Cultura

Castelli Romani e Lanuvio (l’antica Lanuvium) protagonisti a Paestum, alla XXII Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico

Il Sindaco Luigi Galieti e Luca Attenni nel 2019 a Paestum

Dal 25 al 28 novembre si terrà la 23^ edizione della “Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico”: la manifestazione patrocinata da Unesco e dell’Organizzazione mondiale del turismo per promuovere le aree archeologiche ritenute più rivelanti dal punto di vista internazionale.

La Regione Lazio sarà protagonista nelle conferenze denominate “Lazio-Eterna Scoperta”, durante le quali si parlerà anche dei Castelli Romani, soffermandosi soprattutto sull’antica Lanuvium.

“La realtà del Castelli Romani, e in particolar modo Lanuvio, è ormai costantemente studiata. È un motivo di orgoglio e, lasciatemelo dire, ne sono veramente felicissimo! – ha esclamato Luca Attenni, Direttore del museo Civico Lanuvino e di Alatri, nonché relatore delle prossime conferenze -. Il nostro territorio è un’ eccellenza nel settore archeologico, e questo è un dato di fatto”.

“Per il Comune di Lanuvio e la sua attuale amministrazione – ha dichiarato l’assessore alla cultura di Lanuvio Alessandro De Santis – la partecipazione alla XXII Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum è motivo di enorme soddisfazione perché rappresenta il risultato di un percorso culturale avviato da diversi anni e che di edizione in edizione (questa sarà la quinta alla quale siamo stati invitati a partecipare) si amplia, si completa e cerca di proiettarsi sempre più verso una visione contemporanea della valorizzazione storico-archeologica di un territorio magnifico come quello dei nostri amati Castelli Romani”.

Nei due giorni, inoltre, si approfondirà lo studio sulle Mura Poligonali, la cui creazione viene, mitologicamente, attribuita ai possenti ciclopi. “Nel territorio delle Ciociaria, per quanto concerne le tre città di Alatri, Arpino e Ferentino, è in corso un progetto importante, nato grazie alla sinergia dei paesi appartenenti alla provincia di Frosinone. È stato richiesto all’Unesco che tali beni vengano riconosciuti come Patrimonio dell’Umanità” ha concluso il dottor Attenni.

 

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