Attualità

Albano, il presidente della commissione regionale Cacciatore si oppone all’impianto maxi-biogas

discarica albano aerea

Si continua a parlare del progetto di maxi-biogas nel sito della discarica di Albano Laziale. Negli scorsi giorni erano giunte le sollecitazioni istituzionali da parte delle realtà cittadine “Salute Ambiente Albano” e “Ust- Uniti per la Salvaguardia del Territorio” che avevano ribadito il proprio “no” alla proposta progettuale di impianto e si erano appellati alla commissione regionale Rifiuti del Lazio, guidata dal presidente Marco Cacciatore. Che, proprio oggi, si è espresso sulla vicenda: “Il proponente chiede una variante al progetto per trasformare il vecchio TMB in un biogas da 80.000 tonnellate e quindi decisamente sproporzionato rispetto alle esigenze dell’area – premette il consigliere regionale del Lazio, che poi aggiunge -. Già in passato la Commissione da me presieduta aveva valutato in audizione il precedente progetto di biogas, la cui la procedura autorizzativa fu in seguito archiviata perché mancante di alcuni elementi essenziali. Vanno poi considerati da un lato i pareri negativi di Città Metropolitana, Albano, ASL Roma 6 e Soprintendenza Archeologica e dall’altro la situazione ambientale dell’area, decisamente compromessa, come dimostrato ampiamente dai rilevamenti di Arpa nei pozzi”.

Secondo Cacciatore, dunque, “Albano Laziale ha bisogno della definizione di un piano di risanamento con studio epidemiologico e dello stop a quegli insediamenti che, come il maxi-biogas in questione e come già accaduto fino a oggi con la riapertura per ordinanza metropolitana della discarica, potrebbero arrecare ulteriori rischi alla sostenibilità. Questi sono tutti elementi presenti nella legge Aree ad elevato rischio di crisi ambientale”. Il presidente della commissione regionale ricorda ancora: “La legge non impedisce la realizzazione degli impianti fognari, come sostenuto nelle settimane passate. Ora i Comuni dei territori interessati chiedano l’attuazione della legge. Personalmente, resto a disposizione del territorio e in prima linea per contrastare un insediamento che ritengo insostenibile, con tutti gli atti e le attività propri del mio attuale ruolo. Questo progetto non deve vedere la luce, perché non è aderente alla normativa vigente, al fabbisogno della comunità e all’interesse pubblico. Prima di valutare impianti di recupero energetico, si dovrebbe secondo me seguire la gerarchia dei trattamenti dei rifiuti così come indicato dal pacchetto sull’economia circolare dell’UE e dal Piano Rifiuti del Lazio, ovvero riduzione, riuso e riciclo (come il compostaggio aerobico). Solo dopo si può pensare al recupero energetico e infine al ricorso alla discarica”. Chiara e netta, dunque, la posizione di Cacciatore.

 

commenta