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Trappole a imbuto, mappate con GPS: così il Parco dei Castelli Romani monitora gli insetti

monitoraggio insetti parco castelli romani

Dal Parco dei Castelli Romani apprendiamo che i tecnici dell’area ambientale sono in questi giorni impegnati nell’attuazione di due monitoraggi: “InNat” e “Samfix” molto diversi tra loro, ma volti entrambi a raccogliere informazioni su diverse specie di insetti, il cui rilevamento all’interno dell’area protetta fornisce elementi fondamentali per la conservazione degli ecosistemi.

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“InNat” è un progetto al quale il Parco ha aderito nel 2018, con la finalità di accertare la presenza della specie Osmoderma eremita, protetta dalla Direttiva Habitat, all’interno dei siti di interesse comunitario della “Rete Natura 2000”, con l’obiettivo di tutelarla e di diffondere tra la popolazione  la conoscenza sia di quest’ultima, che delle specie di insetti protetti attraverso un programma di Citizen Science.

Le trappole  a forma di imbuto mappate con GPS e numerate, sono state posizionate lungo i transetti (area di rilevamento) prestabiliti, e sono state in seguito caricate con una particolare sostanza denominata feromone che serve ad intercettare ed attrarre i coleotteri. I controlli vengono effettuati ogni settimana per circa 5 settimane, ad ogni verifica devono essere annotati sull’apposita scheda gli individui catturati e fotografati, che vanno in seguito rilasciati. Il procedimento è utile a comprendere lo stato di conservazione delle popolazioni e il loro andamento nel tempo, ciò per valutare se la specie è a rischio estinzione e se l’habitat è sufficiente a garantirne il mantenimento.

“Samfix” (Saving Mediterranean Forests from Invasions of Xylosandrus beetles and associated pathogenic fungi) è un progetto molto diverso che serve ad individuare ed eventualmente contenere, la presenza di coleotteri scolitidi del genere Xylosandrus: Xylosandrus compactus e Xylosandrus crassiusculus, che causano gravi danni agli ecosistemi forestali mediterranei come disseccamenti alla vegetazione e altre fitopatologie.

Anche per questa indagine sono state posizionate delle trappole lungo dei transetti specifici, che i tecnici dell’Ente provvedono a munire di attrattori per catturare eventuali esemplari, protocollo che si rende necessario al fine di rilevarne la presenza e arginare i rischi di infestazione.

Le trappole saranno soggette a controlli periodici, in cui si provvederà al cambio degli attrattori e si raccoglieranno i campioni, che in seguito verranno consegnati al personale del Parco nazionale del Circeo capofila del progetto.

I risultati serviranno a stimare modalità e percorsi di invasione, oltre a valutare l’efficacia delle misure di prevenzione finora attuate.

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