Cultura

Lariano – Svelata alla scuola media la statua che omaggia lo scrittore Achille Campanile

opera per achille campanile scuola lariano

La mattina del 19 novembre presso la Scuola Media “Achille Campanile” a Lariano, si è svolta la cerimonia di  svelamento dell’opera lignea del maestro Palmiro Taglioni. Quest’opera, frutto di un suo progetto che risale al 2019, è stata donata in memoria dello scrittore e giornalista Achille Campanile ( Roma 1899, Lariano 1977).

Hanno presenziato la Dirigente scolastica Patrizia Fiaschetti, che nel suo intervento di apertura ha ringraziato i convenuti evidenziando l’importanza della condivisione, ristretta causa situazione pandemica, e sottolineando al contempo la valenza simbolica dell’opera, omaggio alla scrittore Achille Campanile.

Il Sindaco di Lariano Maurizio Caliciotti, presente all’evento,  nell’apprezzare il dono dello scultore che utilizza legno recuperato per le sue opere, ha ringraziato tutti gli operatori scolastici per il lavoro  che svolgono quotidianamente,  perché la formazione dei giovani rappresenta il futuro di tutti.  Ha poi condiviso il ricordo dell’incontro con Achille Campanile, avvenuto negli anni settanta: “definisco con orgoglio Achille Campanile nostro concittadino, che dopo aver vissuto tra Roma e Milano ha deciso di stabilirsi qui a Lariano. Persona  squisita che sapeva mettere a proprio agio chi aveva modo di interagire con lui”.

Per l’amministrazione comunale, erano presenti inoltre l’assessore alla cultura e ai gemellaggi,  Maria Grazia Gabrielli, che ha sottolineato i giochi di parole che soleva fare lo scrittore, generando equivoci e problemi di comprensione sui quali riflettere, l’assessore all’ambiente Fabrizio Ferrante Carrante, l’assessore alla pari opportunità, Chiara Colasanti, l’assessore alla viabilità Emanuele Palmieri, il Presidente del Consiglio Comunale Maurizio Mattacchioni e la consigliera comunale e capogruppo,  Lorena Starnoni. Presenti anche il critico letterario Rocco Della Corte, che scrisse  nel 2019 un saggio sullo scrittore intitolato  “ l’umorismo cosmico”,  il quale ha evidenziato quanto dietro all’umorismo di Campanile ci sia una base serissima e come “dietro ad ogni parola può nascondersi una chiave che ne svela il meccanismo”.

La parola è poi passata al figlio Gaetano Campanile, che confida a noi di Castelli Notizie di aver vissuto il suo papà fino all’età di 10/12 anni per poi comprenderne  la sua essenza di scrittore solo nella seconda metà della sua vita da giovane adolescente, fino al giorno della scomparsa avvenuta quando lui aveva solo 21 anni.  “All’inizio della carriera l’umorismo di papà non era  capito da tutti ed era anche molto criticato da una parte dei lettori. Per questa ragione durante le sue rappresentazioni teatrali scoppiavano tra il pubblico delle grandi liti che portarono in un’occasione ad interrompere  lo spettacolo al primo atto. Questo accadde al teatro Manzoni di Milano durante la messa in scena della commedia ‘l’amore fa fare questo ed altro’. Scoppiò uno scontro tra chi applaudiva e chi criticava, quando fu scorto tra il pubblico Luigi Pirandello, allora, una parte dei litiganti si volse verso di lui, acclamandolo, a  quel punto il direttore del teatro caldeggiò l’uscita dell’autore per calmare gli animi e lui disse: ‘Guardate c’è un errore, l’artista sono io’: papà non  voleva essere etichettato un umorista ma in realtà lo era”, conclude il signor Gaetano.

Durante la cerimonia sono intervenuti un gruppo formato da cinque alunni che hanno letto e interpretato mirabilmente alcuni brani della novella “ Paganini non ripete”, “ le seppie coi piselli” e “ Gli asparagi e l’immortalità dell’anima” coadiuvati dalle professoresse Micaela Antici, Barbara Sposi, Annalisa Giorgi e la referente di plesso Profssa  Isabella Maferri. Tra i presenti anche il presidente del Consiglio d’istituto, Luca Pantoni.

A conclusione degli interventi, il tanto atteso svelamento dell’opera ha suscitato commozione in tutti i presenti : “Il progetto iniziale era di installare l’opera nell’aprile del 2020 ma purtroppo situazioni a noi note non lo hanno consentito, sono qui oggi ad omaggiare il plesso di quest’opera a cui tengo molto,  con questa voglio ringraziare dell’accoglienza che ho sempre avuto qui con i miei lavori di insegnante e dei vari laboratori tra cui quelli teatrali e di ceramica. Ci tenevo a lasciare questa mia opera anche come traccia del mio passaggio. Potrà piacere o meno, mi auguro però che quantomeno non vi lasci indifferente” ha concluso visibilmente emozionato l’artista Palmiro Toglini.

L’opera  contiene più simboli ed è ispirata al racconto “la O larga” di Achille Campanile, segno dell’importanza della scrittura e della lingua e della sua possibile equivocità. Prende spunto dalla Stele di Rosetta che si avvolge ricordando la struttura del DNA e dopo una lunghezza pari a 2,75 mt , tende sulla sommità a ripiegarsi, simbolo del divenire, qui l’intreccio con il lavoro campanelliano sul paradosso della lingua. Il colore nero è il risultato di una tecnica antica di bruciatura del legno, in questo caso quercia, e si appoggia ad un basamento donato dal Comune. Nell’applauso finale il maestro di Velletri ha ricevuto una targa donata dall’amministrazione comunale con ‘ Stima e riconoscenza’.

 

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