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“Così l’Ospedale di Velletri va verso la chiusura…”: le voci di chi combatte in sua difesa! Da Righini immediata richiesta di Audizione di Regione e ASL

Non si è fatta attendere la reazione delle forze politiche di opposizione di fronte all’ennesimo reparto dell’Ospedale “Paolo Colombo” di Velletri finito sforbiciato dalle costanti chiusure che portano il timbro della Asl Roma 6 e dell’Assessorato regionale alla Sanità. A nulla è valsa la delibera approvata all’unanimità nel dicembre del 2019 e neppure il lavoro ai fianchi di chi ha provato in ogni modo a far desistere chi opera nella stanza dei bottoni: in queste ore hanno infatti chiuso i battenti anche i reparti di Chirurgia Vascolare ed Urologia, che si aggiungono così al Centro trasfusionale, Pediatria, Ginecologia, Ostetricia, Laboratorio Analisi, Radiologia Interventistica, Endoscopia ed Otorino. Quasi uno scioglilingua, se dietro non vi fossero servizi ospedalieri che vengono meno…

Una vera e propria ecatombe che mette a rischio la sopravvivenza stessa dell’Ospedale, al di là degli annunci in pompa magna dello scorso giugno, che non hanno sinora trovato alcuna attinenza con la realtà e che rischiano di fare la fine dei tanti annunci che hanno accompagnato per anni la fatidica nuova Tac (arrivata dopo tanto penare, e già vecchia) o la fantomatica Camera Calda (finanziata, e rifinanziata..).

La richiesta di audizione

Immediata la reazione del consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Giancarlo Righini, che proprio in giornata ha protocollato una richiesta di convocazione in audizione dell’Assessore regionale alla Sanità del Lazio, nonché dei vertici della Asl Roma 6, rappresentati dal Commissario Narciso Mostarda.

“Facendo seguito all’incontro svolto la settimana scorsa in Regione, alla presenza del Capo di gabinetto dell’Assessore alla Sanità, abbiamo formalmente richiesto che l’audizione si tenga proprio all’interno dell’Ospedale di Velletri, per discutere dell’odierna chiusura del reparto di chirurgia vascolare, della mancata riapertura del Punto Nascita e della paventata chiusura di altri reparti e servizi”, ha fatto sapere Giancarlo Righini.

“Ancora una volta abbiamo avuto conferma che le promesse sono faraoniche – ha aggiunto il consigliere regionale -, ma la realtà dei fatti è ben altra e conferma che si limitano alla propaganda di una determina dirigenziale che sembra la foglia di fico per coprire le malefatte di tutti questi anni, solo per avere qualcosa da sbandierare. Appare invece evidente la progressiva, lenta ed inesorabile chiusura dell’Ospedale, che qualcuno non si fa remore a far morire per asfissia”. Da parte di Giancarlo Righini, quindi, l’ennesima richiesta di un confronto istituzionale sulle sorti dell’Ospedale veliterno, da tenersi proprio a Velletri e proprio all’interno delle mura del “Colombo”, perchè, come ha evidenziato lo stesso Righini in queste ore, “è opportuno che questa volta Pocci e Caliciotti vengano a metterci la faccia su quanto sta accadendo, perché la chiusura di questi reparti è figlia dell’atto di programmazione della Asl RM6 che loro hanno votato favorevolmente, restando nel più totale silenzio”.

A reagire con profonda amarezza, di fronte all’ennesima chiusura, è anche Maria Paola De Marchis, capogruppo di Italia Viva, fuoriuscita già da diversi mesi dai banchi della maggioranza.

“Provo un vuoto incolmabile, un senso di impotenza mai avuto in vita mia”, ha commentato a caldo, prima di aggiungere quanto segue: “A questo punto, almeno per quanto concerne il Punto Nascita, non resta che aspettare la sentenza del Tar per il ricorso presentato dal Comune e l’esito del ricorso straordinario al Capo dello Stato presentato da Fratelli d’Italia. E’ indubbio che una parte della politica cittadina abbia fatto tutto ciò che poteva per impedire lo scempio perpetrato ai danni dell’Ospedale di Velletri. Resta l’amarezza per il silenzio dell’altra parte, che ha scelto di difendere gli interessi di partito piuttosto che quelli della comunità che rappresenta”, ha aggiunto Maria Paola De Marchis, con un chiaro riferimento ai silenzi e al lassismo della maggioranza a trazione Partito Democratico. “Nel frattempo – ha aggiunto e concluso la capogruppo di Italia Viva – noi che abbiamo voce l’useremo per non fare dimenticare ai cittadini colpe e responsabilità”.

Furente anche il capogruppo ed ex candidato sindaco Giorgio Greci, che ancora una volta è tornato a ribadire “lo sfacelo nel quale è piombata la città di Velletri con un’Amministrazione dissennata, che si gira sempre dall’altra parte e che è ben rappresentata da chi fa il lupo coi deboli, e penso a come vengono trattati i disabili, e bela come una pecora facendo da megafono alle parole vuote di chi fa propaganda sulle spalle dei cittadini, ma nella realtà dei fatti smantella un Ospedale che poteva e doveva essere riqualificato, invece che bistrattato e demolito. Invece che fare gli interessi del suo partito, che mal si conciliano con quelli della nostra città, un Sindaco degno di tal nome avrebbe dovuto battere i pugni nelle sedi preposte, ottenendo risultati tangibili, e invece lui e la sua pletora di cortigiani passeranno alla storia come quelli che hanno consentito ai loro amici in Regione di venire a Velletri e far man bassa di tutto, senza orgoglio e dignità”.

Amarezza e sconcerto anche nelle parole di Paolo Felci, capogruppo di Difendere Velletri, che ha capeggiato la spedizione che l’altra settimana si è recata a Roma per far valere le istanze della città: “Quello che si è compiuto oggi – ha dichiarato – è lo scippo dell’ennesima eccellenza del nostro Ospedale, che viene impunemente sfilata via da chi di Velletri evidentemente se ne frega. L’ennesimo tassello che viene scardinato, per portare a compimento il progetto di far sparire l’Ospedale, o di ridurlo ad un semplice punto di primo soccorso. Il mio timore è che, reparto dopo reparto, crolleranno le fondamenta che tengono ancora in piedi il presidio ospedaliero e con la solita scusa di numeri che si fa sempre di tutto per renderli consoni ai propri scopi, arriveranno a decretare la morte del “Paolo Colombo”, che purtroppo allo stato attuale non è più l’Ospedale che conoscevamo. A questo punto – ha concluso Paolo Felci – ci facciano sapere di che morte dobbiamo morire, fermo restando che noi non ci arrenderemo e continueremo a far di tutto per porre fine a questo scempio, anche se assistiamo schifati al triste spettacolo di chi ci amministra, e che sembra acconsentire, inerme, a tutto quel che ci cade sulla testa”.

Vera e propria spina nel fianco nell’aula consiliare, Chiara Ercoli (capogruppo di FdI) non le manda a dire nell’ennesimo giorno in cui nell’Ospedale vengono a spegnersi altre luci, con tutti i rischi del caso per chi dovesse aver bisogno di assistenza: “Provo sdegno ed indignazione di fronte all’impassibile silenzio, che sa di complicità, con cui chi governa ha accompagnato anche questa ulteriore chiusura. Si prova pena ed imbarazzo ad assistere al menefreghismo che sta accompagnando tutto questo da parte di chi amministra la città: forse l’altro giorno brindavano sorridenti proprio a questo, durante una Festa che sembrava più dell’Unità che dell’Uva. Ripeto quanto detto l’altro giorno per il Punto Nascita: se davvero si voleva investire si sarebbe introdotto a suo tempo il parto in analgesia, contestualmente a 2-3 posti di patologia intensiva neonatale. Invece si è scelto di battere altre strade, coi risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Ma se loro si girano dall’altra parte – ha concluso la capogruppo di Fratelli d’Italia – noi non faremo mai finta che non ci siano state donne costrette in questi mesi a partorire d’urgenza all’interno del Pronto Soccorso, solo perché loro hanno d’imperio deciso che tra tanti Punti Nascita con numeri peggiori a chiudere fosse solo quello di Velletri”.

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