POLITICA

Dalla Sts di Frascati al Cep di Zagarolo. Un sistema targato PD che inizia a scricchiolare

pd

di Claudia Proietti

Era il 7 aprile scorso quando il senatore tuscolano Emanuele Dessì, ex M5S e oggi nel Gruppo Misto, commentava le dimissioni dell’allora presidente del consiglio regionale del Lazio Mauro Buschini, arrivate all’indomani dell’ormai noto scandalo concorsopoli e faceva tra le righe un primissimo riferimento alle vicenda del Consorzio Enti Pubblici di Zagarolo recentemente balzata agli onori della cronaca.

“Il Presidente Buschini – scriveva Dessì – si immola e paga in nome e per conto di tutto l’establishment del Partito Democratico del Lazio. La vicenda concorsopoli della Regione Lazio ha scoperchiato un sistema che va avanti ormai da anni. Dopo gli scandali di Roma Capitale che sono venuti fortunatamente alla luce, nella provincia di Roma non siamo stati altrettanto fortunati. Purtroppo non si è ancora riusciti a scoperchiare un sistema che vede sempre gli stessi personaggi muovere le pedine su uno scacchiere fatto di società partecipate dagli enti locali, posti di lavoro e di consulenze, assegnati con il criterio della fedeltà al politico di turno, e che ha prodotto, nel corso degli anni, fallimenti di decine di società partecipate e default di altrettanti comuni”. 

Oggi le parole di Dessì assumono un significato forse più chiaro, e contribuiscono a sottotitolare le vicende che accorciano le distanze tra le cittadine di Frascati e Zagarolo, e tra la municipalizzata tuscolana Sts e il Consorzio enti Pubblici Spa, realtà accomunate oltre che da un cospicuo passivo, anche dal medesimo management notoriamente vicino al Partito Democratico dei politici locali Bruno Astorre e Daniele Leodori.

Una Spa partecipata a capitale interamente pubblico che gestisce le entrate tributarie ed extratributarie, oltre a servizi di vario genere, per i Comuni di Artena, Bellegra, Casape, Cave, Colonna, Gallicano nel Lazio, Genazzano, Labico, Palestrina, Percile, Poli, Rocca Priora, Rocca di Cave, Roiate, Zagarolo.

Secondo le denunce inoltrate da Dessì ad Anac, Procura della Repubblica e Corte dei Conti, insieme a quelle formalizzate in precedenza dai gruppi di minoranza di Lega e FdI del Comune di Zagarolo, a cui è seguito un blitz della Guardia di Finanza proprio nella sede Cep di via della Stazione, la società non avrebbe riversato ai Comuni consorziati i tributi riscossi, e sembra sia stata perpetrata una gestione manageriale poco trasparente ed oculata, soprattutto nell’affidamento di servizi ad alcune società esterne.

A destare perplessità sarebbero alcuni contratti di affidamento a mezzo MEPA ed altri con affidamento diretto a società terze, per lo svolgimento di attività di servizio di supporto specialistico, stipulati a partire dalla seconda metà del 2018, servizi per svolgere i quali sarebbe stato costituito lo stesso Cep. Consulenze e opere affidate a società in alcuni casi legate tra loro, con indirizzi ricorrenti e amministratori riconducibili a un entourage specifico.

Accuse che sono oggi al vaglio degli inquirenti, ma che nel frattempo a livello politico sollevano dubbi e meritano risposte, soprattutto perché a rischio c’è la tenuta finanziaria dei Comuni coinvolti e la credibilità degli stessi sindaci, chiamati in causa da cittadini e partiti d’opposizione per un eventuale mancato controllo sulla condotta dell’ente riscossore.

Nei giorni scorsi il gruppo Uniti x Colonna ha chiesto spiegazioni al sindaco Fausto Giuliani in un consiglio comunale straordinario convocato ad hoc. Nell’accusa, oltre agli affidamenti, che in alcuni casi superano la soglia dei 100mila euro, e alle consulenze, è stato riportato anche l’acquisto della sede del Cep costata circa 1.750.000 euro.

Una cifra ragguardevole per un immobile ubicato vicino alla stazione di Zagarolo e per cui la dirigenza è ricorsa ad un mutuo bancario, tra l’altro ottenuto presso l’agenzia di Colonna della BCC del Tuscolo del cui consiglio di amministrazione faceva parte Gaetano Bartoli, ex sindaco dem di Colonna e amministratore unico della stessa Cep Spa.

Un affaire che si ingrossa se da Colonna si prosegue la via Casilina per qualche chilometro, arrivando nella vicina San Cesareo, Comune dove l’assessore PD al Bilancio Arianna Bellia, nel 2019 affidò il servizio di stampi e ingiunzioni fiscali proprio al Cep, ente di cui lei stessa era dipendente. Usiamo il passato perché oggi la Bellia, rientrata nella graduatoria dell’ormai famoso concorso di Allumiere, è in carica alla Pisana.

Insomma, un complesso quadro composto da tanti piccoli tasselli che disegna uno scenario politico piuttosto definito e che rischia di avere inevitabili ripercussioni sulle città che, in autunno, saranno chiamate alle urne per eleggere i nuovi consigli comunali.

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