CRONACA

Omicidio a Roma, l’assassino ha tentato la fuga a Rocca di Papa e Ciampino prima di essere arrestato, ha 27 anni

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E’ stato arrestato l’autore dell’omicidio avvenuto alle 22 del di martedì 22 giugno in piazzale Appio, a Roma. La vittima – come riferito dall’agenzia DIRE – è Ahmed Bilal Khaled, nato in Iraq il 9 giugno 1980, incensurato, profugo richiedente asilo, munito di foglio di soggiorno, dimorante nel centro di accoglienza in via Aristide Staderini 9 a Roma.

In manette, dopo una caccia all’uomo durata 24 ore e terminata questa notte a Napoli, è finito G.S., nato in Armenia nel 1994, incensurato, munito di foglio di soggiorno provvisorio in quanto richiedente asilo politico, presente già da qualche anno in territorio italiano, ufficialmente senza fissa dimora.

La caccia all’uomo è iniziata quando la Polizia ha iniziato a captare il segnale gps presente sul cellulare in possesso dell’assassino che, quando è stato acceso, ha portato gli agenti prima a Rocca di Papa, poi a Ciampino e infine alla stazione Termini di Roma, dove il killer ha preso un treno in direzione sud, sfuggendo per un soffio all’arresto. Seguendo il gps, la Polizia ha capito che il ricercato si stava dirigendo a Napoli.

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Allertata la Squadra Mobile del capoluogo campano insieme ai colleghi di Roma, a mezzanotte circa gli agenti hanno atteso che l’uomo scendesse dal treno alla stazione ferroviaria di Napoli centrale, dove è stato bloccato. Portato negli uffici della Squadra Mobile di Napoli al termine degli adempimenti di rito, l’uomo è stato associato al carcere di Poggioreale a disposizione della Autorità giudiziaria partenopea.

Le indagini coordinate dal Sostituto procuratore della Procura della Repubblica, Andrea Cusani, sono partite subito, non appena la sera del 22 giugno alcuni passanti hanno dato l’allarme dopo aver avvistato il corpo di un uomo riverso a terra in un lago di sangue, con un coltello conficcato nella schiena. Dai primi riscontri sul posto effettuati dai poliziotti della Squadra Mobile, insieme al VII Distretto S.Giovanni, la Polizia Scientifica e il medico legale, è emerso che un ignoto aggressore, probabilmente straniero – secondo le testimonianze di due ragazze che di sfuggita si erano accorte di quanto accaduto – aveva accoltellato la vittima.

Da una prima visione di alcune telecamere presenti nella sala operativa della Questura è stato confermata subito la dinamica dei fatti: due persone stavano discutendo sul marciapiede che fa angolo con via Taranto, all’improvviso uno dei due con un coltello preso di nascosto dalla tasca dei pantaloncini ha colpito la vittima con dei fendenti, per poi darsi alla fuga.

La vittima che aveva con sé uno zainetto contenente i documenti ed i suoi effetti personali, è stata subito identificata. La Polizia è risalita anche alla sua attività lavorativa, grazie a dei bigliettini indicanti un autolavaggio in via di Castel di Leva 322.

Su di se il 41enne iracheno aveva anche una fotocopia di un documento appartenente ad un cittadino giordano. Immediatamente gli agenti si sono recati in contemporanea presso l’autolavaggio e presso la casa dell’iracheno, scoprendo, a seguito di una perquisizione, dai registri dell’esercizio commerciale, aperto con le chiavi rinvenute nello zaino, che lo straniero era di fatto insieme al cittadino giordano, il proprietario dell’autolavaggio in cui lavoravano 2 impiegati, uno siriano ed uno armeno. Il cittadino giordano subito rintracciato ha raccontato di un problema con l’impiegato armeno, legato ad ammanchi di soldi rispetto alle auto che venivano lavate, fatto per il quale i due soci avevano deciso di licenziarlo visto che nonostante l’evidenza l’impiegato continuava a negare di aver rubato denaro.

Per questo motivo, secondo quanto raccontato dal cittadino giordano, si era deciso di dargli i soldi della giornata e poi allontanarlo. Questo il motivo dell’incontro chiarificatore tra l’Ahmed ed il G.S. sfociato poi in tragedia.

Nel frattempo nelle mani della Squadra mobile sono arrivati altri elementi, quando all’apertura dei negozi la Polizia è riuscita ad estrapolare altri video dalle telecamere presenti sul posto. In uno di questi la telecamere ha immortalato i fatti: i due soggetti discutevano sul marciapiede finchè all’improvviso il dialogo si è trasformato nella violenta reazione dell’armeno che con un coltello ha colpito al collo ed alla gola l’iracheno; dopo aver sferrato diversi fendenti l’assassino che sembrava allontanarsi, ci ha ripensato ed è tornato indietro per continuare ad infierire sul malcapitato, lasciando il coltello conficcato nella nuca per poi dileguarsi.

Da un’attenta visione delle immagini la Polizia è riuscita ad individuare una ferita evidente al dito dell’aggressore. Tramite il sistema Afis in uso alla Polizia di Stato è stato possibile trovare una corrispondenza tra la fisionomia del killer e la fotografia presente nel sistema informatico del nominativo trovato tra gli impiegati dell’autolavaggio.

Da lì la conferma sull’identità dall’assassino e la caccia all’uomo che in meno di 24 ore ha portato al suo arresto a Napoli.

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