E’ ancora senza soluzione la questione dell’accesso degli avvocati al Tribunale di Velletri. Le limitazioni all’ingresso del Palazzo di Giustizia a causa delle verifiche sulle dichiarazioni rese ai vigilantes sta scatenando polemiche a non finire tra avvocati e Presidenza del Tribunale. Gli accertamenti di veridicità all’entrata sul perché debbano accedere allo stabile, sembrerebbe andare oltre l’esigenza del rispetto delle disposizione normative anticovid. “Un conto – dicono -, è sottoporsi alla misurazione della temperatura corporea, un altro è dover rispondere, fermi all’ingresso, alle domande poste dagli addetti alla sicurezza, con il rischio di arrivare tardi alle udienze. Una circostanza che ha portato tre consiglieri dell’Ordine degli avvocati – Cristina Spagnolo, Paolo D’Eletto e Gianluca Volpiani- a rassegnare le dimissioni. Cosa che non avveniva da circa quaranta anni, segno che la frattura è ormai profonda.
I consiglieri, che hanno ricevuto messaggi di solidarietà da moltissimi colleghi del foro, erano al secondo mandato: la prima elezione risale al 2017, la successiva a tre anni fa. Cristina Spagnolo è stata, in entrambe le consulte, la seconda eletta. Il foro veliterno conta 1500 avvocati. “Dobbiamo essere sottoposti a verifica sulla veridicità delle nostre dichiarazioni – spiegano i tre avvocati dimissionari –, ciò comporta delle file all’accesso che si traducono in ritardi a comparire in udienza, il tutto a detrimento dei nostri assistiti. Inoltre le udienze hanno ripreso il corso ordinario, mentre gli accessi agli uffici sono ancora limitati e contingentati in modo insufficiente rispetto al carico di lavoro”. Sulla vicenda è anche intervenuta la Camera Penale che ha avanzato proposte per superare la diatriba che sta generando polemiche.
“Siamo per la liberalizzazione dell’accesso – dice la Presidente della Camera Penale, Sabrina Lucantoni-. Gli avvocati dovrebbero essere messi nella possibilità di accedere dietro esibizione del tesserino e avere un’entrata riservata, diversamente da come avviene adesso con un ingresso misto per utenti e avvocati”.
Dietro la decisione presa dai tre consiglieri dell’Ordine di dimettersi dall’incarico ci sono anche altre ragioni e non solo quella relativa all’ingresso limitato. “Le nostre dimissioni – hanno fatto sapere Spagnolo, Vulpiani e D’Eletto – è stata dettata non solo dalla situazione degli ingressi e dell’accesso agli uffici, ma più in generale, dall’impossibilità di definire una linea comune in seno al Consiglio dovuta a una totale assenza di condivisione di intenti da parte della maggioranza al punto di rendere, di fatto, i consiglieri della maggioranza dei corpi estranei in sede consiliare. Non abbiamo mai lamentato l’assunzione di decisioni “ a maggioranza”, nel rispetto di ogni basilare principio democratico, ma la vera e propria estromissione dalla partecipazione in merito alle decisioni da assumere, senza che ne avessimo avuto contezza in precedenza per partecipare nella sostanza e non solo nella forma, all’adozione dei provvedimenti. In questo contesto si sono inserite delle iniziative ( non condivisibili ) assunte senza alcuna preventiva e neanche successiva informazione nei nostri confronti”.
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