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Velletri – Paolo Mieli ospite della Mondadori al Teatro Tognazzi, fa riflettere col suo ‘Tribunale della Storia’

Nel tardo pomeriggio di venerdì 12 novembre dalle ore 18.30, Paolo Mieli è stato ospite della libreria Mondadori Bookstore di Velletri e della Fondazione De Cultura, presso il Teatro Tognazzi, per presentare il suo libro “Il tribunale della storia. Processo alle falsificazioni” edito da Rizzoli. Tanti i presenti, ma comunque non abbastanza da coprire tutta la capienza del teatro, per le note restrizioni anti Covid-19.

Paolo Mieli,  noto giornalista, saggista e storico, ha scritto per importanti testate giornalistiche nazionali (alcune come La Stampa e Il Corriere della Sera sono state da lui dirette) fino ad essere conosciuto anche nel piccolo schermo come conduttore e autore dei programmi storici di Rai 3 (“Correva l’anno”, “La grande storia”, “Passato e presente”) ma anche come opinionista esperto di politica e di storia ospite in alcuni programmi televisivi di La 7. È nota la sua attenzione alla storia ma anche all’attualità e alla politica.

Il suo ultimo libro “Il Tribunale della Storia”  – si legge dalla copertina – mira ad “accostare nell’aula del tribunale della storia le tesi dell’accusa, le arringhe della difesa, i controinterrogatori degli imputati per acquisire nuovi elementi di conoscenza e di giudizio”. Detta così si fa fatica a comprendere.

Mieli, in occasione della presentazione di venerdì 12 al Teatro Tognazzi, ha dialogato con Emanuele Cammaroto, facendo comprendere alla platea il vero scopo dell’opera: quello di ricostruire alcuni fatti storici passando alla rassegna delle gesta di importanti personaggi (“da Fidel Castro a Mussolini, passando per Vittorio Emanuele III e Gesù di Nazareth“) con un occhio attento anche per coloro meno conosciuti nei libri di storia. L’autore, dunque, applica un vero e proprio metodo “giudiziario” per una rivisitazione dei fatti e delle figure della storia.

Mieli ha catturato l’attenzione dei presenti con tutta la sua sapienza e al contempo semplicità espositiva. Ha narrato in una chiave assolutamente originale miti classici come quello di Enea, aneddoti storici come la vicenda di Gasbarrone – a suo dire “uno dei briganti più affascinanti della storia di Roma Risorgimentale”- e fornendo una chiave di lettura alternativa del brigantaggio in Italia (e soprattutto del Mezzogiorno) nella seconda metà dell’Ottocento.

Non poteva mancare un approdo all’attuale situazione sanitaria e politica in Italia. Le sue parole: “L’Italia centro-meridionale ha dato grande prova di resistenza. Credo che debba essere pensata una forma di risarcimento nel riconoscere che la parte su cui si confidava meno è quella che ha retto meglio”.

Ha poi proseguito in toni scettici: “Non mi sembra molto chiara l’uscita dalla Pandemia. I vaccini hanno funzionato fino ad un certo punto. In tempi eccezionali ai governi va data una meta. Considero che la meta del governo Draghi – nel mettere l’Italia dal punto di vista economico e sanitario sui giusti binari – sia stata raggiunta. Ora bisogna passare – a ridosso dell’elezione del Presidente della Repubblica – a una nuova fase (riferendosi all’esigenza di ritornare a libere elezioni e dare vita a un governo rappresentativo di nuovi equilibri parlamentari, ndr)”.

Ha poi azzardato l’accostamento della mancanza di una linea che porta al fallimento di un progetto con il caso del ventennio di occupazione delle forze armate occidentali in Afghanistan: “Non vorrei che compissimo l’errore che è stato compiuto dagli Occidentali in terra afgana”.

In merito all’elezione del prossimo Presidente della Repubblica (che succederà a Mattarella nel prossimo mandato settennale), lo scrittore Paolo Mieli, con un pizzico di sano umorismo, ha invitato i cittadini di Velletri a fare pressione al Parlamento per la sua candidatura. Le sue parole: “Mi sono candidato da solo, ma ho poche chance. Se fossi miracolosamente eletto a Presidente della Repubblica giuro solennemente che la festa la farò qui a Velletri a mangiarmi un carciofo. Sarete tutti invitati, pagando dal mio conto personale”- ha concluso ironicamente.

Sul candidato alla presidenza della Repubblica che va per la maggiore, l’attuale presidente del Consiglio Mario Draghi, Mieli ha così commentato: “Se non dovessi farcela io, penso che Draghi sia la persona più adatta. La missione che doveva eseguire l’ha eseguita, ha dato spazio nella maggioranza, risolto le tensioni. Come Presidente trovo che potrebbe dare delle garanzie a tutti. La condizione che pongo è che venga eletto al primo voto utile…”.

Il quadro ottimistico per l’ospite del Teatro Tognazzi vede “la storia d’Italia ricominciare quando ci saremo lasciati alle spalle la pandemia, saremo in piena ripresa economica ma soprattutto quando avremo ripreso con le elezioni con uno schieramento che vince, degli schieramenti che perdono e un Garante  alle loro spalle che garantirà per loro anche al di fuori dei nostri confini. La prova di questo – ha aggiunto lo scrittore- sarà proprio l’elezione al primo scrutinio del Presidente della Repubblica”

In conclusione sincere e molto condivise dal pubblico le parole del 72enne giornalista milanese: “Conta più un pomeriggio come questo che una sfida elettorale o una battaglia in cui si misura la forza. Riuscire a parlare alla testa delle persone, riuscire a conquistare anche per un attimo l’attenzione è l’intimo segreto delle battaglie vincenti, mentre quando si combatte in termini competitivi spesso le vittorie sono effimere”.

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