Attualità

Da Castel Gandolfo ad Albano anche il vescovo Viva al “Cammino della Terra”. Il discorso di Don Antonio Salimbeni

‘Cammino per la terra 2021’ i due comuni di Castel Gandolfo e Albano nel corso della camminata che si è tenuta lungo la ciclabile che costeggia viale Giovanni Paolo II e che collega i due

12 tappe hanno collegato simbolicamente in occasione del ‘Cammino per la terra 2021’ i due comuni di Castel Gandolfo e Albano nel corso della camminata che si è tenuta lungo la ciclabile che costeggia viale Giovanni Paolo II e che collega i due municipi. Una marcia promossa dalla Diocesi di Albano a cui ha preso parte Don Antonio Salimbeni, parroco delle due parrocchie di Albano-Cancelliera e Ariccia-Fontana di Papa e a cui hanno partecipato circa 200 persone (soprattutto giovani e giovanissimi), i due sindaci di Castel Gandolfo Milvia Monachesi e Albano Massimiliano Borelli, il neo-vescovo di Albano, monsignor Vincenzo Viva, e numerosi rappresentanti di varie confessioni religiose presenti ai Castelli Romani.

‘Cammino per la terra 2021’ i due comuni di Castel Gandolfo e Albano nel corso della camminata che si è tenuta lungo la ciclabile che costeggia viale Giovanni Paolo II e che collega i due

La camminata ha avuto luogo ieri, domenica 3 ottobre, ed è stata segnata, come accennato in precedenza, da 12 tappe segnate da altrettante icone/tavole realizzate dall’artista Giuseppe Cordiano che riportano i 12 punti salienti del ‘Cantico delle Creature’ di San Francesco, uomo che ha unito tutti, religioni, popoli e culture diverse che ha fatto del rispetto del Creato una ragione di vita.

DIFENDIAMO L’AMBIENTE E LA BELLEZZA

“Bellezza – hanno sostenuto i promotori dell’iniziativa in apertura – ne abbiamo tanta tutto intorno a noi. Siamo fortunati perché viviamo in un posto meraviglioso, nel cuore dei Castelli Romani, in mezzo al verde, ai boschi ed all’ambiente naturale. Ma è una bellezza e un ambiente, quello in cui abbiamo la fortuna di vivere, che dobbiamo, tutti insieme, cittadini e amministratori, imparare di nuovo a riconoscere, a valorizzare e soprattutto a proteggere”.

Cammino per la terra 2021

CAMBIAMENTI CLIMATICI

Nel corso della passeggiata a riecheggiare forte, tra i presenti, sono state anche le parole di una ormai celebre frase di Papa Francesco: “Se i deserti esteriori si moltiplicano nel mondo, se la desertificazione avanza, è perché i deserti interiori sono diventati così ampi. L’ambiente umano/etico e l’ambiente naturale si degradano insieme e sono intimamente connessi tra di loro”.

Cammino per la terra 2021

“TERRITORIO ANNEBBIATO DALL’INQUINAMENTO DELLA DISCARICA”

“Sono parroco in due bellissime comunità, Cancelliera di Albano e Fontana di Papa ad Ariccia – ha sostenuto con una punta di commozione Don Antonio Salimbeni davanti ai presenti – due territori dalla forte vocazione agricola e caratterizzati dalla presenza di tanti terreni in cui vi sono coltivazioni di vigneti, uliveti, kiwi e altri prodotti naturali. Purtroppo, noi – ha sottolineato – stiamo sentendo il disagio dello sfruttamento della mano dell’uomo sul nostro territorio che viene annebbiato dall’inquinamento. Ci traviamo, con la nostra parrocchia, a 500 metri dalla discarica di Albano. Vi chiedo, fratelli e sorelle, di pregare affinché la mano dell’uomo possa risollevarci questa situazione”. La camminata partita dal belvedere di Castel Gandolfo si è conclusa ad Albano, in piazza Pia, con le parole del Vescovo, Monsignor Vincenzo Viva.

IL DISCORSO INTEGRALE DI DON ANTONIO SALIMBENI

Vescovo Viva
Il Vescovo Viva

“Buon pomeriggio a tutti, sia lodato Gesù Cristo! Oggi è una bellissima giornata, non solo per il tempo, che ci assiste, ma soprattutto perché ci siamo oggi riuniti insieme, qui, in questo bellissimo angolo dei Castelli Romani, , per celebrare il Tempo del Creato. E’ molto significativo farlo insieme con altri fratelli cristiani di diverse confessioni, che mai si sono divise prendendo a pretesto dottrine contrastanti su questo tema, e anche farlo insieme con fratelli di altre Religioni o comunque di altre culture con le quali ci accorgiamo ogni giorno di più di avere tanti compiti da svolgere insieme, proprio per fedeltà alle nostre specifiche radici. Vi prego perciò di accogliere le mie riflessioni, radicate nella mia formazione cattolica, quale sincero contributo al nostro patrimonio comune. Questo periodo, che si conclude domani, invita a riflettere tutti noi cristiani, parte della Chiesa Universale e di ogni Chiesa particolare, profondamente, su come stiamo mettendo in pratica, concretamente, nella nostra vita, l’insegnamento del Vangelo, se, come diceva San Giovanni Paolo II, abbiamo avuto, e continuiamo ad avere, il coraggio di aprire “i nostri sistemi economici, come quelli politici, i vasti campi di cultura e di scienza” alla “salvatrice potestà” di Gesù.
Io vengo da un piccolo paesino della Calabria, nella provincia di Crotone. Lì, ancora oggi, il ritmo della vita è scandito dal ritmo della natura. La terra non rappresenta solo un mezzo di sostentamento, uno strumento da lavorare e, anche, sfruttare, ma è madre feconda di doni, che riceve solo chi la tratta come si conviene, con gentilezza, rispetto, cura ed amore. Nel paese, alle porte delle case, anche se c’erano, non si usavano le serrature, perché dai fratelli non bisognava difendersi e perché la cura e l’incontro non hanno bisogno di blocchi, chiusure e separazioni.

Don Antonio

Questa mia formazione l’ho poi portata con me nell’ambito del mio ministero sacerdotale, consapevole che il cristianesimo ci impone una visione comunitaria della società e della vita; senza la comunità siamo soli, e nella solitudine estrema spesso, avvolti dalle tenebre, non vediamo più la luce di speranza che Gesù rappresenta per ogni uomo. Comunità, per altro non vuol dire solo legame fra gli uomini, ma tra tutte le creature; in fatti il Tempo del Creato non si riferisce solo alla natura, come potrebbe sembrare a prima vista, ma anche all’uomo; “creati “ lo siamo anche noi! E il nostro essere creature, seppur poste al culmine dell’intera opera di Dio, non ci rende padroni, perché Signore è solo Uno, Dio Onnipotente. Anzi, rappresentando noi il culmine della creazione, vista la nostra posizione, dobbiamo esserne i custodi, i protettori, gli amorevoli fratelli maggiori. Siccome, quindi, siamo tutti creature, la relazione tra uomo e natura non potrà continuare ad essere, come oggi, di superiorità, sfruttamento, scarto; dovrà essere invece di attenzione, ascolto, cammino comune. Il rispetto e l’amore per la natura non contano solo, di per sé, come atto d’amore verso Dio; sono anche un atto d’amore per il nostro prossimo; chi infatti, dimostra amore al proprio prossimo distruggendogli la casa in cui vive? Non si tutela, né si esalta la dignità dell’uomo se lo si costringe a vivere in un ambiente degradato, se lo si obbliga a bere acqua sporca, a nutrirsi di cibo avvelenato, ad abitare vicino a luoghi stracolmi di rifiuti; rispettare il creato è rispettare la sacralità della creazione dell’uomo, è riconoscere la sua dignità, donargli vita e felicità.

Ho già definito in maniera forte la decisione di riaprire la discarica di Roncigliano come una decisione scellerata, poiché estremamente iniqua e lesiva del nostro territorio e di tutti coloro che vi abitano. Nonostante i vari appelli da più parti, le manifestazioni e i sit-in di protesta continui di fronte ai cancelli dell’impianto, le autorità competenti non hanno ancora dato una risposta convincente ai forti appelli e alla gente comune, che conta, solo nella comunità parrocchiale di Cancelliera, 150 bambini. Non mi soffermo sulle varie irregolarità che hanno caratterizzato il processo di riapertura, materia di approfondimento per le autorità preposte, ma voglio di nuovo, anche oggi, con forza, segnalare, il danno enorme che viene arrecato all’ambiente che ci circonda, non solo oggi, nel presente, ma anche nel futuro.

Noi, come genere umano, non siamo i padroni del mondo; come ci ricorda papa Francesco nell’enciclica “Laudato sii”, citando il libro della Genesi, abbiamo il compito di “coltivare e custodire” il giardino del mondo (cfr. Gen. 2,15), sapendo che “lo scopo finale delle altre creature non siamo noi. Invece tutte avanzano, insieme a noi e attraverso di noi, verso la meta comune, che è Dio”. Bisogna salvaguardare questo giardino, i doni dell’aria pulita, dell’acqua, della flora e della fauna ; bisogna salvaguardare questo giardino , dono dell’amore di Dio per noi, ci cui ne facciamo parte appieno e che comprende, nel nostro caso scuole, famiglie, ospedali, centri anziani, che sono tutti presenti nel nostro territorio come segni di comunità. Siamo parte di un territorio che fa della coltivazione della terra e della produzione e trasformazione dei suoi prodotti, autentici tesori della Provvidenza, una fonte di sostentamento per coloro che vi vivono da generazioni; continuare a sversare rifiuti non farà altro che distruggere sempre più, pian piano, non solo l’economia del nostro territorio , ma le basi stesse della sua cultura e della sua società; continuare a sversare tonnellate di rifiuti porta a che la nostra terra venga imbevuta di veleni mortali, restituiti a noi sotto forma di malattie, infermità e di conseguenza la morte, come osservato già nei precedenti anni di funzionamento dell’impianto.

Continuare a provocare l’inquinamento del territorio significa trasformare in rifiuto non solo la natura che qui vive, ma tutti gli uomini e le donne che questo territorio lo abitano; la vita e la dignità umane diventano secondarie, in ossequio a quella “cultura dello scarto”, contro cui il papa, ogni giorno, ci mette in guardia, che provoca l’incapacità di essere attenti alle persone ed al contesto in cui vivono, specialmente i soggetti più deboli che vivono in contesti disagiati; questo porta a non curarsi dell’interazione tra attività umana ed ambiente, poiché l’unica preoccupazione è costituita dalla produzione e dall’aumento del profitto. Il perseverare con il voler continuare ad operare un inquinamento delle falde del terreno vicino alla discarica provocherà che saremo tagliati fuori da ogni possibilità di crescita sociale ed economica, creando una situazione che, alla lunga, potrebbe degenerare in sottosviluppo. Noi non siamo realtà di scarto, ma appartenenti alla casa comune di tutto il genere umano, senza distinzioni, sotto l’amorevole sguardo di Dio, Padre buono e misericordioso.

Cammino per la terra 2021

Il Papa, nell’enciclica si sofferma sulla centralità della persona spiegando che “rinunciare ad investire sulle persone per ottenere un maggiore profitto immediato è un pessimo affare per la società”, e che questo si riflette sul fatto che non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale , bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale”, e noi siamo parte integrante proprio di questa crisi. La crisi dell’ambiente, sul nostro territorio causata da questa discarica, rappresenta la crisi della dignità della vita umana, il dono divino più prezioso in assoluto, che dobbiamo difendere ad ogni costo. La tutela dell’ambiente e della salubrità del territorio, di tutti i doni che esso, per grazia del Signore, cin offre, rappresenta, in fondo, la tutela della purezza del nostro spirito, individuale e di comunità; mi rivolgo pertanto di nuovo, con forza, a tutte le autorità e le persone coinvolte, di fermare le operazioni e di procedere alla chiusura di questo luogo che porta solo morte all’ambiente e all’uomo”.

Vescovo Viva
Cammino per la terra 2021
Cammino per la terra 2021
Cammino per la terra 2021
Cammino per la terra 2021
Cammino per la terra 2021
Don Antonio
Cammino per la terra 2021
‘Cammino per la terra 2021’ i due comuni di Castel Gandolfo e Albano nel corso della camminata che si è tenuta lungo la ciclabile che costeggia viale Giovanni Paolo II e che collega i due
‘Cammino per la terra 2021’ i due comuni di Castel Gandolfo e Albano nel corso della camminata che si è tenuta lungo la ciclabile che costeggia viale Giovanni Paolo II e che collega i due
Cammino per la terra 2021
Cammino per la terra 2021
Cammino per la terra 2021
commenta