POLITICA

Monte Compatri – Salta la seduta di approvazione del bilancio. Maggioranza D’Acuti al capolinea?

consiglio comunale 30-03

L’assenza del vicesindaco e assessore Claudio Gara nella seduta consiliare odierna ha provocato un terremoto politico che potrebbe portare alla fine dell’esperienza amministrativa del Sindaco D’Acuti. Dissidenti e opposizioni abbandonano l’aula virtuale sottolineando la fragilità di questa maggioranza che si presenta lacunosa alla vigilia dell’approvazione del bilancio.

di Elena Campolongo

I primi scossoni di quello che sarebbe presto divenuto un terremoto politico si erano già avvertiti questa mattina, all’apertura del Consiglio Comunale: il segretario Enrico Conigli procede con l’appello e, arrivato al nome di Claudio Gara, è costretto a verbalizzare “assente non collegato”. L’assenza di Gara, Vicesindaco nonché Assessore al Verde, Tutela degli animali e ai Servizi cimiteriali, fa venir meno il numero legale per l’approvazione del bilancio e innesca una reazione a catena che provoca in meno di un’ora l’abbandono dell’aula consiliare da parte di tutte le opposizioni. Vista l’importante defezione, infatti, i dissidenti Mauro Ansovini e Marco De Carolis, dopo le comunicazioni del Sindaco e le connesse repliche, hanno dichiarato la loro intenzione di abbandonare i lavori del consiglio e altrettanto hanno fatto i consiglieri Antonio Martorelli, Irene Moriconi (FDI), Elio Masi (M5S), Francesco Ferri, Serena Gara e Luca Mengarelli (Monte Compatri Bene Comune).

Salta, quindi, l’approvazione del bilancio di previsione 2021-2023, mentre lo stesso D’Acuti ha dichiarato di non conoscere il motivo per cui il suo vicesindaco non si sia presentato ad un appuntamento così importante.

Il vero dato emerso oggi, però, è l’estrema fragilità della giunta D’Acuti, già sottolineata nell’assise del 27 novembre in cui la mozione di sfiducia al Sindaco non passò per un solo voto: anche nella seduta odierna, le opposizioni hanno sottolineato l’inefficacia dell’azione amministrativa, simboleggiata dal contestato muro di via Ciaffei, dalla piscina inesistente, dagli ormai infiniti lavori dell’Acea su via Carlo Felici che stanno paralizzando il centro storico da un anno, dalle tortuose vicissitudini dell’Ufficio Lavori Pubblici – che ha cambiato 5 responsabili in 5 anni – e dallo stato in cui versano le frazioni monticiane, Laghetto in primis, di cui tanto la consigliera Moriconi quanto Monte Compatri Bene Comune denunciano l’abbandono.

Insomma, tutti i consiglieri prima di abbandonare l’aula hanno presentato una lunga lista di recriminazioni, cui il sindaco ha risposto rivendicando l’operato della sua giunta e fregiandosi di essere riuscito ad attirare, in un periodo in cui le casse comunali languiscono, numerosi finanziamenti e investimenti sul proprio territorio, tra cui quello abbastanza oneroso di Acea (più di 6 mln di euro). Una risposta che, anziché rabbonire i consiglieri, ha amplificato il clima di palese ostilità che si respira a Tinello Borghese, ben racchiuso nella sagace e pungente battuta dell’ex alleato Mauro Ansovini: “pensavo di avere a che fare con un sindaco, non con l’amministratore delegato di Acea”.

Dopo aver mostrato un’anteprima di quella che sarà la prossima campagna elettorale, il primo cittadino monticiano ha chiuso il suo intervento rispondendo alla corale richiesta di dimissioni, dichiarando di voler affrontare a viso aperto la sua stessa maggioranza in aula, che dovrà avere il coraggio di assumersi le proprie responsabilità votando eventualmente una mozione di sfiducia al sindaco: “Io sono abituato a confrontarmi apertamente e quindi, se dovesse finire la mia esperienza da sindaco, aspetterò un confronto pubblico con chi ha deciso di non sostenere più questa maggioranza”.

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