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Monte Compatri, l’Amministrazione e l’Arma dei Carabinieri hanno commemorato il Maggiore Alfredo Serranti morto in guerra

È stata una cerimonia toccante e molto partecipata quella che si è svolta stamattina a Monte Compatri per commemorare il Maggiore dell’Arma dei Carabinieri Alfredo Serranti. A ottant’anni dalla morte in battaglia, l’amministrazione comunale ha voluto rendere omaggio all’eroe della Patria,  Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria nel corso della Seconda guerra mondiale, dedicando una targa in suo onore.

Il sindaco Francesco Ferri ha voluto ringraziare la famiglia del Maggiore – Villa Anna Maria, Massimo e Valerio – che ha portato la divisa e la medaglia d’Oro alla cerimonia. Presenti diversi rappresentanti delle istituzioni civili e militari: il vicepresidente della Regione Lazio Daniele Leodori, il senatore Bruno Astorre, l’amministrazione comunale di Monte Compatri al completo, diversi sindaci e rappresentanti delle amministrazioni comunali dei Castelli Romani, i rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri con il Tenente Colonnello Alberto Raucci comandante del Gruppo di Frascati, il Maggiore Jacopo Passaquieti comandante della Compagnia di Frascati e il maresciallo Carmine Carpinella Comandante della Stazione  stazione di Monte Compatri, la Polizia Locale con il comandante Marta Sodano, la Protezione Civile e l’associazione Carabinieri.

Molti i monticiani che hanno assistito alla cerimonia dalla passeggiata e si sono soffermati ad ammirare la targa dedicata al Maggiore Serranti.

“Il compito delle nuove generazioni e in particolare il nostro, chiamati a ricoprire cariche istituzionali, oggi è quello di farci guidare da questo e da altri esempi che nella nostra storia non sono mai mancati – ha detto il sindaco Ferri, durante il discorso commemorativo – Uomini coraggiosi in grado di costruire l’onorabilità di una Nazione, uomini che non hanno semplicemente scritto tracce di storia passata ma esempi sacri e inviolabili da raccontare alle future generazioni. Abbiamo l’obbligo morale, di parlare, di fare una narrazione attenta e puntuale di questi eroici italiani, perché è l’unica controffensiva, l’unica difesa per non ripiegare nell’agio e nel silenzio chi con eroismo e sacrificio teneva alta la bandiera Italiana. È questo l’impegno che dobbiamo fare nostro. È questo l’insegnamento che abbiamo il dovere di tramandare ai nostri figli”.

 

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