POLITICA

GENZANO – All’unanimità la mozione di Papalia (FdI) sulle Vittime delle Marocchinate (3 i genzanesi uccisi a Velletri nel ’44). Bevilacqua: “Stupro come crimine di guerra non ha colore politico”

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Ha avuto l’unanime via libera dell’intero Consiglio comunale la mozione presentata da Fabio Papalia (Fratelli d’Italia), tesa a tener viva la memoria di quanto di terribile accadde durante il secondo conflitto bellico, i cui orrori compresero anche quanto perpetrato ai civili dai Goumiers, truppe coloniali irregolari francesi, che seminarono morte nell’intero Stivale.

La violenza dei soldati appartenenti ai Goums Marocains, un reparto dalle dimensioni approssimativamente assimilabili a quelli di una normale divisione ma inquadrate in forma meno rigida, che costituiva il CEF (Corps Expedittionnaire Francais), seminò devastazione e morte anche nel nostro territorio.

“Il 18 giugno 1944 – ha ricordato Fabio Papalia nell’abbrivio della presentazione della mozione – nella zona di Velletri vennero uccisi Benedetti Demetrio di 56 anni, Benedetti Giovanni di 20 anni, Micarelli Eugenia di 27 anni, mentre Benedetti Elena di 16 anni fu vittima di violenza  da parte di due soldati marocchini e ritenuta morta fu abbandonata sul posto. Tutte le vittime erano residenti a Genzano”.

Il voto unanime, tutt’altro che scontato alla vigilia, e persino chimerico il giorno in cui fu depositata la mozione, è arrivato dopo il proficuo lavoro di diplomazia di Marta Elisa Bevilacqua (Lista Zoccolotti), che ha interpretato al meglio le intenzioni del documento presentato da Fabio Papalia (che ha visto premiata la sua volontà di non strumentalizzare il tema).

La mozione approvata impegna l’Amministrazione comunale a coinvolgere la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero degli Esteri e il Ministero dei Beni Culturali, affinché venga dato adeguato supporto a tutte le iniziative tese a ravvivare la memoria delle vittime delle Marocchinate. Stesso coinvolgimento per il Presidente della Camera e del Senato, oltre che del Presidente del Consiglio dei Ministri e i gruppi parlamentari di maggioranza e opposizione.

Tra gli scopi quelli di organizzare una giornata di studio sui temi dello stupro di guerra e  della violenza sul corpo degli inermi, per diffondere la consapevolezza, tra la popolazione tutta, ma soprattutto presso le giovani generazioni, dell’interrelazione tra guerra e stupro come strumento di sottomissione e vessazione. Tra gli impegni quello di una energica azione di riscoperta e divulgazione, in particolare presso le giovani generazioni, dei valori della democrazia, della libertà e della vera ricerca storica. La mozione è protesa ad intraprendere appropriate iniziative affinché la vicenda delle vittime delle Marocchinate trovi adeguato risalto mediatico e necessario riscontro storico-culturale nelle iniziative promosse dall’Amministrazione comunale, anche intitolando una Via in ricordo delle vittime. Al contempo si è chiesto di riconoscere e istituire, come già fatto da altri Comuni in tutta Italia, il 18 Maggio come “Giornata nazionale per le vittime delle “marocchinate”.

Tornando al positivo epilogo della mozione, il capogruppo di Fratelli d’Italia, Fabio Papalia ha ringraziato la collega della Lista Zoccolotti, Marta Elisa Bevilacqua, “per il fondamentale lavoro svolto con gli emendamenti presentati e per la correttezza dimostrata. Esempio di come la politica – ha dichiarato Papalia – riesca a superare contrapposizioni partitiche a volte sterili”. Il consigliere di opposizione ha infine ringraziato il presidente dell’Associazione vittime delle Marocchinate, Emiliano ciotti.

“Approvata una mozione di civiltà che, finalmente, riconosce un fatto turpe, una pagina nera della nostra storia recente”, ha commentato a caldo Marta Elisa Bevilacqua. “Uno spiraglio di giustizia per quelle donne che sono vissute nella vergogna, loro, per ciò che hanno ingiustamente subito, perchè la guerra, ogni guerra, si combatte, sempre sul corpo delle donne, degli inermi – ha aggiunto la capogruppo della Lista Zoccolotti -. Abbiamo approvato, all’unanimità, una mozione di civiltà, perchè il riconoscimento dello stupro come crimine di guerra – cosa che avviene, almeno sulla carta solo nel 1977 – non ha e non può avere colore politico e lasciare che il colore politico impedisca di condannare lo stupro è, per usare un’espressione di Gramsci, cretinismo. Un sentito ringraziamento va al collega Fabio Papalia per aver posto il tema e per essersi reso disponibile all’integrazione del testo con gli emendamenti da me proposti”.

PER SAPERNE DI PIU’

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• Il fenomeno delle Marocchinate avrebbe avuto inizio già dal luglio del ’43 in Sicilia, dove la popolazione locale si scontrò ripetutamente con i Goumiers, propagandosi poi in tutta la penisola, e si sarebbe arrestato solo nell’ottobre del 1944, allorquando tali truppe furono trasferite in Provenza;

• i Goumiers erano truppe coloniali irregolari francesi appartenenti ai Goums Marocains, un reparto dalle dimensioni approssimativamente assimilabili a quelli di una normale divisione ma inquadrate in forma meno rigida, che costituiva il CEF (Corps Expedittionnaire Francais) insieme ad altre 4 divisioni: la Seconda Divisione Marocchina di Fanteria, la Terza Divisione Algerina di Fanteria, la Quarta Divisione di Montagna Marocchina e la Prima Divisione della Francia Libera. I Goums erano sotto il comando del Generale francese Augustin Guillaume;

• il 14 maggio 1944 i Goumiers, attraversando i monti Aurunci, aggirarono le linee difensive tedesche situate nell’adiacente valle del Liri, consentendo al 13″ Corpo Britannico di sfondare la linea Gustav e di avanzare fino alla successiva linea di difesa predisposta dalle truppe germaniche. In seguito a questa battaglia il Generale Alphonse Juin avrebbe concesso ai suoi soldati 50 ore di “libertà”, durante le quali si verificarono sistematici saccheggi dei paesi e le violenze sulla popolazione denominati appunto “Marocchinate”;

• le cifre riguardanti la totalità degli stupri e degli omicidi commessi risultano ad oggi difficilmente identificabili con precisione; i dati del Ministero degli Interni, poi trasmessi alla Commissione Alleata di Controllo, parlarono di circa 2000-3000 stupri di donne, molte delle quali contagiate da malattie veneree, e di circa 800 uomini sodomizzati, la maggior parte dei quali successivamente assassinati tramite impalatura, nonché della distruzione di 811 case, poi incendiate;

• il Sindaco di Esperia (FR) affermò che nella sua città 700 donne, su un totale di 2.500 abitanti, furono stuprate e, alcune di esse, in seguito a tali violenze, trovarono la morte.

Si narra, inoltre, sempre secondo alcune testimonianze, che a Pico (FR), i soldati americani, giunti mentre i Goumiers stavano compiendo le loro atrocità, furono bloccati inspiegabilmente dai loro ufficiali; anche nel Lazio settentrionale e nella toscana meridionale i Goumiers stuprarono e talvolta assassinarono donne e giovani, compresi numerosi membri della Resistenza italiana.

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