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Disturbi del comportamento alimentare, boom di casi nel Lazio. Califano-Tidei: ‘Regione intervenga su fabbisogno’

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Implementare le strutture residenziali per l’erogazione dei servizi e delle cure per i disturbi del comportamento alimentare. È quanto prevede una mozione presentata oggi dalle consigliere regionali Michela Califano (Pd) e Marietta Tidei (Iv).

“I disturbi alimentari – spiegano Califano e Tidei – rappresentano un importante problema di salute pubblica con un’incidenza che aumenta ogni anno. Oggi in Italia sono circa 3 milioni i giovani che soffrono di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, di cui il 95,9% sono donne e il 4,1% uomini”.

“I disturbi dell’alimentazione sono la seconda causa di morte nella popolazione femminile in adolescenza dopo gli incidenti stradali. Mentre l’anoressia nervosa è la malattia psichiatrica a tasso di mortalità più elevato. Sebbene la fascia d’età maggiormente colpita sia quella tra i 15 e i 25 anni sono sempre più frequenti diagnosi in età preadolescenziale e nell’infanzia, 8-12 anni”.

“Nel primo semestre del 2020 sono stati rilevati 230.458 nuovi casi: nello stesso periodo dell’anno precedente erano stati 163.547. Mentre nel 2021, anche a causa della situazione emergenziale legata al Covid-19, i casi di disturbi alimentari sono aumentati ancora, in media del 30% con un ulteriore abbassamento della fascia di età (13-16 anni) e un incremento delle diagnosi soprattutto di anoressia nervosa”.  

“Attualmente nel Lazio sono presenti 17 presìdi ospedalieri, universitari e di ricerca Ircss. Ma nonostante gli impegni assunti in questi anni non si riesce a coprire il fabbisogno e così molti utenti sono costretti a recarsi fuori Regione, con notevole aggravio di costi sia per i privati che per la sanità pubblica. Problematica che il perdurare della situazione emergenziale legata al virus Covid-19 ha notevolmente aggravato”. 

“La mozione chiede al Presidente Zingaretti e all’assessore D’Amato che venga data in tempi brevissimi una risposta all’improcrastinabile fabbisogno regionale in termini di servizi dedicati alla cura dei disturbi alimentari con specifico riferimento alle strutture residenziali”.

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