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Marino, venerdì 30 aprile il Presidio Contro la Violenza di genere di “Non una di meno”

manifestazione marino contro la violenza sulle donne

Venerdì 30 aprile alle 18 a Piazza San Barnaba a Marino l’associazione “Non una di meno” ha organizzato un presidio contro la violenza di genere, proprio nel Comune dei Castelli Romani che ha visto, solo pochi giorni fa, la morte dell’insegnante Annamaria Ascolese, per mano del marito suicida.

manifestazione marino contro la violenza sulle donne

“Un’altra donna è stata uccisa dal marito, fra le mura di casa sua. In tre mesi, i primi tre del 2021, sono state uccise 19 donne. Uccise solo perché erano donne. Uccise da uomini violenti. Siamo stanche! Da anni il movimento femminista e globale Non una di Meno è in piazza per opporsi alla violenza quotidiana sui nostri corpi, alle limitazioni della nostra libertà di autodeterminarci, con la formazione e le pratiche femministe. La violenza di genere è un fenomeno ampiamente diffuso e trasversale, espressione non di “raptus” o di “tempeste emotive” ma di una cultura patriarcale e sessista, purtroppo molto radicata”.

“È una questione strutturale, che non si può ridurre a singoli episodi, ma che chiama in causa tutta la nostra società, che marginalizza le donne, le opprime, le colpevolizza e coltiva modelli di mascolinità tossica ed escludente. Si arriva alla violenza passando dai fischi per strada, ai complimenti non richiesti, all’insistenza nel non accettare un no, alla gelosia e al controllo, per arrivare agli stupri e ai femminicidi. Una cultura che permea anche gli ambienti delle forze dell’ordine, tanto che l’8,5% dei femminicidi è stata commessa da membri delle forze armate. Quelle stesse forze dell’ordine presentate come soluzione e protezione per le donne. Mentre il tasso di omicidi scende, quello dei femminicidi sale”.

“Durante il lockdown le violenze sulle donne sono cresciute, rendendo impossibile ignorare la situazione di oppressione in cui ci troviamo – scrivono ancora dall’associazione – . La sicurezza delle donne non si realizza attraverso una politica securitaria e razzista, ma attraverso una società e una cultura aperta ed inclusiva. Vogliamo nei nostri territori una rete attiva di centri di sostegno e di ascolto per le donne, per aiutarci a uscire da situazioni di violenza, vogliamo strumenti che ci consentano di autodeterminarci a livello sociale ed economico. Vogliamo una scuola che insegni una cultura paritaria e aperta, libera da stereotipi di genere. Vogliamo essere sicure nelle nostre case, nelle nostre città e vogliamo la libertà di autodeterminarci! Ci vogliamo vive e libere!”.

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