Cultura

NEMI – Inaugurata l’opera dell’artista Marco Manzo contro la violenza sulle donne

panchina manzo nemi

Il Comune di Nemi, in occasione del 25 Novembre, Giornata Mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne, ha voluto commissionare in collaborazione con la Pro Loco al celebre artista scultore e tatuatore Marco Manzo la realizzazione di un’opera simbolo per questa importante data, che diventerà monumento pubblico.

L’inaugurazione da parte del Sindaco di Nemi, Alberto Bertucci è avvenuta il 24 novembre in Piazza del Crocifisso, alla presenza dell’artista e dello Storico e Critico d’Arte Giorgio di Genova, di fronte alla stampa e ad un numeroso pubblico, corredata da una performance artistica con una modella tatuata e dalla lettura del Manifesto Orna-Mentale di cui Manzo è autore.

Marco Manzo , che ha già realizzato per Nemi l’opera bronzea “La mano dei desideri”, dedicata agli innamorati e collocata nel centro storico in un angolo panoramico che affaccia sul lago “specchio di Diana”, ha pensato ad una scultura raffigurante due scarpe femminili in bronzo, l’una piantata in terra a significare il passo sicuro della donna verso il futuro libera ed emancipata, decorata con i motivi ornamentali che hanno reso celebre l’autore nel mondo come simbolo di affermazione femminile; l’altra scarpa presenta i lacci spezzati, monito contro la violenza e la sopraffazione.

Significativo in tal senso il perentorio titolo dato dall’artista: “NO”. Non un invito, ma un obbligo di coscienza civile, rispetto della donna e immediata interruzione della barbarie.

D’altra parte, i tratti “Ornamentali” di Manzo possono far pensare ad un atto di vanità femminile ma al contrario, in questo contesto, coprono le cicatrici dell’anima in un processo finalizzato al superamento del dramma in cui la femminilità diventa motivo di solidarietà e di speranza.
La figura femminile non è più il soggetto da rappresentare nell’arte, ma diviene l’arte stessa.

Il Comune ha chiesto a Manzo di richiamare anche il simbolo ideato nel 2009 dall’artista messicana Elina Chauvet con le sue “Zapatos Rojas”: l’opera di Manzo, aggiunge a questo forte messaggio il fatto di essere una scultura permanente, affinché il ricordo contro la violenza, rimanga impresso per sempre.

Le due scarpe bronzee sono collocate di fronte ad una panchina rossa, che intende rappresentare uno spazio idealmente occupato dalla presenza delle donne cadute vittime di violenza.
Molti Comuni in tutta Italia hanno verniciato di rosso alcune panchine per rendere universale il messaggio.

L’artista romano ha molto a cuore questo tema: alla 58.ma Biennale d’arte di Venezia, all’interno del Padiglione Guatemala , dove ha esposto come artista invitato la sua installazione monumentale “IL MURO DEL SILENZIO” è stata un’opera di denuncia verso la violenza sulle donne ed il femminicidio, in Sudamerica e nel mondo.

Inoltre, l’AMBASCIATA D’ITALIA A KABUL ha acquisito l’opera di Manzo “Evoluzione di una donna tatuata”, a simboleggiare l’importanza della figura femminile nei dialoghi di pace.

Rammentiamo che la Giornata Mondiale contro la Violenza sulle donne trae origine il 25 novembre del 1981, quando avvenne il primo «Incontro Internazionale Femminista delle donne latinoamericane e caraibiche» e da quel momento il 25 novembre è stato riconosciuto come data simbolo, per commemorare la stessa data del 1960. Il 25 novembre di quell’anno, infatti, tre sorelle furono uccise dagli agenti del dittatore Trujillo, a Santo Domingo.Fu subito chiaro che le tre donne, dette le Mariposas, erano state assassinate.

Manzo ha sottolineato che il problema non è lontano da noi, tanto è vero che in Italia avviene di media un femminicidio ogni tre giorni: la donna spesso diviene vittima di violenza all’interno delle mura domestiche, e l’uomo che dovrebbe proteggerla si trasforma nel suo carnefice.

Le istituzioni devono proteggere le donne vittime di violenza con tutte le proprie forze, mezzi e risorse, difendendo e dando loro il coraggio di denunciare sempre.

Si può ancora tollerare la violenza? La risposta è nel titolo dell’opera di Manzo, cui ci uniamo: NO.

Più informazioni
commenta