti reperti dai pescatori locali. La scarsa profondità del lago consentiva poi di intravedere le sagome degli scafi. Tutta questa suggestione ci ha portato a valorizzare questo luogo con la rievocazione storica del ritrovamento in chiave moderna, collegando tutti i settori; Eno-Gastronomico, Storico-Culturale e Scientifico”.

L'azienda Gabriele Magno prepara l'anfora
L'azienda Merumalia prepara l'anfora
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