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Ciampino, mozione “svolta” del M5S: apertura alle alleanze, col proprio candidato. Il PD che fara’?

M5S Ciampino

Grandi manovre elettorali in vista delle Comunali 2022 in quel di Ciampino. Un passo deciso, a quanto pare, sarebbe arrivato nella notte in casa grillina con l’approvazione di una mozione interna che detta le regole e impegna i vertici locali a partecipare sì alle prossime amministrative ma con paletti politici concreti e mirati. Perché, in casa pentastellata, mai come adesso quello di provare a vincere e ben governare è un obiettivo fondamentale, obiettivo non più rinviabile, dopo dieci anni di presenza sul territorio e due mandati all’opposizione. Non è un caso, dunque, che la mozione del Movimento Cinque Stelle impegni il Coordinatore generale, tutti gli organi statutari interni al gruppo e l’intero gruppo di attivisti del M5S di Ciampino “ad assumere da oggi” “comportamenti, dichiarazioni e iniziative politiche” secondo precise linee guida.

Ossia: “Operare sul territorio e in tutte le sedi istituzionali per informare i vari interlocutori politici della volontà del Movimento 5 stelle di Ciampino: di presentare un proprio candidato sindaco (punto da non sottovalutare, ndr) e un programma ampiamente condiviso con le forze alleate per il governo del comune di Ciampino 2022-2027; di rigettare eventuali proposte di candidati, ai ruoli governativi e/o apicali delle partecipate, che abbiano già in passato avuto esperienze di governo Cittadino” (altro punto fondamentale, ndr). Poi l’apertura ad eventuali coalizioni, visto che tra le linee guida grilline, si chiede di “adattare la concreta costruzione di tale programma alle proposte e alle diverse sensibilità politiche di eventuali alleati nel pieno rispetto dei ruoli, della parità di ogni componente di tale alleanza, della leale collaborazione tra gli alleati politici e/o di programma, senza ambiguità e con la massima chiarezza”; e di esperire “nei tempi più solleciti ma necessari un’agenda politica definita dalle tematiche comuni con le forze politiche e sociali del territorio”.

Insomma i grillini aprono all’esterno ed è naturale che il pensiero corra al Pd, che proprio questo weekend terrà il suo congresso cittadino. Anche perché nella mozione pentastellata, c’è un passaggio implicito ma molto esplicito: Il Movimento 5 stelle “ritiene necessario valutare ipotesi di convergenza politica e/o elettorale con le forze politiche davvero in grado di incidere (quantitativamente e qualitativamente) nel cambiamento e nel miglioramento della vita dei cittadini di Ciampino”. E quale forza se non il Partito Democratico, al cui vertice regionale – preme ricordarlo – non pare dispiacere per nulla una alleanza con i pentastellati, anzi: alleanza, peraltro già sperimentata e battezzata dal presidente Zingaretti in Regione Lazio.

Insomma, le basi per un matrimonio politico a Ciampino, tra Pd e M5S, non sono impossibili. Ma come in tutti i rapporti d’amore più belli, serve prima conoscersi e verificare se caratteri, principi e comportamenti sono realmente confacenti. Se tale convivenza andrà a buon fine, magari si potrebbe giungere a quell’unione (politica) che poi, come tutte le grandi famiglie, dovrà partorire prole, cioè un candidato sindaco unitario e condiviso. E li scatterà, sempre ragionando per ipotesi, il problema del nome da dare: si chiamerà candidato Pd o candidato M5s? Ma, forse, è ancora troppo presto.

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