Covid

La ‘rassicurante’ Variante Omicron dilaga anche nel Lazio: la conferma dai campioni delle acque reflue

Generico gennaio 2022

In attesa di capire se possa rappresentare o meno l’inizio di una “normalizzazione” della pandemia, con effetti positivi sulla gravità del Covid-19, emerge in tutta evidenza come la Variante Omicron stia dilagando anche in Italia.

“Più infettiva, ma meno grave” è quanto si va ripetendo da giorni e i dati che arrivano sembrano confermarlo, complici anche i tanti tamponi effettuati durante le Feste. A quanto pare la Variante Omicron sta contagiando in tanti, compresi i vaccinati, ma con effetti che rimarrebbero confinati e, spesso, senza intaccare i polmoni, limitandosi più spesso alla gola, con effetti pertanto più “rassicuranti” rispetto alla Variante Delta.

Diversi sarebbero anche i sintomi con cui il Covid da Variante Omicron si presenta. Tra i più comuni mal di testa, stanchezza, gola irritata, starnuti, tosse secca, raffreddore. In calo, stando ad alcuni studi, la perdita di gusto ed olfatto.

La conferma della sua incidenza è arrivata dai campioni prelevati dalle acque reflue, che indicano un forte incremento della circolazione della variante Omicron di SARS-CoV-2 in Italia nelle tre settimane, quelle comprese tra il 5 e il 25 dicembre. Lo affermano i risultati della flash survey straordinaria, che ha analizzato 282 campioni di acque reflue raccolti in 98 punti di campionamento di 16 Regioni/Province Autonome.

In totale, 80 campioni (28.4%) sono stati identificati come positivi per la variante Omicron mediante un test molecolare rapido messo a punto dall`Istituto Superiore di Sanità. Nell`arco delle 3 settimane, in concordanza con il quadro epidemiologico, è stato osservato un considerevole trend di crescita delle positività nei campioni:

5-11 dicembre: 1 campione positivo su 74 (una regione)
12-18 dicembre: 15 campioni positivi su 108 (7 regioni)
19-25 dicembre: 64 campioni positivi su 100 (14 regioni).

È quanto si legge in una pubblicata sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità.

“La sorveglianza ambientale del SARS-CoV-2 in acque reflue – commenta Giuseppina La Rosa -, implementata in Italia da ottobre 2021 a seguito della Raccomandazione (UE) 2021/472 della Commissione del 17 marzo 2021 e del decreto legge 25 maggio 2021, n. 73, si sta rilevando uno strumento fondamentale, complementare alla sorveglianza epidemiologica, per comprendere l`evoluzione della pandemia”.

Nella settimana 19-25 dicembre la presenza della variante ha subito un notevole incremento nel territorio nazionale (Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto, P.A. Bolzano, P.A. Trento). L`integrazione di questi dati, con quelli provenienti dalla sorveglianza epidemiologica, consentirà di monitorare con precisione l`evoluzione di Omicron, e di altre varianti di SARS-CoV2.

Lo studio è stato effettuato dal gruppo di lavoro coordinato da Giuseppina La Rosa del Dipartimento Ambiente e Salute e da Elisabetta Suffredini del Dipartimento di Sicurezza Alimentare, Nutrizione e Sanità pubblica Veterinaria dell`ISS, con la collaborazione della rete SARI, sorveglianza nazionale di SARS-CoV-2 nelle acque reflue.

Sono intanto in continua crescita i casi di contagio da Covid in Italia: 68.052 i nuovi positivi registrati nelle ultime 24 ore, a fronte di 445.321 tamponi, tra antigenici e molecolari processati, con un tasso di positività che scende al 15,3%. In calo rispetto a ieri di 6,6 punti percentuali, quando il rapporto nuovi positivi e test processati è schizzato al 22%. Gli attuali positivi, in Italia – secondo quanto emerge dal bollettino nazionale sull’andamento della pandemia – sono 1.125.052, oltre 55mila in più rispetto alle 24 ore precedenti.

Aumentano i ricoveri dei pazienti affetti da Covid in Italia: sono 32 in più in terapia intensiva, 577 in più i ricoverati nei reparti ordinari. In totale sono ricoverati in terapia intensiva 1.351 pazienti, sono invece 12.333 i ricoverati con sintomi.

Ed è boom di contagi tra gli operatori sanitari: in 30 giorni, secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità, erano 4.142 il 2 dicembre 2021 e sono balzati a 12.870, +8.728 (+210%), di cui 7.160 sono infermieri. L’allarme è lanciato da Fnopi, Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche che dice: “Sono 135mila infermieri contagiati da inizio pandemia. È a rischio l’assistenza”.

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