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(VIDEO) Colonna, San Cesareo – Lotta ai miasmi del bitumificio, i Comitati cittadini: “Nessuno vorrebbe vivere così”

video bitumificio san cesareo

di Elena Campolongo

Nessun ripensamento si legge nei volti e nelle parole dei cittadini di Colonna e San Cesareo, determinati a sconfiggere definitivamente quel contestato impianto che, secondo loro, infesta l’aria con emissioni nocive e nauseabonde.

Prima dell’apertura del bitumificio della Paolacci s.r.l. nel lontano 2010 – raccontano i residenti -, via di Campogillaro era solo una piccola strada di campagna, dove i bambini giocavano indisturbati tra i vigneti e le persone conducevano una vita tranquilla. Poi, sotto la giunta Panzironi, arrivarono le varianti al piano regolatore e l’impianto di produzione di materiale bituminoso, che iniziò a lavorare a pieno regime tra il 2011 e il 2012: le case e gli abitanti di Campogillaro, però, erano già lì: “quando hanno deciso di fare qui una zona industriale, noi già c’eravamo”, conferma Graziella, infaticabile baluardo del Comitato Pro Colle Campogillaro.

coltivazioni su via di Campogillaro

Una quarantina di case, frutteti e campi coltivati costellano, infatti, l’area industriale di San Cesareo, dove svetta il bitumificio della Paolacci. Da dieci anni gli abitanti di San Cesareo e Colonna convivono con questo impianto, ma il problema dei miasmi ha cominciato a manifestarsi intensamente solo da tre anni a questa parte, anche se i cittadini non ne conoscono i motivi. Il sospetto che questi odori nauseabondi potessero provenire dai bitumifici presenti sul territorio (il secondo si trova a Laghetto) è maturato nel corso del tempo, portando i cittadini a riunirsi in Associazioni e Comitati per dimostrare alle istituzioni che questi impianti erano la fonte del loro malessere.

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Le battaglie dell’Associazione Aria Pulita e del Comitato Pro Colle Campogillaro, condotte a suon di relazioni tecniche sostenute a proprie spese, denunce e continue segnalazioni, hanno portato il Tribunale di Tivoli a porre sotto sequestro l’impianto della Paolacci il 4 settembre 2020, dopo che gli abitanti di Campogillaro avevano passato il periodo del lockdown con le finestre sigillate per via dell’odore nauseabondo che entrava nelle loro case. Intanto, i Comuni di San Cesareo, Colonna e infine Monte Compatri hanno istituito delle Commissioni d’Inchiesta, l’ARPA ha attivato campagne di monitoraggio dell’aria e addirittura la Regione Lazio si è interessata alla questione, rideterminando i criteri tecnici per la misurazione dei limiti autorizzativi del parametro “sostanze organiche sotto forma di gas e vapori” emesse in atmosfera dagli impianti di produzione di conglomerati bituminosi.

video bitumificio san cesareo

Un successo enorme per delle associazioni costituitesi da poco più di un anno, che non ha però scongiurato la riapertura del bitumificio di San Cesareo lo scorso 11 febbraio, per un periodo di prova di 90 giorni che scadrà nelle prime settimane di aprile. Le proteste dei cittadini sono riprese immediatamente e continuano ancora oggi, costringendo le amministrazioni locali ad intervenire – l’ultimo “sopralluogo” della Sindaca Sabelli a via di Campogillaro è avvenuto di recente – e a richiedere nuovamente la presenza delle cabine di monitoraggio dell’ARPA. Tuttavia, secondo i residenti di Campogillaro, gli attuali rilevamenti dell’ARPA potrebbero risultare inutili se non addirittura controproducenti: in primis perché la cabina di monitoraggio è stata posta non su via di Campogillaro, verso cui spira il vento portando i con sé polveri e fumi, ma nel parcheggio retrostante su via dello Sviluppo, e in secondo luogo perché il bitumificio non è tornato totalmente in funzione, venendo acceso solo sporadicamente dai proprietari.

Il timore di comitati e associazioni è che allo scadere dei 90 giorni il Tribunale lascerà il via libera alla Paolacci s.r.l. – che continua a ribadire la propria estraneità ai miasmi – e per questo si preparano a continuare la loro lotta, chiedendo a tutti i loro sostenitori un contributo economico per poter affrontare le spese dei tecnici e dei legali che seguono la vicenda da vicino.

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( a cura di Elena Campolongo e Claudia Proietti)

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