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Ariccia – Frascati Scienza, gli studenti visitano Colle Pardo e scoprono le piante officinali

frascati scienza a colle pardo ad ariccia

Grande la soddisfazione per l’Associazione Colle Pardo ONULS, per aver partecipato, come protagonista, alla settimana della Notte Europea dei Ricercatori 2021,  proposta dall’Associazione Frascati Scienza in partenariato con il comune di Ariccia. I temi, cari all’associazione da sempre, contenuti nel progetto LEAF, un acronimo per heaL thE plAnet’s Future, cura il futuro del pianeta, finanziato dal programma HORIZON 2020 della Commissione Europea e dalla Regione Lazio, hanno da subito incontrato terreno fertile per confermare le sue origini, nel sodalizio tra Scienza e Natura.

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Da sempre con le sue attività, e ancor più in questa, è stata data forza a questo legame. Lo hanno raccontato i giovani studenti della seconda media dell’Istituto Vito Volterra di Ariccia, che hanno conosciuto il Bosco di Colle Pardo e studiato le piante officinali, costruendo delle schede tecniche che hanno fatto bella mostra, nel pomeriggio del 24 settembre, nella stupenda sala Bariatinsky, messa a disposizione dall’amministrazione comunale.

Colle Pardo, è stato salvato dai cittadini stessi, i quali nel 2006 hanno promosso una raccolta firma e fondato l’omonima associazione, affinché l’area non venisse cementificata e divenisse, com’è accaduto, bene pubblico.

“E’ un’area di 28 ettari che il Comune di Ariccia ha riconosciuto come patrimonio naturale e personale – ha spiegato Maurizio Biaggi, Dottore e Presidente associazione Colle Pardo -, fa parte del Parco dei Castelli Romani ed è doveroso farla conoscere soprattutto alle scuole. Far passeggiare i ragazzi per i sentieri, insegnare a loro il riconoscimento delle piante e la realizzazione di un erbario, sono i primi passi verso la consapevolezza. Devono essere consapevoli del valore del proprio territorio. L’università La Sapienza ha monitorato il Bosco e realizzato diversi studi. Sono stati censiti oltre 250 tipologie di piante diverse.  È un fazzoletto di territorio, ma con una grande biodiversità da renderlo il polmone dei Castelli Romani. La flora è composta da piante aromatiche e officinali, incluse le velenose. Da diverso tempo abbiamo proposto all’amministrazione di Ariccia diversi progetti per la salvaguardia e la tutela del Bosco, che tempi addietro veniva definitivo Sacro”.

Tra i vari progetti, è stata suggerita anche la realizzazione di un’area per le arnie. “Le api sono l’indicatore del benessere e salute del bosco. La loro continua morte rappresenta una delle più grandi emergenze ecologiche e globali attuali! Se non ci sono le api, non ci saremo neppure noi” l’apicoltore Marco Mammola ha mostrato l’arte dell’apicoltura e rammendato ai giovani la tutela doverosa verso questi insetti. L’Agenzia per la Protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici nel 2008 ha dichiarato che In Italia fossero morte il 50% delle api, persi 200.000 alveari e 250 milioni di euro nel settore agricolo.

“I ragazzi hanno tanto bisogno di stare all’aria aperta in contatto con la natura!” ha semplicemente commentato Massimo Briziarelli, Direttore della società Le Ginestre Snc, arboricoltore nella cura e gestione degli alberi in ambito urbano. Proprio lui ha illustrato ai giovani l’interno di un tronco d’albero, lasciandoli molto entusiasti.

“Anticamente non c’erano le farmacie o i farmacisti – ha spiegato Giancarlo Gramiccioli, ex-ricercatore nel campo microbiologico, chimico e della mutagenesi e da tempo in pensione, ritornando al discorso delle piante officinali – c’erano gli Aromatarii, che preparavano le cure tramite distillati di erbe, foglie, radici”.   

È curioso, soprattutto per la sottoscritta specializzatasi in Letterature Comparate e Storia delle Religioni antiche, constatare un legame tra “mito” e “scienza” che ad un primo impatto potrebbe sembrare inconsueto.  Le piante erano Sacre per i nostri antenati, ma noi oggi sappiamo che una determinata pianta, ad esempio la Malva, ha in sé specifici elementi chimici i quali, reagendo nel nostro organismo, ci danno benessere. Ad esempio, lenisce i dolori femminili. I nostri avi, tuttavia, si spiegavano ciò con la magia, la quale è poi divenuta religione, è divenuta Sacra. Nello specifico del bosco di Aricia (la cui storia mitologica è legata a figure come Ippolito-Virbio e Oreste ed Ifigenia), le piante erano Sacre alla dea Diana.

Questa scienza si chiama “fitoterapia”, la terapia delle piante. Erroneamente, per motivi di mercato, viene definita e legata al futile termine “omeopatia”.

La fitoterapia era fino a pochi secoli fa l’unica medicina esistente. Noi oggi abbiamo una durata di vita più longeva (il prode Agamennone, capo degli Achei nell’Iliade, è un “vecchio” di 35 anni) grazie alla Scienza Medica, ai dottori e ai ricercatori che si impegnano per il benessere collettivo. Proprio per ringraziare loro, è nata la Notte dei Ricercatori e tutte le attività a essa legate.

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Cristina Borri

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