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La lotta delle donne di Alitalia: “Buttate via perché siamo mamme! No alla discriminazione nelle assunzioni in ITA”

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E’ in corso da questa mattina la manifestazione di protesta delle donne di Alitalia, riunitesi in un Flash Mob di protesta in via dell’Arte (nella zona dell’Eur), sotto gli uffici di Ita (Italia Trasporto Aereo). Una protesta pacata nella forma ma furente nella sostanza, volta a denunciare le discriminazioni nelle assunzioni.

Pochissime, tra le tante storture che stanno emergendo, le donne con bambini al di sotto dei 12 anni assunte; discriminate soprattutto quelle con figli disabili.

In tante si sono ritrovate, coi figli al seguito, ed hanno intonato una singolare forma di protesta, sotto le note della suggestiva “Another Brick in the Wall”, il celebre brano dei Pink Floyd, passato agli annali per il suo significato nella lotta contro il Muro di Berlino.

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“Un gruppo di legali – si legge in un comunicato stampa – esporrà pubblicamente la previsione del Codice Civile, in particolare art. 2112, nelle cessioni di ramo d’azienda. Quest’iniziativa sulla vicenda Alitalia al femminile parte da un’esigenza trasversale delle donne, con un approfondimento sul tema dell’occupazione. Si vuole porre con accenti diversi, all’attenzione pubblica, il processo di selezione in Ita ed il reclutamento basato su criteri di assunzioni non trasparenti e discriminatori che umiliano ancora di più. A maggior ragione perché Ita è un’azienda partecipata al 100% dal Mef cioè dallo Stato.

Queste modalità di scelta del personale, attuate dietro il paravento della discontinuità richiesta dalla UE, sono indegne di un Paese civile e sono diretta responsabilità del management di Ita. Ricadono sulle famiglie, su minori e anziani, su categorie fragili che usufruiscono dei benefici della legge 104 e penalizzano ancora di più lavoratrici e lavoratori. Ancora, nonostante decenni di denunce, si evidenziano discriminazioni di orientamento sindacale e di cui più in generale di si oppone con la critica ai processi di alienazione di beni strategici e pubblici. Si aggiungono a questo, le riflessioni sull’imposizione a tutto il personale front line come noi siamo, di modelli spersonalizzanti e soprattutto ad esplicito richiamo sessuale. Tutta questa umiliazione deve finire”.

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Nei giorni scorsi il presidente di Ita, Alfredo Altavilla, aveva così parlato ai microfoni di Radio Uno Zapping: “Per quanto riguarda le 2.800 persone che dobbiamo assumere stiamo finalizzando lo screening delle 30 mila candidature arrivate. Alle 17 di oggi (venerdì 1° ottobre, ndr) abbiamo chiuso il fabbisogno di assunzione per quanto riguarda i piloti e gli assistenti di volo. Siamo in condizione di volare il 15 ottobre con i dipendenti necessari. Nei prossimi giorni porteremo a bordo le persone delle strutture di terra e degli uffici ma direi che sono abbastanza tranquillo sul fatto che completeremo questa operazione in pochi giorni. Non c’è più niente che blocchi il decollo di Ita al 15 ottobre dal punto di vista operativo”, ha dichiarato, noncurante delle tante proteste.

Peccato che, aggiungiamo noi, appare calpestata la dignità di tanti lavoratori, umiliati e vessati in questo “epocale” passaggio tra una compagnia di bandiera e l’altra.

E intanto “le mamme Alitalia – come evidenzia il dirigente sindacale Fabio Frati – protestano contro le vergognose proposte di ITA, la “non” compagnia di bandiera voluta da Draghi. Donne e bambini Alitalia danno una lezione di onore, dignità e senso di appartenenza alla nostra vera compagnia aerea. Una dimostrazione di “luce” rispetto al buio e alla vergogna del governo agli ordini UE, ai parlamentari di ogni colore servi e di sindacati e sindacalisti collaborazionisti e traditori”…

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“Quanti sacrifici abbiamo fatto noi per questo lavoro – ha dichiarato in lacrime una donna -. Sentirci buttate via così, perchè siamo mamme non è giusto. Abbiamo lottato una vita per le pari opportunità e ce le facciamo portare via così?”. La protesta è poi continuata intonando lo slogan “lavoro, lavoro”, nella speranza di trovare dall’altra parte qualcuno pronto a recepirlo…

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