Frascati – Sindacati STS: “I lavoratori non paghino le colpe delle amministrazioni passate”

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di Claudia Proietti

Anche se le eventualità sono minime, le rappresentanze sindacali dei lavoratori della multiservizi tuscolana lasciano aperto un ultimo spiraglio alla possibilità di evitare lo sciopero e scendere in piazza il 28 aprile. Stefano Lulli OSPOL-Csa, Giammario Innamorato FP CGIL Castelli Romani e Massimiliano Morgante, CISL FP, auspicano che prima di mercoledì la Commissaria Prefettizia Raffaela Moscarella possa accettare la loro proposta di sedersi ad un vero tavolo di confronto, così da scongiurare l’astensione dal lavoro prevista per il 28 aprile. Fuori tempo massimo rispetto ai termini previsti nella prima dichiarazione dello stato di agitazione, un incontro c’è comunque stato stato tra i sindacati, il dir.generale Sts Niccolò Critti, la segretaria Comunale Marina Saccoccia e il dirigente Cosimo Mazzone. Un incontro sfociato però in un nulla di fatto.

Sul piatto ci sono esternalizzazioni di peso che riguardano 5 servizi oggi in capo ai dipendenti STS: pulizie, servizi cimiteriali, portineria, sistema informatico e manutenzioni, oltre al bando già avviato relativo alla manutenzione del verde pubblico, che a breve sarà affidato a una ditta privata. Una sforbiciata netta ai servizi che in buona sostanza rappresenterebbe una cospicua parte della “scialuppa di salvataggio”, utile a sostenere il delicato e precario equilibrio dei conti del Comune di Frascati. Del resto la delibera di giunta comunale del novembre 2019 preannunciava chiaramente quanto sarebbe accaduto, prevedendo un radicale piano di esternalizzazioni che provocò le prime reazioni infuocate di lavoratori e sindacati. Tra questi, un discorso a parte merita il servizio di pulizia, che è stato esternalizzato perché la Commissaria straordinaria ha recentemente aderito ad un accordo quadro del Comune di Roma aperto a tutte le amministrazioni.

“Questo piano – dicono oggi all’unanimità i sindacati – si basa su dati del 2018 che oggi non corrispondono all’attuale stato di salute della Sts, ma riflettono esclusivamente la necessità da parte del Comune che ha dichiarato il pre dissesto, di far quadrare i suoi conti. Non è giusto che l’azienda speciale sia considerata dalle varie amministrazioni che negli anni si sono succedute il capro espiatorio a cui addossare le colpe di gestioni comunali diciamo…discutibili. L’azienda è sana e i bilanci sono in positivo da due anni, considerando anche che dal 2020 sono subentrati gli ammortizzatori sociali derivanti dalla fase Covid come il fis (già attivo dal 2018), il fis Covid e il multiperiodale. Noi siamo consapevoli che Sts è strettamente connessa al Comune e quindi abbiamo tutto l’interesse a non metterci in contrapposizione con l’amministrazione, ma intendiamo anzi cercare di lavorare insieme per trovare un punto d’incontro utile a tutti. Non è possibile però che chi rischia il dissesto sia il Comune e a pagare siano solo i lavoratori dell’azienda speciale, già abbondantemente colpita negli anni. Ciò che oggi unitamente chiediamo – proseguono – è di aprire un vero tavolo di confronto a cui sia presente sia l’amministrazione comunale che la Commissaria Prefettizia, per mettere mano una volta per tutte ad una ristrutturazione ragionata del contratto di servizio che lega Sts al Comune,un contratto che, ricordiamo, è attualmente scaduto. Chiediamo inoltre di sospendere tutte le procedure di esternalizzazione che sono attualmente in corso e che di fatto non sono state minimamente concertate con noi. Esternalizzare certi servizi al buio, senza avere visto le condizioni a cui sarebbero sottoposti i lavoratori, senza conoscere minimamente i bandi, è chiaramente inaccettabile.”.

Il rischio per molti dei dipendenti non sarebbe infatti il posto di lavoro in sè, quanto quello di trovarsi costretti ad accettare contratti che potrebbero vedere ridotto il loro stipendio del 15-20%, come già successo in alcuni comuni della provincia. “È già accaduto in passato – hanno sottolineato – che in un Comune alcuni dipendenti si sono ritrovati con 300- 400 euro in meno in busta paga e il contratto è passato da 12 a 8 mensilità. Siamo stati costretti a fare delle collette per sostenere alcune famiglie: questa è una deriva che va assolutamente evitata”.

L’ultimo appello alla Commissaria è quindi teso a scongiurare un ulteriore conflitto tra gli oltre 90 dipendenti e Palazzo Marconi, una distanza che mercoledì rischia di venire irrimediabilmente tracciata e minare i rapporti futuri tra azienda speciale e Comune di Frascati.

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