Sono tutti inquinati i 10 pozzi di controllo dislocati nell’area della discarica di Roncigliano, ad Albano e monitorati dall’Arpa Lazio tra il 14 ed il 16 settembre. Totalmente contaminati. I primi 4 pozzi (D, A, B e F1bis) erano risultati inquinati dalle analisi rese pubbliche il 12 ottobre sul sito istituzionale del comune di Albano. Adesso ulteriori analisi effettuate su altri 6 pozzi rivelano uno scenario ancora peggiore.
Sono 22 gli sforamenti rilevati da Arpa Lazio solo in questi 6 pozzi e relativi a 12 diversi tipi di veleni, ossia: Ferro, Mercurio, Nichel, Dicloropropano, Tricloropropano, Dibromoetano, Tricloropropano, Cloruro di Vinile, Floruri, Boro, Arsenico e infine Manganese.
Il consigliere comunale di opposizione Marco Moresco ha assicurato che invierà le analisi al Tar prima dell’udienza del 2 novembre per cercare di chiudere il sito dove dal mese di agosto vengono scaricati i rifiuti della Capitale. “Abbiamo posticipato la presentazione del nostro ricorso al Tar del Lazio – dice il Presidente dell’Associazione Salute Albano, Amadio Malizia – rispetto ai comuni, per un motivo strategico. Sapevamo che i dati di inquinamento delle falde sottostanti la discarica di Albano sarebbero state pubblicate da Arpa con un po’ di ritardo. Sappiamo che lo stato di inquinamento delle falde è l’unica cosa davvero rilevante per i giudici, come dimostrano le due sentenze del Consiglio di Stato di venerdì scorso. Nell’udienza del 2 novembre, alla luce dei 10 pozzi inquinati, chiederemo l’unica cosa giusta da fare: chiudere il sito, in attesa della successiva bonifica e ripristino territoriale. La discarica deve diventare un bosco, questo è quello che vogliamo”.
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