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Colonna – Conferenza sul Diritto al Respiro: Aria Pulita muove i primi passi verso un network nazionale

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Lo scorso sabato in diretta Facebook si è tenuta la Conferenza Nazionale sul Diritto al Respiro organizzata dall’Associazione Aria Pulita di Colonna e moderata da Castelli Notizie. Ben undici rappresentanti di comitati e associazioni da tutta Italia hanno portato la loro testimonianza all’attenzione della Sottosegretaria al MITE, Ilaria Fontana, e al Presidente di ISDE, Dottor Ferdinando Laghi.

di Elena Campolongo

Si è compiuto sabato il primo passo verso la costituzione di un network nazionale di comitati e associazioni impegnati nella lotta per il diritto a respirare un’aria salubre. Organizzata dall’Associazione Aria Pulita – impegnata da più di un anno a contrastare il fenomeno dei miasmi, polveri e rumori nei territori di San Cesareo, Laghetto e Colonna – la Conferenza Nazionale sul Diritto al Respiro è stata un’occasione di confronto e dibattito tra i rappresentanti di undici comitati provenienti dal Centro e Nord Italia, il Dottor Ferdinando Laghi, Presidente di ISDE, e la Sottosegretaria al MITE Ilaria Fontana, prima firmataria di una proposta di legge sugli odorigeni che porta proprio il nome di Diritto al Respiro.

Illuminante e allo stesso tempo inquietante l’intervento del Dottor Laghi, che con dati alla mano ha spiegato quanto dannosa possa essere l’esposizione ad un ambiente inquinato non sono per le generazioni presenti, ma anche future: “l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che il 24% delle morti premature nel mondo possa essere attribuita a esposizioni ambientali e addirittura più del 33% di quelle dei bambini sotto i cinque anni sia dovuto a esposizioni ambientali prevenibili. Ma non è solo questo – ha continuato il Dottor Laghi – perché si è visto che l’esposizione genitoriale a un ambiente inquinato determina alterazioni epigenetiche, trasmissibili alla prole, i cui meccanismi fanno sì che quei bambini avranno in età adulta un rischio aumentato per malattie cronico-degenerative“. Focalizzando poi l’attenzione sull’inquinamento ambientale determinato da emissioni industriali in generale e da produzione di conglomerati bituminosi in particolare, si è specificato come “ognuna delle fasi di produzione del conglomerato bituminoso è collegata all’emissione in ambiente di sostanze potenzialmente tossico-nocive: la IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro di Lione) ha categorizzato come cancerogene o potenzialmente tali alcune di queste sostanze”. Gli IPA (Idrocarburi Policiclici aromatici), gli oli a basso tenore di zolfo e gli oli diatermici sono tutti elementi con un certo grado di tossicità, così come non sono da sottovalutare la pericolosità delle micro e nanopolveri o dei rumori, dannosi sia a livello uditivo che extrauditivo.

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Da qui la necessità impellente di compiere dei monitoraggi dell’aria in quei territori in cui i cittadini denunciano la presenza di odori nauseabondi e intervenire prontamente nel caso di potenziali rischi per la salute pubblica. Purtroppo, infatti, la sola segnalazione dei miasmi non basta, perché, come ha ben spiegato la Sottosegretaria Fontana, c’è un vuoto normativo in base al quale a livello nazionale non esiste una definizione di molestia olfattiva e addirittura di odore, tanto che nella valutazione di impatto ambientale delle aziende non è contemplata un’autorizzazione per l’impatto odorigeno. La proposta di legge sugli odorigeni intende quindi definire una molestia olfattiva come “il rilascio, diretto o indiretto, di sostanze odorigene da parte di impianti o attività, che lede gli usi legittimi dell’ambiente“, stabilire dei limiti di emissione per ogni tipologia di impianto e sostanza odorigena emessa e prevedere delle sanzioni per chi sfora.

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Ad oggi, sta alle regioni legiferare sugli odorigeni, ma non essendo un obbligo – ha spiegato la Sottosegretaria – alcune non lo hanno fatto: “con questa legge la normativa regionale diventerà obbligatoria entro 6 mesi, si dovranno stabilire dei monitoraggi periodici e sistemici e individuare il soggetto competente per la segnalazione di molestia olfattiva“. La speranza è quella che, una volta superata la crisi pandemica, la legge possa essere discussa e approvata, ma nel frattempo, garantisce la Sottosegretaria, si cercherà di far passare parti della proposta inserendole nei primi decreti utili: “non sono i cittadini a poter trovare una soluzione, perché è una responsabilità di chi legifera: mi prendo l’impegno di portare avanti questa battaglia di civiltà“.

La vicinanza e l’impegno della Sottosegretaria al MITE lasciano sicuramente intravedere una possibilità di successo a tutti i rappresentanti dei comitati intervenuti, che con sconforto ma non certo rassegnazione hanno raccontato le loro lunghe battaglie: le problematiche denunciate sono sempre le stesse, da San Cesareo alla provincia di Firenze, Verona, Modena, Piacenza, Brescia, Milano fino alla Brianza, chiunque conviva con bitumifici sul proprio territorio testimonia la presenza di miasmi, polveri e rumori, cui si aggiunge la difficoltà di rivendicare i propri diritti a causa del continuo rimpallo di responsabilità tra enti comunali, regionali e provinciali. Meccanismi farraginosi e labirintici che di fatto lasciano i cittadini soli di fronte a queste situazioni. Per questo l’obiettivo dichiarato dal presidente di Aria Pulita, Stefano Di Vittorio, è quello di iniziare a fare rete, unendo i comitati di tutta Italia in un network nazionale che possa dialogare con le istituzioni: “desideriamo stimolare una nuova coscienza, formare una rete organizzativa tra nuclei di cittadini che dialogano, propongono e realizzano progetti sensati. La rete avrà un database consultabile e aperto a tutti, dove la ricchezza di informazioni sarà di spinta per i passi futuri da intraprendere. Un network innovativo e semplice, costituito da gruppi autonomi con un unico scopo: la salvaguardia dell’ambiente“.

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