Politica

Maxi frode di 4 milioni, Adriano Palozzi si dice estraneo ai fatti: “Tutto si chiarirà”

Nuovo grattacapo per il consigliere regionale Adriano Palozzi, il cui nome è entrato in un'indagine della Guardia di Finanza su una maxifrode

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Nuovo grattacapo giudiziario per il consigliere regionale Adriano Palozzi (Cambiamo), il cui nome è entrato in un’indagine della Guardia di Finanza relativa ad una maxifrode per complessivi 4 milioni di euro. Nel mirino sono finite le attività di un’impresa di logistica e trasporti dislocata tra Pomezia e Anzio.

Denaro, depositi bancari e polizze assicurative, per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro, sono stati sequestrati dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma in esecuzione di due provvedimenti d’urgenza emessi dalla Procura della Repubblica di Velletri, poi convalidati dal Giudice per le Indagini preliminari del locale Tribunale.

Le misure ablative costituiscono l’epilogo di complesse indagini nei confronti di una impresa di trasporti e logistica stabilitasi di recente a Pomezia, proveniente da Anzio, eseguite dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Roma e dalla Compagnia di Nettuno. Il primo, nel corso di una verifica fiscale, aveva appurato che la società, a fronte di spese sostenute per lo sviluppo di un’innovativa applicazione informatica per la gestione dei vari processi di lavoro, in realtà mai venuta alla luce, aveva maturato un credito di imposta di oltre 1,6 milioni di euro, che era stato indebitamente compensato con debiti tributari e previdenziali.

Parallelamente, gli accertamenti delle Fiamme Gialle della Compagnia di Nettuno, coordinate dal II Gruppo di Roma, avevano disvelato che i vertici dell’impresa – che negli anni era riuscita ad acquisire rilevanti commesse da operatori della grande distribuzione – avevano trasferito soltanto formalmente la forza-lavoro dipendente in capo a cooperative costituite “ad hoc” e intestate a compiacenti “teste di legno”, con cui venivano simulati contratti di appalto di servizi. L’interposizione di tali soggetti giuridici aveva consentito alla società beneficiaria dei servizi di addossare gli oneri del personale a soggetti terzi. In tal modo, grazie all’evasione dell’IVA e al mancato versamento delle ritenute fiscali, previdenziali e assicurative, aveva praticato alla propria clientela prezzi vantaggiosi, ai danni delle imprese concorrenti rispettose delle regole.

Allorquando i militari hanno avuto contezza di manovre preordinate alla cessione delle quote sociali ad una società di Napoli e alla nomina di un ulteriore “prestanome” alla guida della società principale, si è resa necessaria l’esecuzione del sequestro preventivo in via d’urgenza, finalizzato alla confisca “per equivalente”.

L’operazione si inquadra nella più ampia azione posta in essere dalla Guardia di Finanza di Roma a contrasto dell’economia sommersa e delle frodi fiscali, che alterano le regole del mercato, ledono i diritti dei lavoratori e danneggiano i cittadini e gli imprenditori onesti.

Non si è fatta attendere la replica di Adriano Palozzi, che nel marzo del 2020 fu assolto con formula piena dalle accuse giudiziarie risalenti ai tempi della presidenza Cotral Spa e poi convolto anche nella vicenda giudiziaria relativa allo stadio della Roma.

“In merito agli articoli apparsi in queste ore sulla stampa – dichiara Palozzi in una nota – aventi per oggetto presunte condotte evasive poste in essere nella gestione della società coinvolta di cui lo scrivente ha avuto un ruolo esclusivamente di sviluppo dell’attività commerciale, ribadisco la mia totale estraneità ai fatti contestati, non essendomi mai occupato dell’amministrazione della società, tantomeno dei rapporti con l’amministrazione tributaria e fiscale”.
Il consigliere regionale ha quindi espresso piena fiducia nella magistratura, sostenendo di essere certo che “presto tutto si chiarirà”.
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