Attualità

Rocca di Papa – Angelo La Banca nel ricordo della scrittrice Rita Gatta. Oggi i funerali

Angelo La Banca

E’ mancato un caro amico, all’improvviso, un amico di tutti, amato e benvoluto da ciascuno di noi: sempre sorridente, pacato e disponibile in ogni occasione, una persona modesta, semplice, riservata come poche, quando avrebbe avuto ben donde di mostrar fierezza e orgoglio per quanto riusciva a offrire agli altri: fosse aiuto, cartoline antiche, libri, consigli, idee, impegno, soluzioni di ogni tipo… versatile, amava il suo lavoro, la campagna, la natura, imparava impegnandosi in autonomia, leggendo o osservando, provando a trovar sempre migliori soluzioni per ogni tipo di attività o iniziativa.

La sua riservatezza e la sua indole erano come medaglie sul suo petto, le nascondeva, ma puntualmente brillavano. Sue le cartoline antiche in molte opere che illustrano Rocca di Papa nel passato: le metteva semplicemente a disposizione, condividendole senza nulla pretendere. Chiedergli notizie specifiche sul passato, significava per lui mettere in moto le sue più grandi passioni e ricercava tra il suo prezioso materiale notizie e curiosità che condivideva con gioia e amicizia. Spesso si presentava anche a casa, in modo familiare, spontaneo con preziosi cd che donava con il cuore, o con consigli sulla campagna, o ancora sul restauro di mobili antichi…

Recentemente con lui avevo fatto una lunga, bella chiacchierata sulla sua vita, aveva narrato del suo passato con voce pacata, con quella sua umanità che trapelava in ogni suo gesto.
Era nato il 31 luglio 1943 in via Felice Cavallotti a Rocca di Papa, primogenito di Querino ed Elena Gatta. Papà Querino, vicino alla Piazza Vecchia, nel vicolo sottostante Via della Cava, aveva una grande grotta nella quale allevava conigli che nutriva con l’erba raccolta di notte nei campi. Con la vendita dei roditori tirava avanti la famiglia di tre figli: oltre Angelo, Enrica e Matilde. Durante i bombardamenti il piccolo era rimasto sotto le macerie: lo salvò una vecchietta, vicina di casa, dandogli acqua e zucchero. Crollata la casa, i La Banca andarono a cercar riparo nelle Grotte Cave; anche in questo caso fu una donna a salvare Angelo che aveva otto mesi: Leda Acciari lo teneva tra le braccia quando una scheggia di bomba, percorrendo in lungo tutta la grotta, la colpì a morte. Spirò dopo una settimana di agonia: Angelo ne parla con riconoscenza e affetto. A cinque anni Angelo ebbe un infortunio e si fece male a una gamba: purtroppo nessuno si rese conto che il femore era fratturato e il medico lo curava per reumatismo, aggiungendo che il dolore, sì era dovuto a un difetto congenito, ma anche a un capriccio del ragazzino, scatenando le punizioni del genitore. Angelo mi confidò quasi con un sussurro: – Non sono mai riuscito a chiamarlo papà… Fu un amico di famiglia, Marcellino Polidori, custode del palazzo di Michele Stefano De Rossi a portarlo in ospedale all’Umberto I e là iniziò un calvario fatto di interventi chirurgici molto complicati e dolorosi. Sempre a cinque anni fu mandato a scuola dalle Maestre Pie: frequentava la mezza prima – corrispondente all’ultimo anno della scuola dell’Infanzia – con suor Vincenzina: – Era buona, brava, aveva riguardo per la mia gamba ingessata e mi metteva al primo banco, i compagni mi aiutavano… Aveva come compagnetta Danira Sciamplicotti, nota artista della nostra Rocca e sono sempre stati grandi amici. Lungo il calvario per i suoi problemi di salute: dai cinque agli undici anni, entrava e usciva dall’ospedale, accompagnato dalla mamma.

Crescendo ha continuato a studiare frequentando il III Avviamento agrario a Grottaferrata al Sacro Cuore e nel frattempo aiutava lo zio Remo nel negozio di barberia su Corso della Costituente: era molto ben organizzato, ricorda, c’erano persino le docce. Terminata la scuola iniziò a lavorare come ebanista e lucidatore a Roma in via Marcantonio Bracardì, presso il laboratorio di un parente; poi venne assunto dalla ditta di mobili Trotta a Morena. A diciassette anni Angelo era già caporeparto, ma poco tempo dopo fu costretto a lasciare per un’allergia agli acidi usati per il legno. Iniziò quindi a lavorare come carpentiere nella zona di Roma e nel frattempo s’era iscritto alle scuole serali e continuava a studiare privatamente, poi gli ultimi due anni all’Istituto Statale Michelangelo Buonarroti a Marino, succursale dell’Istituto di Frascati.

A ventiquattro anni prese il diploma di geometra, lavorando per tanti anni nelle ditte edilizie dei Castelli Romani. Dopo vent’anni mise su una ditta tutta sua. Già da allora nacque il suo interesse per le cartoline, passione che crebbe ancor di più quando iniziò a collaborare nell’Archivio presso il convento di Galloro Fratel Corsi, appassionandosi sempre di più al collezionismo di cartoline e francobolli. Infine venne assunto come geometra presso la ditta Roberi a Roma in zona Vigna Murata, poi dalla ditta Manfredini a Torre Maura: in quel periodo si ritrovò a dirigere circa centottanta persone per la costruzione di numerosi alloggi. Nel ’68 per Angelo conobbe e si innamorò perdutamente di una ragazza alla quale fece una corte spietata per quattro anni: era di Agrigento la bella Annunziata Argento ed era venuta a Rocca di Papa accompagnando la mamma che aveva bisogno di cure presso quella che ora è la Clinica Madonna del Tufo. Si sposarono il 29 agosto 1972 e il loro matrimonio venne allietato dalla nascita di tre figli: Maria Elena, Elisa ed Emanuele. Ora sono anche nonni di due nipoti: Matteo di tredici anni e Tommaso di sei.

E’ negli anni ’70 che la passione per le cartoline lo portò a visitare tutti i mercatini dell’usato dei Castelli e di Roma dove cercava e acquistava cartoline antiche di Rocca di Papa, partecipando anche a numerose mostre e concorsi e vincendo diversi premi. Mai si è tirato indietro Angelo La Banca, sempre disponibile per ogni iniziativa, sia editoriale – sue la maggior parte delle cartoline del libro Rocca di Papa in cartolina di Massimo Saba, ed. La Spiga -, sia culturale e sociale, riguardanti eventi particolari del paese: la ricostruzione storica e iconica del II conflitto bellico; l’inaugurazione dei lavori della nuova funicolare; la Sagra delle Castagne; o ancora per eventi organizzati, oltre che dal Comune, dal Parco dei Castelli Romani. Chi ha avuto bisogno, chiedendo ha trovato un Angelo sempre gentile, disponibile, preparato e di grande umanità e modestia. Recentemente aveva realizzato un Cd sullo sfogatello di Rocca di Papa con francobolli di funghi di tutto il mondo: era innamorato della natura e praticava l’agricoltura biologica, cercando di recuperare piante antiche, coltivando agrumi nella sua serra.

Al termine della chiacchierata, fatta con lui a primavera mi disse che il suo era vero amore per la nostra Rocca di Papa, alla quale mancavano ancora veri rocchegiani innamorati come lui di questa terra. Una persona semplice, eppure di grande esempio per la sua tenacia, curiosità, costanza e grande dirittura morale; sono fiera di essere stata sua concittadina e di aver avuto con mio marito, il privilegio della sua amicizia. Ciao, caro amico di tutti noi, ora Angelo tra gli Angeli…

leggi anche
Generico novembre 2021
Attualità
Rocca di Papa piange la scomparsa di Angelo La Banca, noto e stimato collezionista di cartoline antiche
commenta