Salute

Pillola anti-Covid, somministrata nel Lazio alle prime due pazienti: ecco chi può usare la pillola Merck

Generico gennaio 2022

“Oggi all’ospedale Spallanzani è iniziata la somministrazione dell’antivirale per via orale Molnupiravir”. Con queste parole l’assessore regionale del Lazio alla Sanità, Alessio D’Amato, ha annunciato l’arrivo della piccola Merck, con le prime due pazienti che hanno ricevuto la pillola anti Covid: si tratta di una donna di 91 anni cardiopatica e diabetica e una donna di 72 anni cardiopatica ed immunodepressa. “Entrambe hanno sintomi lievi agli esordi”, ha aggiunto D’Amato.

La pillola contro il Covid, infatti, sarà prescritta ai soggetti maggiorenni ritenuti maggiormente a rischio di sviluppare una forma grave. Dovrà essere somministrata nei primi giorni dalla diagnosi, pena la perdita della propria efficacia.

Si tratta, secondo gli auspici generali, di un valido aiuto per la cura domiciliare, in grado di ridurre le ospedalizzazioni. Ricordiamo infatti che l’Aifa ha autorizzato che il Remdesivir può essere somministrato per via endovenosa sia in ambiente domestico che in ambito ambulatoriale. Ogni confezione contiene 40 capsule da 200 milligrammi che costituiscono una cura completa: il farmaco va assunto due volte al giorno (4 capsule per 5 giorni) e si conserva a temperatura ambiente. Anche chi è vaccinato potrà ricevere il trattamento, ma con criteri di selezione. L’uso è suggerito per i soggetti ad alto rischio e sono invece esclusi per il momento gli under 18 e le donne in gravidanza o in allattamento.

Il Molnupiravir è un antivirale orale (autorizzato per una distribuzione in condizioni di emergenza con Decreto del Ministero della Salute del 26 novembre 2021) il cui utilizzo è indicato entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi. La durata del trattamento, che consiste nell’assunzione di 4 compresse (da 200 mg) 2 volte al giorno, è di 5 giorni, e va iniziato al comparire dei sintomi. Viene distribuito dalla Struttura Commissariale alle Regioni da oggi, e per la sua prescrizione e’ previsto l’utilizzo di un Registro di monitoraggio. Non è per tutti: le indicazioni parlano di “trattamento di pazienti non ospedalizzati per COVID-19 con malattia lieve-moderata di recente insorgenza e con condizioni cliniche concomitanti che rappresentino specifici fattori di rischio per lo sviluppo di COVID-19 grave”.

Malati a rischio, insomma, ma non ancora in condizioni gravi. Secondo la casa produttrice il farmaco è in grado di dimezzare il rischio di ospedalizzazione e di decesso, ma una revisione dell’Ema del 14 dicembre ha fissato nel 30% la riduzione del rischio. In ogni caso è il primo farmaco antivirale autorizzato specificamente contro il Covid, per di più da assumere in forma orale a casa. Il farmaco agisce interferendo con la capacità del virus di replicarsi: è stato progettato per introdurre errori nel codice genetico del virus, impedendone la duplicazione e riducendo quindi il rischio di provocare malattie gravi.
Il farmaco, a detta delle autorità sanitarie, non colpisce la proteina spike del virus, la chiave d’accesso del virus nella cellula, e questo dovrebbe garantire un’efficacia a prescindere dalle varianti.

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