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L’Ospedale di Velletri ha perso anche Chirurgia Vascolare: continua l’emorragia di reparti e servizi

chirurgia

L’Ospedale di Velletri ha perso un altro pezzo: Chirurgia Vascolare. Da oggi all’interno del “Paolo Colombo” viene meno un ramo cruciale della chirurgia, che si occupa di intervenire nelle patologie che interessano i vasi sanguigni dell’organismo, utilizzando tecniche di riparazione, derivazione, sostituzione e rimozione. Un tassello importante, forse fondamentale, per un Ospedale che continua ad essere inopinatamente smantellato dietro la regia della ASL Roma 6 e dell’Assessorato regionale alla Sanità della Regione Lazio.

Della chiusura (su questo giornale, che sul tema è sempre stato vigile e solerte) ne avevamo abbondantemente parlato, anche dando una lettura più ampia agli squilli di fanfara che accompagnarono il comunicato stampa di inizio settembre della ASL Roma 6, che annunciava l’arrivo all’Ospedale dei Castelli proprio di Chirurgia Vascolare ed Urologia (guarda caso proprio i due reparti sottratti a Velletri).

Quasi inevitabile, di questo passo, il venir meno del DEA di 1° livello, di cui il presidio ospedaliero continua a fregiarsi. Non un’etichetta banale quella del DEA di 1° livello, visto che il Dipartimento d’Emergenza e Accettazione, oltre alle funzioni di Pronto Soccorso, comprende varie unità operative incentrate sulla cura del paziente in area critica. 

Il DEA di 1° livello – ovvero quello che l’Ospedale di Velletri, pezzo dopo pezzo, rischia di non essere più – garantisce oltre alle prestazioni fornite dagli ospedali sede di Pronto soccorso anche le funzioni di osservazione e breve degenza, di rianimazione (attraverso spazi appositi) e deve inoltre garantire interventi diagnostico-terapeutici di medicina generale, chirurgia generale, ortopedia e traumatologia, cardiologia con UTIC (Unità di Terapia Intensiva Cardiologica). Sono inoltre assicurate prestazioni di laboratorio di analisi chimico-cliniche e microbiologiche, di diagnostica per immagini e trasfusionali.

La perdita di Chirurgia Vascolare, che segue quella di Urologia, di Pediatria, Ginecologia, Ostetricia, Laboratorio Analisi, Radiologia Interventistica, Endoscopia ed Otorino, rappresenta – ora che è divenuta concreta – l’ennesimo schiaffo in faccia perpetrato al diritto alla salute di decine di migliaia di cittadini (non solo veliterni, ma anche dei Comuni limitrofi). Totalmente disattesa la delibera approvata all’unanimità da parte del Consiglio comunale veliterno il 13 dicembre del 2019, che impegnava il Sindaco e l’Amministrazione comunale ad azioni concrete tendenti a sollecitare la Regione Lazio e l’Asl Roma 6 “a provvedere alla ridefinizione della Rete Ospedaliera che dia risposte alla domanda di salute dei cittadini (…) sostenendo in tutte le sedi opportune la necessità di mantenere presso il nosocomio cittadini i servizi di urologia e chirurgia vascolare, oltre al DEA di 1° livello”.

Un impegno – se impegno c’è stato – che non ha prodotto alcun risultato tangibile, visto che in questi 2 anni l’Ospedale di Velletri ha perso i 2 reparti che avrebbe dovuto difendere e ha visto persino chiudere l’intero terzo piano, che era da anni dedicato ai reparti di Ginecologia, Ostetricia e Pediatria, restando pertanto orfano del Punto Nascita.

Proprio per la riapertura di quest’ultimo la settimana scorsa una delegazione del centrodestra cittadino si è recata in Regione, per conferire con l’Assessorato regionale alla Salute, al cospetto del quale ha contestato la chiusura, chiedendo l’immediata riapertura. Una “partita”, quella del Punto Nascita, che si giocherà anche al cospetto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dopo che Fratelli d’Italia ha presentato un Ricorso straordinario al Presidente della Repubblica avverso la determinazione dirigenziale della Direzione Regionale Salute della Regione Lazio, con la quale si era sancita nei mesi scorsi la definitiva chiusura, in barba al fatto che in tutti gli altri Ospedali del Lazio si fosse andati in deroga al “tetto” delle nascite.

Eloquente un post di Carlo Cellucci che sta circolando sui social in queste ore, a suggello di questa triste pagina cittadina, che evidenzia meglio di ulteriori parole cosa l’Ospedale di Velletri abbia perso, di fronte al silenzio di chi amministra una città che non può e non deve accontentarsi della promessa dell’arrivo di svariati milioni di euro in un avvenire che rischia di arrivare e trovare uno scheletro di Ospedale, senza più i servizi per il quale era rinomato ed utile alla popolazione.

chirurgia vascolare velletri

“Ragazzi!!!! C’è un aneurisma dell’Aorta in pronto soccorso…sta salendo in sala !!!”Una frase che per anni è stata brividi ed adrenalina…Una frase temuta e rispettata.. Per noi l’urgenza delle urgenze! Questo fino a ieri, perché da oggi, a Velletri la “chirurgia vascolare” non c’è più!La politica ha fatto il suo corso, l’Ospedale di Velletri perde un’altra eccellenza. Eravamo un punto di riferimento, eravamo i primi nel Lazio dopo gli ospedali “romani”…Tante vite salvate, tante purtroppo no… Quelle notti e quei venerdì in sala B, mani sulla scialitica, orecchio al monitor, occhi sul campo operatorio..il silenzio, la battuta per sdrammatizzare, sensazioni che pochi possono capire…Questo ed altro era la nostra temuta ed amata “Vascolare”..La nostra Vascolare che se ne va…e se ne va insieme all’Urologia, altra eccellenza trasferita e tolta a Velletri…Che raggiungeranno l’ostetrica e la pediatra già spostate da più di un anno! Che dire…Grazie a tutti i chirurghi che in questi anni mi hanno dato e insegnato tanto…e grazie ai politici che con grande professionalità e passione hanno e continuano ad indebolire e limitare l’Ospedale di Velletri…Evidentemente i nostri numeri…nonostante tutto e tutti..a qualcuno davano e danno fastidio…Grazie Grazie Grazie...”.

Immediati stanno arrivando i messaggi di disappunto e sdegno da parte di chi, più di tutti, in questi ultimi anni, si è battuto contro la chiusura di questi reparti: a partire dal consigliere regionale FDI, Giancarlo Righini, che a più riprese ha provato a lottare contro un disegno regionale proteso a quella che senza remore ha definito l’incubo di una “chiusura dell’Ospedale per asfissia“, anche promuovendo specifiche audizioni della Commissione Salute, per arrivare a Giorgio Greci (capogruppo Lega ed ex candidato sindaco) e Maria Paola De Marchis (capogruppo di Italia Viva, che anche e soprattutto per il disinteresse mostrato verso le tematiche dell’Ospedale ha fatto venir meno il sostegno all’attuale maggioranza do governo cittadino; una maggioranza che si regge sull’asse PD – Forza Italia, oltre al sostegno delle civiche, che sul tema continuano ad essere purtroppo silenti).

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