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Covid, è caos tamponi nelle scuole: didattica a distanza già al primo positivo

Doctor wearing protective clothing and using a medical mouth swab to test a teenager for Covid-19

Continuano a salire i contagi da Covid19, mandando in tilt il sistema scolastico di gestione delle quarantene.

Le nuove regole del Ministero dell’Istruzione, per la gestione dei positivi a scuola, con l’obiettivo di mantenere il più possibile le lezioni in presenza,  prevedono, infatti, che la quarantena scatti in automatico solo in base a un piccolo focolaio con tre casi in una classe. In realtà, nella pratica, le cose sono ben diverse e le classi, anche con un solo caso positivo, finiscono per stare in didattica a distanza almeno per qualche giorno. E per di più le Asl di competenza, oberate, non riescono a garantire il tracciamento con i due tamponi previsti, il cosiddetto T0 (zero) da effettuarsi appena si viene a conoscenza del caso positivo, e il T5, da effettuarsi dopo 5 giorni. Il tutto a carico delle famiglie, che spesso si vedono costrette, anche su invito della scuola, a provvedere in modo autonomo, facendo fronte alla spesa di 15 euro a tampone.

Una situazione insostenibile che disattende le direttive del Ministero, per il quale  – in caso di un positivo in classe nella scuola primaria e secondaria – “l’attività prosegue in presenza”, e che vede alcuni dirigenti scolastici, visto il dilatarsi dei tempi di risposta delle Asl, propendere per l’attivazione della DDI (Didattica Digitale Integrata)..

A Rocca di Papa una classe della scuola “Giardino degli Ulivi”, dopo un caso positivo registrato sabato, non è tornata in classe, in attesa della comunicazione dell’Asl, con conseguente attivazione della Didattica a Distanza, sebbene non prevista. Nei giorni precedenti alcune sezioni sono state invitate a procedere autonomamente presso le farmacie del territorio, mettendo mano al proprio portafogli. Del resto, sul sito “Salute Lazio”, le prime disponibilità ai drive in per docenti e alunni si trovano solo in altre province della Regione.

Un sistema ormai andato in tilt, senza più tempestivo tracciamento, che alimenta il fronte di quanti chiedevano l’attivazione della didattica a distanza dopo le vacanze natalizie.

 

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