POLITICA

VELLETRI – Sinistra compatta sul “regalo” del Comune al gestore della rete del gas: “Persi 600mila euro, inspiegabile!”

Morassut, Leoni, De Marchis

“600mila euro in meno…”. A tanto ammontano – per ora – le mancate entrate nelle casse del Comune di Velletri dopo la clamorosa transazione con cui la Giunta veliterna si è piegata alle pretese della “2i Rete Gas S.p.A.“, l’operatore che da anni si occupa della rete di distribuzione di gas nel vasto territorio veliterno, che all’improvviso, negli anni scorsi, facendosi beffe di un contratto, aveva d’imperio sospeso i pagamenti.

Inevitabile, a quel punto, che il contenzioso sfociasse in una querelle giudiziaria nella quale il Comune di Velletri, forte di un contratto inoppugnabile si trovava nella posizione di poter fare la “voce grossa” e tutelare così la cospicua entrata nelle proprie casse (proprio quanto fatto durante l’Amministrazione Servadio…). Fino al clamoroso epilogo del 2019, quando in un “lampo” si è proceduto ad una transazione a totale vantaggio dell’operatore, che si è visto ridurre il canone annuo di ben 75mila euro, con effetto retroattivo, fino a vedersi contrarre anche i metri di conduttura da fare e ad essere protetto da ogni futura rivalsa da parte del Comune. Una sorta di “regalo”, quindi, di cui il gestore della rete idrica ha beneficiato in pieno, con un cospicuo risparmio rispetto a quanto previsto sul contratto.

Di tutto questo si è diffusamente parlato nella conferenza stampa andata in scena nel pomeriggio di martedì 28 settembre all’interno del Bar Filippi, a Velletri, dove è convenuta gran parte della sinistra veliterna, non più allineata con la multiforme Amministrazione Pocci (che al Pd, e a quel che resta di LeU, somma anche Forza Italia e alcune civiche).

Con chiarezza e senza mai andare sopra le righe, forti di contenuti capaci di “parlare da soli”, i convenuti hanno espresso tutti i dubbi su come sia stata gestita una vicenda che acuisce le perplessità sul “modus operandi”, “che può essere esteso alla modalità di gestione generalizzata da parte dell’Amministrazione” nella gestione della cosa pubblica; perplessità che hanno aumentato il divario che c’è tra forze politiche che avevano sostenuto la coalizione in campagna elettorale, ma da cui hanno progressivamente preso le distanze, “una volta compresa la scarsa collegialità”.

Massimo Morassut e Roberto Leoni
Massimo Morassut e Roberto Leoni

Morassut: “Incomprensibile la riduzione di 75mila euro annui di entrate per il Comune”

Il primo a prendere la parola è stato Massimo Morassut, seguito da Roberto Leoni e Maria Paola De Marchis. Proprio Morassut (oggi indipendente, dopo aver sostenuto la lista Beni Comuni in campagna elettorale, ed aver preso le distanze dall’amministrazione attuale contestando l’inesistenza di un livello seppur minimo di condivisione politica nella maggioranza”), ha aperto la stura ad una situazione davvero singolare, già fatta oggetto di un’interrogazione comunale da parte di Maria Paola De Marchis (Italia Viva).

In premessa si è spiegato che in un futuro al momento indeterminato, così come già avvenuto in altre parti d’Italia, “anche per la gestione del gas, così come avvenuto per l’acqua, si giungerà all’ATO (Ambito Territoriale Ottimale), con una gestione integrata nel territorio. In attesa che ciò accada anche a Velletri – ha evidenziato Morassut – ci troviamo a fare i conti con quanto accaduto con l’attuale gestore, che nel 2016 ha contestato il contratto che aveva col Comune di Velletri, ritenendolo non congruo. Un contratto che prevedeva 300mila euro all’anno più Iva per il noleggio della rete (a fronte del quale il gestore propose di pagare soltanto 182mila euro, ndr). All’improvviso – ha ricordato Massimo Morassut – la società ha deciso di non pagare più quel canone e si è arrivati ad un percorso giudiziario che è stato interrotto nel 2019, quando prima di arrivare a sentenza le parti in conflitto hanno convenuto di pacificare tutto con una transazione in cui hanno stipulato un nuovo contratto. Così facendo hanno annullato il procedimento giudiziario e abbassato il costo per il gestore in maniera retroattiva, dal 2013 in poi, facendolo passare da 300mila euro annue in favore del Comune a 225mila, con una incomprensibile riduzione di 75mila euro annui. Come se ciò non bastasse – ha aggiunto Morassut – i 7 km di ampliamento della rete previsti dal vecchio contratto sono diventati 6.3, con un 10% in meno. Oltretutto, ed è la cosa che davvero ci preoccupa, nel testo della transazione approvato dalla Giunta, quell’accordo transattivo ha posto una pietra tombale su tutte le eventuale rivendicazioni future del Comune nei confronti di eventuali mancanze o carenze da parte del gestore”.

Prima di cedere la parola Massimo Morassut ha definito “grave un percorso che ha portato ad una riduzione significativa delle entrate per l’ente”, per il quale “l’assessore ha cantato vittoria, quando la realtà è che prenderemo meno soldi di quelli già previsti nel contratto. Il tutto secondo un modus operandi che può essere esteso alla modalità di gestione generalizzata dell’Amministrazione. La transazione si può portare legittimamente avanti nei rapporti tra privati, ma in caso di amministrazione pubblica deve rispondere a dei principi in base ai quali l’interesse pubblico deve essere tutelato, e quanto avvenuto – ha concluso Morassut – chiama in causa anche la macchina amministrativa – dirigenziale, che supporta l’Amministrazione, perché sicuramente qualcosa non ha funzionato e il supporto non c’è stato, visto che non c’è uno straccio di analisi costi – benefici che supporti il mancato rispetto di un contratto che doveva essere tutelato, considerato che difficilmente un Giudice avrebbe mai potuto dare ragione alla società. Dove sta la convenienza nell’aver rinunciato a questa cosa? Qualcuno dovrebbe spiegarcelo!”.

Leoni: “Non si ravvede alcun elemento di convenienza per il Comune di Velletri”

La parola è quindi passata a Roberto Leoni, coordinatore cittadino di Articolo 1, forza che aveva sostenuto il centrosinistra durante la campagna elettorale del 2018, salvo prenderne le distanze pochi mesi dopo, di fronte ad un’Amministrazione che “stava tradendo le attese”.  Carte alla mano Leoni ha ricordato che “la realizzazione della rete gas risale ai decenni scorsi. Nel 2009 – ha evidenziato – è stata ripresa la convenzione originaria, che discendeva da un contratto del 1986, e rinegoziando tra le parti il rapporto originario si è fissato il canone annuo a 300mila euro. Tale doveva essere l’importo fino a quando non sarebbe stata espletata la Gara d’Ambito, sulla base degli indirizzi dell’Unione Europea. Fino al momento dell’entrata nella ATO andavano pertanto mantenuti i rapporti contrattuali vigenti e l’accordo a 300mila euro sarebbe dovuto rimanere fermo”.

Massimo Morassut con Roberto Leoni

E’ toccato proprio a Leoni fare i conti della serva: “Ad oggi il Comune ha perso già 600mila euro circa e questo stride con la modalità con cui è stata presentata la transazione, fatta apparire come un vantaggio, che a nostro modo di vedere davvero non c’è”.

Roberto Leoni ha quindi ricordato come il Comune di Velletri avesse inizialmente promosso un’iniziativa legale, “nella quale aveva puntualizzato in maniera precisa tutto quanto stiamo evidenziando noi”. Stupisce ancora di più, pertanto, che d’improvviso vi sia stato un dietrofront del genere…

“Quello che non si capisce ed è molto strano – ha ribadito Leoni – è che quelle argomentazioni sono state completamente ribaltate dopo qualche anno”. Stupisce ancora di più quanto accaduto nel frattempo: “E pensare che era stato dato persino un incarico ad un tecnico esterno affinché potesse valutare il valore commerciale della rete e il tecnico incaricato, dando una stima leggermente inferiore ai fatidici 300mila euro, aveva evidenziato chiaramente che ad avere valore erano proprio i rapporti contrattuali in essere”, lasciando di fatto intendere che, al di là della stima di qualsiasi perizia aggiuntiva, l’importo da corrispondere era proprio quello pattuito nel contratto. Una relazione, quindi, che avrebbe dovuto dare ulteriore forza al Comune, ma che invece non ha evitato che qualcuno, in pochissimi giorni, si piegasse stranamente alle rivendicazioni del gestore.

“In appena 3 giorni – ha evidenziato Roberto Leoni – sono arrivati il parere del legale, la delibera di giunta e la transazione. Eppure, lo ricordo a tutti, non stiamo parlando di una transazione tra privati, ma di una lite tra un ente pubblico e un soggetto che gestisce un patrimonio del Comune. La transazione non può e non deve essere un atto privo di qualsiasi convenienza per l’ente e nei documenti avuti non esiste niente che faccia capire in modo chiaro che quello che è stato approvato dalla Giunta e sottoposto a transazione abbia avuto un solo elemento di convenienza per il Comune di Velletri e, quindi, per la cittadinanza tutta”.

Ci si è poi soffermati sull’aspetto delle competenze, in base al quale, a detta degli intervenuti alla conferenza stampa, qualsiasi decisione sarebbe dovuta passare per il Consiglio comunale e non per la Giunta. “Il Dirigente di settore avrebbe dovuto valutare se la proposta fosse vantaggiosa o meno, sulla base di elementi tecnici rilevanti – ha aggiunto Leoni -. Ma emerge chiaramente l’aspetto relativo alle competenze: l’oggetto della transazione è un patrimonio pubblico, qual è la rete gas. Ha per oggetto risorse economiche che necessariamente fanno parte dei conti di bilancio, dove in entrata sono iscritte le somme che, come canone, la società che gestisce il servizio doveva versare al Comune. Il Testo Unico stabilisce in maniera chiara che le convenzioni sono di competenza del Consiglio comunale e ci si chiede come sia stato possibile che sia toccato alla Giunta valutare l’eventuale convenienza per arrivare alla transazione, senza che nella delibera fosse contenuta una valutazione di convenienza. Trattandosi di interessi diffusi della nostra comunità – ha concluso l’attuale coordinatore di Articolo 1 – abbiamo ritenuto opportuno esprimere pubblicamente le nostre perplessità e ora cercheremo di capire quali passaggi ulteriori possono essere fatti, nel pieno interesse dei cittadini”. 

Da non escludere, pertanto, il ricorso alla Corte dei Conti, come anche altre iniziative che possano far luce sulla vicenda, che a detta dei convenuti potrebbe lasciare degli spiragli per invalidare la transazione (“l’atto, ai sensi del Tuel, non essendo passato in Consiglio potrebbe violare un preciso orientamento dell’authority…”).

De Marchis: “Il Comune gestito come fosse un condominio. Velletri non merita tutto questo”

Morassut, Leoni, De Marchis
Morassut, Leoni e De Marchis

La parola è quindi passata alla capogruppo di Italia Viva, Maria Paola De Marchis, che aveva già sollevato la questione in Consiglio comunale, ritrovandosi di fronte alla replica dell’Assessore Romano Favetta, che “parlando 10 minuti ha ribadito che a lui sembrava che tutto fosse stato fatto bene. Eppure i nostri erano interrogativi tecnici e non politici, tanto che avevamo chiesto anche se fosse competenza della Giunta approvare un atto del genere. Chiedevo in quale articolo del Tuel fosse stabilito che la Giunta potesse fare una cosa del genere – ha dichiarato Maria Paola De Marchis, stupita dinanzi alla reazione -. L’altra domanda si riferiva alla congruità della transazione e non mi si può rispondere, come è stato fatto, “a me sembra che vada bene”. Ci dovrebbero essere delle tabelle e degli indici a supporto di una scelta del genere, ma la verità era ed è che non c’è nulla che giustifichi una tale decisione”. 

“Non ci siamo ovviamente accontentati – ha aggiunto la capogruppo renziana – e ho presentato una richiesta al segretario comunale, che per la congruità ha rimandato frettolosamente alla delibera, dove però le motivazioni della resa non erano affatto presenti”.

“E’ bene che sia chiaro a tutti – ha proseguito la De Marchis – che ci incaponiamo su questa situazione perché sono stati sottratti 600mila euro ai cittadini di Velletri e questa vicenda è il sintomo più eclatante, meno nascosto, di una modalità di gestione fatta come se qualcuno stesse gestendo il condominio di casa. Non credo affatto che il Comune di Velletri meriti tutto questo!”.

La consigliera comunale ha poi allargato il tiro nei confronti di “un modo di gestire la politica che combatto da 40 anni. Mi chiedo ancora una volta – ha dichiarato – del perché per fare una cosa che gli spetta di diritto, e che un’Amministrazione dovrebbe garantire, un cittadino sia costretto a veder trasformato quel diritto in un piccolo favore? Persiste questo modo di far politica che evidentemente i frutti elettorali li dà, ma che certamente tradisce i miei principi, che non faccio politica per occupare una poltrona”.

Altre le critiche della capogruppo di Italia viva nei confronti della maggioranza: “Il meccanismo di questa Amministrazione di discutere le situazioni importanti nell’ambito di Giunta è cosa abituale per qualsiasi altro argomento. Non un caso che più volte, prima di lasciare la maggioranza, abbiamo chiesto che venisse allargato il coinvolgimento del Consiglio su cose importanti, come anche la fase di gestione della pandemia, affrontata in totale solitudine, quando è chiaro che avremmo potuto e dovuto fare tante cose in quel momento di fermo di tutte le attività”.

Non un caso che sia stata proprio Maria Paola De Marchis ad allargare il tavolo ad una prova tecnica generale di sinistra: “Auspichiamo un’alleanza concreta anche per il futuro. Il giudizio lo abbiamo espresso nel momento in cui abbiamo lasciato la maggioranza, dopo una serie interminabile ed estenuante di tentativi di rifocalizzare l’attenzione sul programma e sulle modalità organizzative per realizzarlo. Siamo usciti dopo aver avuto la consapevolezza che rispettare quel programma non fosse più l’obiettivo delle forze politiche della maggioranza, e quel giudizio non è cambiato, come dimostrano i fatti e gli atti giornalmente approntati”. Poi la mano tesa ai compagni: “ Facciamo in modo che i prossimi 5 anni si possa ripartire col piede giusto, per far decollare la città come merita. Le condizioni ci sono per darle una prospettiva diversa. Facciamo quantomeno tra di noi tesoro di quanto accaduto, facendo magari un passo indietro dalle proprie posizioni, nella consapevolezza di poterne però tutti insieme almeno tre in avanti, costruendo un’alleanza solida, basata su un programma chiaro e trovando persone che sappiano dargli gamba”. 

conferenza stampa velletri

Dalla platea, di cui faceva ha fatto parte anche l’ex assessore Carlo Guglielmi, è poi intervenuto il consigliere comunale Giuliano Cugini, che ha auspicato “un atto che ristabilisca la correttezza” e riporti il Comune di Velletri ad introitare la cifra stabilita e a non perdere la possibilità di sollevare eventuali questioni il giorno in cui la rete passerà dall’attuale gestore all’ATO.

Ancora più ficcante Gianluca Marinelli, già consigliere comunale di Sinistra per Velletri: “Così facendo si è creato un precedente pericolosissimo, in cui rischia di saltare tutto, anche il rispetto della legalità! Chi può arrogarsi il potere di fare una cosa del genere se non il Consiglio comunale?”, si è chiesto. 

Amarezza finale nelle parole di Morassut nel momento di constatare un aspetto che ha trovato unanime condivisione tra i presenti: “Tutto questo cozza davvero con quanto avvenuto con l’approvazione del nuovo regolamento d’assistenza domiciliare. Proprio mentre si andava a chiedere un contributo a cittadini fragili si portava a termine questa discutibile operazione, che dimostra come abbiano fatto le pecore coi grandi e la voce grossa coi disabili”. 

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