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Il Lazio torna in Zona Gialla: dal 3 gennaio tornano le restrizioni anti Covid

lazio zona gialla

Forse qualcuno si era illuso troppo presto (anche con complicità di qualche dispensatore di facili illusioni). Fatto sta che il nuovo anno, il 2022, il terzo (se non il quarto) dell’éra Covid si aprirà all’insegna del ritorno a restrizioni più radicali per frenare i contagi. A farne le spese anche il Lazio, la regione in cui gli adulti vaccinati sono superiori al 95% ed anche le terze dosi sono massicce, a conferma di come, purtroppo, questo vaccino stia facendo fatica a frenare i contagi (pur facendo tantissimo per prevenire gli effetti più gravi degli stessi).

A poco più di 4 mesi delle dichiarazioni di D’Amato sulla fantomatica immunità di gregge da raggiungere a quota 70% (si era ancora ad agosto), la realtà è oggi ben diversa.

Non si arresta, quindi, l’aumento dei nuovi casi positivi nel Lazio. “Su 33.156 tamponi molecolari e 78.318 tamponi antigenici per un totale di 111.474 tamponi, oggi si registrano 8.477 nuovi casi positivi (+2.634), sono 10 i decessi (+4), 1.162 i ricoverati (+35), 154 le terapie intensive (+4) e +1.077 i guariti” spiega l’assessore D’Amato. “Il rapporto tra positivi e tamponi è al 7,6%, mentre i casi a Roma sono 4.266”.

Dunque è ancora un nuovo record per i nuovi casi e da lunedì 3 gennaio la Regione entrerà in zona gialla. Prudenza e rispetto delle regole raccomanda l’assessore che insiste nel sottolineare la necessità di vaccinarsi e vaccinare i bambini in vista del rientro a scuola.

La circolazione del virus SarsCoV2 in Italia è sempre più intensa, con un rapido aumento dei casi per la decima settimana consecutiva. In questo quadro in peggioramento, altre 4 Regioni – Lombardia, Piemonte, Lazio e Sicilia – da lunedì passeranno in fascia gialla e si registra un nuovo record di positivi in Italia: sono 144.243 i casi di Covid individuati nelle ultime 24 ore, rispetto ai 126.888 di ieri. Le vittime, secondo i dati del ministero della Salute, sono 155, mentre ieri erano state 156.

A pesare, nel numero dei positivi, è anche il numero altissimo di tamponi, ben superiori al milione.

La 4 Regioni gialle da lunedì si affiancano a Liguria, Marche, Veneto, Friuli Venezia Giulia, le Provincie Autonome di Trento e Bolzano e la Calabria, già in questa fascia di rischio. Mezza Italia passa quindi in zona gialla mentre l’incidenza è più che raddoppiata in una settimana. Secondo i dati del bollettino quotidiano del Ministero della salute, inoltre, sono 1.224.025 i tamponi molecolari e antigenici effettuati nelle ultime 24 ore (ieri 1.150.352) ed il tasso di positività è all’11,78%, stabile rispetto all’11,03% del giorno precedente. Sono 1.260 i pazienti in terapia intensiva, 34 in più in 24 ore, ed i ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 11.150, 284 in più.
Un andamento critico fotografato e confermato dal monitoraggio settimanale del ministero della Salute-Iss.

L’incidenza settimanale a livello nazionale dei casi Covid continua infatti ad aumentare rapidamente: è più che raddoppiata raggiungendo 783 casi per 100.000 abitanti (24/12/2021
30/12/2021) contro 351 per 100.000 della scorsa settimana, mentre l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,18, leggermente in aumento rispetto alla settimana precedente (era pari a 1,13) ed ancora sopra la soglia epidemica. Sono quattro le regioni dove il tasso di incidenza dei casi di Covid è sopra mille su 100mila abitanti rispetto alla media nazionale: in Umbria i casi sono 1485 per centomila abitanti, in Lombardia 1442, in Toscana 1098, in Piemonte 1021.

Sempre in aumento anche il tasso nazionale di occupazione in terapia intensiva: è al 12,9% (superando la soglia di allerta fissata al 10%), mentre il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 17,1 (rispetto alla soglia di allerta fissata al 15%).

Secondo gli ultimi dati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), inoltre, sono 14 le regioni che superano la soglia d’allerta del 10% dei posti in terapia intensiva occupati da malati con Covid-19: Abruzzo (al 12%), Calabria (15%), Emilia Romagna (14%), Friuli Venezia Giulia (15%), Lazio (16%), Liguria (20%), Lombardia (13%), Marche (17%), Pa Bolzano (18%), Pa Trento (23%), Piemonte (16%), Sicilia (11%) e Toscana (13%), Veneto (18%). L’occupazione dei reparti, rileva Agenas, sale invece in 10 regioni: 17 superano la soglia del 15%, con la Valle d’Aosta e la Calabria al 29%.

Una situazione aggravata dalla sempre maggiore circolazione della più infettiva variante Omicron: secondo l’ultima flash survey dell’Iss, relativa al 20 dicembre, la variante Delta è ancora predominante con una prevalenza stimata al 79% e la Omicron è al 21% del campione esaminato, con una variabilità regionale tra il 3% e il 65%.

La Omicron, ha evidenziato il presidente Iss, Silvio Brusaferro, è “in netta crescita, anche se con grandi differenze da regione a regione”. La prossima flash survey per la rilevazione delle varianti sul territorio nazionale verrà effettuata lunedì 3 gennaio. Nessun accenno, da parte delle autorità nazionali, al fatto che Omicron possa essere però meno pericolosa, come in altri Paesi si sta verificando.

Visto che anche in Zona Bianca vi era già stata una intensificazione delle misure restrittive, sostanzialmente cambierà poco, visto che gli ultimi interventi del Governo hanno cancellato le differenze. La differenza più grande, prima, era l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto, cosa che però er già stata resa obbligatoria. L’introduzione del Super green pass (che si ottiene solo con la vaccinazione o la guarigione) ha reso ancor più lievi le differenze. Resta possibile uscire dal proprio Comune e dalla regione e tutti i negozi resteranno aperti senza limiti di orari.

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