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CN Motors – Rover Mini 1.3 British Open Classic: un tesoro nascosto dietro l’angolo

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Anni di ricerca, ore ed ore spese davanti al PC alla ricerca dell’auto perfetta. Domeniche perse e viaggi a vuoto a visionare auto nei garage in ogni angolo di Roma e provincia. Ma poi un giorno, per caso, scopri che a meno di 100 metri da casa è nascosta l’auto dei tuoi sogni. Si, sotto un telo, il tuo vicino di casa nasconde due Mini classiche quelle che hai sempre sognato. Una di queste deve venderla per fare spazio nel garage ed è disposto a trattare anche il prezzo e non di poco, pur di fare spazio ai suoi nuovi progetti.


Sembra l’inizio dell’ennesima storia, a metà tra fiaba e leggenda, sul mondo delle auto classiche. Ma è proprio così che è andata per due nostri cari lettori, due fratelli con la benzina nel sangue ed un pistone al posto del cuore. 
Tutto parte una mattina qualunque quando il Signor R., padre dei due fratelli, incontra un caro amico nella piazza di paese, in questo caso Lanuvio. Una chiacchiera tira l’altra fino a che uno dei due, dichiara di avere una Rover Mini classica da vendere e l’altro, il signor R., esprime tutto il suo vivo interesse ad acquistarla il prima possibile.


Basta un breve breifing in famiglia, poche chiacchiere per stabilire il budget e via alla chiamata di non ritorno – “quale è il prezzo più basso a cui puoi arrivare? – chiede il signor R – “perfetto la prendiamo”. Basta un giorno per passaggio ed assicurazione ed In un batter d’occhio l’auto cambia padrone senza neanche cambiare via di residenza. I nuovi proprietari non hanno dichiarato il prezzo ma ci hanno detto che è stato un ottimo affare considerando l’allestimento, i ricambi e gli accessori compresi nel prezzo. In compenso, considerando che le condizioni generali erano più che buone l’auto necessitava comunque di qualche intervento di ripristino seppur leggero.

La Rover Mini 1.3 cat British Open Classic

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Conosciamo meglio questa piccola peste inglese. L’auto in questione è del 1992. In quegli anni la MIni era prodotta sotto il marchio Rover. La casa inglese aveva provveduto ad effettuare interventi di rinforzo della scocca, per aumentarne la sicurezza oltre ad interventi mirati alla riduzione delle emissioni inquinanti.

L’auto, lunga appena 3 metri, era spinta da una piccola unità da 1273 centimetri cubici a carburatori con 50 cavalli e cambio a 4 marce. Dalle alte Mini si distingueva per gli interni in radica, i passaruota allargati, la scritta sulla fiancata, gli interni dedicati ed il tettino apribile.

Gli interventi

In questo caso, oltre ad aver trovato un tesoro nascosto a due passi da casa, la Rover Mini non ha avuto bisogno neanche di grandi interventi di ripristino. Nel complesso il veicolo, pur mostrando qualche segno del tempo, come la pelle un poco ingrigita, era pressoché intonsa. Un tagliandone, con cambio olio e filtro, cambio pasticche, ganasce ed olio freni, la sostituzione dei manicotti, ormai logorati dal tempo ed una corretta carburazione hanno fatto tornare questo motore pronto a scatenarsi tra le curve.

Gli interni sono stati accuratamente lavati e rimessi a nuovo da un professionista del settore. Il cruscotto che al moneto dell’acquisto non era quello originale, sta per essere sostituito con uno in radica, come previsto in origine. L’unica modifica che differisce dall’originale sono i parafanghi larghi, in tinta con la carrozzeria, in stile mini Cooper S. Questi ospitano i cerchi da 12 pollici con pneumatici 165/ 60 (omologati a libretto). La carrozzeria anche è stata affidata ad un professionista per riportare la suo splendido green british racing originale, brillante come appena uscito dalla fabbrica. Non è stato necessario nessun intervento di riverniciatura, ma bensì è basta un lavaggio approfondito ed una trattamento di lucidatura. Rimane da rifilare i parafanghi anteriori che, nelle curve più strette, entrano in contatto con gli pneumatici.

Il tutto ha avuto costi contenuti, in quanto la Mini è un auto facile da manutenere ed i ricambi, a patto che vengano cercati fuori dai confini nazionali, sono a buon mercato.

Guida old school

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La guida è di altri tempi, sterzo duro e frenata lunga, qui non c’è servosterzo e ABS, serve attenzione alla guida, anche se si va piano. Le grandi gomme non aiutano nelle manovre da fermo e la posizione di guida non è cero sportiva, con quella seduta quasi verticale e le ginocchia che sfiorano il volante in una pozione molto inusuale se confrontata con le vetture di oggi.

In compenso però, l’insieme di queste caratteristiche intrinseche della MIni, perché è giusto specificare che questi elencati prima non sono difetti ma bensì sfaccettature di un carattere esclusivo, fanno si che il feeling di guida che restituisce va oltre l’immaginazione di chi guida noiose utilitarie moderne. Il divertimento è assicurato anche a se si procede a 30 km orari. Ogni curva sembra di viverla al limite della fisica ed il volante, estremamente diretto, restituisce dettagliatamente cosa sta scorrendo sotto le nostre gomme in quel momento, sembra esagerato ma le sensazioni ricordano lontanamente, ma neanche troppo quelle provate su di un kart.

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