POLITICA

Velletri orfana del Punto Nascita, Chiara Ercoli (FdI) non ci sta: “Dal Comune sull’Ospedale solo pressappochismo”

“Siamo di fronte all’ennesima presa in giro e ad una nuova dimostrazione di sciatteria e di quel pressappochismo che ormai vi contraddistingue, a danno dell’intera cittadinanza”.

Parole forti, senza timore, proferite con la calma del coraggio di chi, su certi temi, non arretra di un millimetro. Parole riecheggiate nella Sala Tersicore, nel pomeriggio di martedì 10 agosto, durante il Consiglio comunale straordinario sul Punto Nascita di Velletri.

Parole fuoriuscite dalla bocca di Chiara Ercoli (GUARDA IL VIDEO), che al solito non si è tirata indietro al momento di difendere i valori e i temi in cui più crede, lei che nel presidio di Fratelli d’Italia nel piazzale dell’Ospedale, l’8 luglio, mise in guardia dalla necessità di muoversi in autonomia per un ricorso contro la definitiva chiusura. “Non possiamo fidarci di chi finora ha fatto tante promesse senza mantenerle”, ebbe a dire nell’occasione…

Provo amarezza nel constatare che il ricorso non è stato presentato”, ha dichiarato Chiara Ercoli nel corso del Consiglio comunale di martedì. “Mi sembra l’ennesima presa in giro”, ha aggiunto, prima di accusare la maggioranza di “sciatteria e pressappochsmo”.

Nel suo intervento la capogruppo di FdI è partita da lontano: “Nella Conferenza dei Sindaci Pocci non fece una grande figura, tanto da meritarsi l’appellativo di Don Abbondio, forte coi deboli e debole coi forti”.

“In questi anni l’Ospedale di Velletri doveva essere potenziato e non smantellato. Ma ciò è accaduto perché per consentire l’apertura del Nuovo Ospedale dei Castelli si è attinto proprio dal presidio ospedaliero di Velletri, utilizzato come serbatoio e svuotato. Eppure la vocazione dell’Ospedale dei Castelli – ha ricordato a tutti Chiara Ercoli – doveva essere quella di ospitare i reparti salvavita, a partire dalla chirurgia di emergenza, evitando alla popolazione di dover ricorrere agli ospedali di Roma. Ma tutto questo – ha aggiunto – non è purtroppo avvenuto. Le premesse, quindi, erano totalmente diverse e paghiamo quindi il fatto che qualcuno che doveva mettersi il vestito bello del giorno di festa per inaugurare il NOC lo ha fatto a discapito della lenta morte dell’Ospedale di Velletri” (chiaro riferimento, il suo, all’improvvisa accelerazione verso l’inaugurazione dell’Ospedale dei Castelli, nel dicembre del 2018, che ha portato benefit a chi se ne rese fautore, nonostante sia partito con meno di un terzo dei posti letto previsti, ndr).

La capogruppo di FdI è tornata poi su quella che il suo consigliere regionale di riferimento, Giancarlo Righini, ha etichettato come la messinscena del Teatro Artemisio, quando D’Amato ha annunciato un finanziamento di 27 milioni di euro a beneficio dell’Ospedale veliterno, senza però far alcuna menzione di tutti i reparti chiusi e mai più riaperti: “Se e quando arriveranno quei soldi cosa troveranno? Ve lo dico io: un contenitore vuoto, visto che non avremo neppure più il Dea di primo livello. Qualcuno di questa maggioranza dovrebbe dirci perché in tutta la Regione Lazio – ha aggiunto Chiara Ercoli – di 11 presidi che non arrivano alle 500 nascite previste, viene chiuso solo quello di Velletri. Perché? Come mai?“.

Già, perché?

In attesa di risposte, che tarderanno ad arrivare, Ercoli è andata avanti, inchiodando anche la vaga motivazione del Comitato Nazionale Nascite, che nel suo documento fa menzione di un disagio orografico che non è però suffragato da dati oggettivi, “dal momento in cui si privilegia la clinica convenzionata del Città di Aprilia”, dove effettivamente molte donne di Velletri si sono dirette, in alternativa all’Ospedale Casilino di Roma.

Qualcuno, evidentemente, dovrebbe togliersi la maschera se è vero, come è vero, “che negli anni si è deciso di investire sull’Ospedale di Genzano, come accaduto per l’epidurale, nonostante il personale in forza a Velletri avesse fatto corsi sul parto in analgesia…A Genzano, nonostante si sapeva dovesse poi essere chiuso, sono andati anche 10 posti per la patologia neonatale. Perché tutti li e niente a Velletri?”, ha chiesto e si è chiesta la figlia del compianto Franco Ercoli.

“Noi dobbiamo sempre pensare ai più deboli, perché chi può va a partorire altrove, ma noi dobbiamo pensare sempre a chi non può, ai figli di un dio minore. Il Noc, è bene si sappia, non ha assorbito l’utenza di Velletri, che è anche quella di Lariano, Giulianello, Cisterna, Cori, Artena…lasciando sguarnito un bacino di utenza di 150mila utenti. Si parla impropriamente di disagio orografico, ma la conformazione del nostro territorio non rende così facile raggiungere l’Ospedale dei Castelli e difatti non accade”.

“E’ bene si sappia – ha aggiunto la capogruppo di Fratelli d’Italia – che non stiamo rivendicando la riapertura dei reparti per mero campanilismo, ma per restituire dignità alla sanità del nostro territorio. E allora chiedo al Sindaco perché non ha acquisito gli atti in tutto questo tempo? Poteva venire qui con tutte le carte e insieme avremmo visto il da farsi.

Invece, nonostante proclami di fantomatici ricorsi a Ministeri e Comitati, non si è neppure avuta la decenza di richiedere atti e documentazione sulla decisione della chiusura dei reparti”, ha aggiunto e concluso in dichiarazione di voto Chiara Ercoli, mettendo in risalto come a 55 giorni di distanza dalla Determinazione della Regione dal Comune di Velletri, almeno fino al 10 agosto, non è neppure partita la richiesta di accesso agli atti, per conoscere su quale parere del Comitato Nazionale la Regione abbia poi messo la pietra tombale sul Punto Nascita di Velletri, senza andare in deroga al limite dei 500 parti l’anno.

Un ritardo inspiegabile, che ha portato la consigliera di opposizione a scomodare termini come sciatteria e pressappochismo…

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