POLITICA

Monte Compatri – Conclusa in tempo la Commissione Cave di Laghetto. Mengarelli: “Lavoro fondamentale per le scelte del futuro”

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di Elena Campolongo

Meno di otto mesi fa, il 20 ottobre 2020, veniva istituita con voto unanime del Consiglio Comunale di Monte Compatri la Commissione d’Inchiesta sull’attività estrattiva e di trasformazione degli impianti presenti nell’area delle ex Cave di Laghetto, fortemente voluta dal gruppo di opposizione Monte Compatri Bene Comune. I sette membri che la componevano – i consiglieri Elisa Gentili, Sabrina Giordani, Claudio Gara, Mauro Ansovini, Antonio Martorelli, Elio Masi e il Presidente Luca Mengarelli – erano stati incaricati di affrontare le questioni ambientali e autorizzative che insistono all’interno di quella vasta area di cui, fino ad oggi, mancava una visione d’insieme. 

Nonostante la situazione politica stesse per precipitare, la Commissione è riuscita a concludere i suoi lavori entro maggio e il Presidente Mengarelli ha consegnato la relazione parziale poco prima che la Giunta D’Acuti giungesse al capolinea: “sebbene priva delle considerazioni finali – ha dichiarato Mengarelli – la relazione è stata ufficialmente protocollata e tutto il lavoro svolto è ora agli atti”. Una conquista importante ottenuta attraverso un lavoro di squadra che ha coinvolto non solo i consiglieri di maggioranza e opposizione, ma anche i tecnici comunali che sono intervenuti in Commissione: l’Architetto Morelli, Responsabile dell’Ufficio Cave e Lavori Pubblici da un anno circa, l’Architetto Pompili, Responsabile del settore Urbanistica e Ambiente, e il Segretario Comunale Enrico Conigli, delegato all’Ufficio Cave negli anni passati, si sono presentati per la prima volta insieme a riferire su tutti gli aspetti autorizzativi e urbanistici relativi all’area delle Cave. Un altro passo avanti cruciale è stato compiuto con la collaborazione dei tecnici dell’ARPA, che si sono recati nella frazione di Laghetto per effettuare un sopralluogo propedeutico all’installazione di centraline per il monitoraggio dell’aria, grazie a cui si spera di riuscire a dare risposte in un futuro non troppo lontano a tutti quei cittadini che da anni denunciano la presenza di miasmi.

“Si è finalmente fatta una verifica di tutte le attività del bacino estrattivo per comprendere quali di queste corrispondevano ad autorizzazioni esistenti. Un lavoro di sintesi di 20 anni di attività all’interno del sito con una planimetria aggiornata alle ditte attualmente presenti, subentrate nelle more alle precedenti, che costituisce una pietra miliare per il futuro: una base di partenza da cui le prossime amministrazioni potranno partire per formulare delle scelte politiche da attuare all’interno del bacino estrattivo”, ha commentato il Presidente della Commissione. Proprio grazie a questa sintesi, oggi è possibile affermare con sicurezza che nell’area Cave si svolgono tre lavorazioni principali: l’attività estrattiva, il recupero delle ex cave di basalto e la produzione di conglomerato bituminoso, cui sono destinati precisamente quattro impianti. Per ciascuna delle attività sono state accuratamente verificate autorizzazioni e concessioni, inserendo nella relazione nomi e cognomi di chi sia autorizzato a fare cosa, senza per questo formulare un giudizio nel merito di chi debba o meno operare nel sito estrattivo: “Il nostro lavoro non ha voluto formulare un giudizio sulle ditte che lavorano nelle Cave, ma chiarire con una fotografia obiettiva quale situazione vi fosse lì dentro. Noi, infatti, non eravamo lì per decidere chi dovesse lavorare o meno, ma per conoscere i presupposti autorizzativi su cui è basata l’attività”.

Secondo Mengarelli, inoltre, la Commissione ha raggiunto un obiettivo completamente diverso da quello che si erano prefissate le passate amministrazioni: “il lavoro delle amministrazioni precedenti è stato quello di focalizzarsi su singole questioni all’interno dell’area Cave, mentre l’impegno della Commissione è stato quello di creare una visione globale della situazione”. Un lavoro che a suo avviso dovrebbe proseguire con “una Commissione Permanente che vada ad affrontare tutte le questioni ambientali, urbanistiche e autorizzative a tutela sia dei cittadini sia delle attività produttive che legittimamente esercitano sul territorio”.

Insomma, una dettagliata relazione di cui potranno giovarsi non solo tutti i cittadini e le associazioni da anni interessate alla questione, ma anche i futuri amministratori di Monte Compatri qualora vi fosse una precisa volontà politica di affrontare fino in fondo questa intricata vicenda. D’altronde l’impegno e la dedizione mostrati dal Consigliere di Monte Compatri Bene Comune Mengarelli nel portare avanti questa Commissione lasciano presagire che il tema Cave di Laghetto diverrà un punto centrale nel programma del centro-sinistra monticiano alle prossime elezioni di ottobre, sebbene l’ex Presidente abbia voluto sottolineare che “la questione delle ex Cave di Laghetto sarà sicuramente centrale nel nostro programma elettorale, ma dovrebbe esserlo anche nel programma e nell’agenda politica di ciascun candidato a prescindere dal colore politico, perché la tutela del lavoro, dell’ambiente e della salute pubblica sono temi che vanno ben oltre l’ideologia e il credo politico”.

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