CRONACA

Monte Compatri – Miasmi, rumori e polveri: la testimonianza dei cittadini di Laghetto e Pantano (VIDEO)

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In attesa che la Commissione d’Inchiesta sull’area Cave di Laghetto termini i suoi lavori, Castelli Notizie, con l’aiuto dell’Associazione Aria Pulita, ha voluto raccogliere le testimonianze dei cittadini di Laghetto e Pantano

di Elena Campolongo

Mentre si attende la fine dei lavori della Commissione d’Inchiesta sull’area delle Cave di Laghetto – istituita lo scorso 20 ottobre per far luce sulle attività di estrazione e trasformazione degli impianti che vi operano -, i cittadini di Laghetto e dell’adiacente Pantano hanno voluto raccontare cosa significhi vivere in quelle zone. D’altronde, proprio grazie alle loro segnalazioni, puntualmente portate all’attenzione dell’amministrazione comunale dall’Associazione Aria Pulita, la questione ambientale è divenuta un tema centrale nella politica monticiana, che non ha più potuto temporeggiare nel dare risposte a chi voleva e vuole ancora sapere quale sia la fonte e la natura dei miasmi, delle polveri e dei rumori denunciati da anni.

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Tutte le persone incontrate, in modo quasi corale, raccontano di essere preoccupate per l’aria che respirano. Un tipo di preoccupazione sicuramente difficile da trasmettere a chi non sa cosa significhi aprire le finestre al mattino e trovarsi una nube maleodorante ad attenderlo dietro le imposte, per cui dobbiamo sforzarci di immaginare questo “odore acre che si sente in gola e negli occhi” descritto da Noris (rappresentante dell’Associazione Sulla buona strada) e Stefania, residenti in Via della Lite, a Pantano: miasmi che costringono “a chiudere le finestre proprio nel versante dove sono ubicati gli stabilimenti”, che gettano le persone nel panico, con l’ansia del “non sapere cosa stiamo respirando”. Ancor più toccante, se possibile, la testimonianza di chi vive proprio a ridosso dell’area Cave: “Viviamo con le finestre chiuse anche d’estate e spesso, soprattutto durante il lockdown, i fumi e le polveri si respiravano anche di notte”; il balcone e le persiane devono essere costantemente puliti a causa della polvere che si accumula ovunque e bisogna stare attenti a far arieggiare la casa, perché si rischia di trovarla infestata da quell’odore nauseabondo, come dichiara un abitante di Laghetto che ha preferito restare anonimo.

Durante il lockdown questi cittadini si sono sentiti “topi in gabbia”, hanno iniziato a filmare e documentare i fumi e le polveri presenti nelle proprie zone, denunciando attraverso i social una situazione invivibile. L’Associazione Aria Pulita si è assunta così il compito di portare all’attenzione delle amministrazioni locali le loro istanze, con continue segnalazioni ai Comuni di Monte Compatri e San Cesareo: in data 15 marzo 2020, in pieno lockdown, tramite PEC il Sindaco D’Acuti veniva invitato ad un “maggiore controllo” sulle attività industriali presenti sul suo territorio, stanti le “numerosissime segnalazioni di forti odori nauseabondi che insistono sui territori di San Cesareo, Colonna e Monte Compatri, dovuti ad attività industriali presenti in alcuni di questi luoghi”. A questa segnalazione, cui l’Associazione dichiara di non aver ricevuto riscontro, ne sono seguite molte altre, l’ultima datata 25 marzo: anche questa volta le testimonianze raccolte indicavano nell’area Cave di Laghetto l’origine di miasmi, polveri e rumori.

Una situazione veramente delicata e complessa, sulla quale ancora non esistono delle certezze, perché è necessario anzitutto appurare con mezzi tecnici se esista o meno un problema inquinamento e che dimensioni abbia. Per tale motivo sono state accolte come delle vittorie tanto l’istituzione della Commissione d’Inchiesta sull’area Cave di Laghetto quanto la recente approvazione dell’emendamento di Monte Compatri Bene Comune per il monitoraggio dei rumori, mentre per il monitoraggio dell’aria si dovrà attendere ARPA Lazio con il posizionamento di centraline nelle zone di Laghetto e Pantano, così da cominciare a dare risposte alle tante domande che provengono dai cittadini ascoltati.

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